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SPECIALE ELEZIONI 2008
Su Berlusconi e Veltroni pesa l'incognita dei piccoli partiti
di Guido Compagna


Non ci sono solo il Pd e il Pdl in campo per il voto di domenica. Anzi, il destino di Berlusconi e Veltroni e dei rispettivi schieramenti potrebbe, alla fine, dipendere dal risultato che avranno i partiti più piccoli. La domanda potrebbe essere questa: toglieranno più voti a Veltroni la Sinistra arcobaleno di Fausto Bertinotti e il battagliero Partito socialista di Boselli o invece faranno più danno a Berlusconi l'Udc di Pier Ferdinando Casini e la Destra di Storace e Santanchè? Nella risposta potrebbe esserci il risultato elettorale del 13 e 14 aprile.

Prendiamo la campagna elettorale dei due principali concorrenti. Veltroni, fedele al principio di andare avanti «da solo» e «con le mani libere», ha fatto di tutto per mostrare di non temere la concorrenza della sinistra e del Psi. Da subito ha chiuso ogni spazio a possibili apparentamenti con i socialisti con i quali coabita nel Pse, e non ha fatto nulla per inseguire l'elettorato che si colloca ai confini tra Pd e sinistra più radicale, puntando con decisione a guadagnare l'elettorato di centro per sottrarlo, se possibile, al «principale rappresentante dello schieramento avverso». Difficile prevedere se di questo Bertinotti e soci, a loro volta insidiati a sinistra dai simboli con la falce e martello presenti sulla scheda, si gioveranno di questo atteggiamento spavaldo del leader del Pd. Quel che è certo è che alla fine la mancanza del voto socialista potrebbe pesare, indipendentemente dal fatto se Boselli otterrà o meno il quorum per vedersi rappresentato almeno alla Camera.

Nella sua campagna elettorale, Berlusconi, a differenza del suo principale concorrente, è sembrato molto preoccupato di eventuali smottamenti al centro e a destra. Per evitare quelli verso Casini ha seguito due strade. La prima è stata quella dell'appello al voto utile: se si vota l'Udc si favorisce solo il Pd; la seconda l'attacco personale a Casini, accusato di tutte le possibili nefandezze ai tempi dell'allenza sulla quale si è retto per cinque anni il governo di Centro-destra. Per contenere l'aggressiva e astuta campagna di Storace Berlusconi, oltre che sul voto utile, ha provveduto a spostare verso destra il baricentro del suo partito, prima con candidature tipo Mussolini e Ciarrapico e poi facendo propri temi tipici dell'estrema destra in particolare per quanto riguarda sicurezza e immigrazione. Resta il fatto, che soprattutto nel Lazio, i voti della Destra potrebbero davvero pesare molto al Senato. Anche qui indipendentemente dal raggiungimento del quorum.




10 aprile 2008

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