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La casa mette d'accordo Pd e Pdl

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SPECIALE ELEZIONI 2008
La casa mette d'accordo Pd e Pdl
di Saverio Fossati

Qualche minima differenza, sulla casa, c'è. A grandissime linee, il Pdl favorisce la proprietà mentre il Pd ha un occhio di riguardo per l'affitto. Ma a ben guardare, molte scelte sono praticamente le stesse, del resto ineludibili: incentivare il risparmio energetico, aiutare in vario modo chi non ce la fa a pagarsi un tetto, aliquota fissa sugli affitti.
Alcune indicazioni, inoltre, sono già realtà, come il bonus locazioni per i giovani, o la fine delle proroghe generalizzate degli sfratti, il che la dice lunga sulla profonda conoscenza delle problematiche del mattone da parte dei due contendenti. Ma vediamo nel dettaglio i contenuti dei programmi.
Risparmio energetico
È diventato un cavallo di battaglia e ambedue i programmi puntano sull'energia verde, anche se solo Veltroni si ricorda esplicitamente del bonus del 55%, la detrazione Irpef sulle spese effettuate per risparmio energetico: la vuole rendere permanente (ora vale fino al 2010), limitandola però ai pannelli solari. Per gli altri interventi prevede un "piano" (la parola ricorre spesso nei due programmi).
Il Pdl, invece, si limita prudentemente a promettere incentivi (che del resto già ci sono) e detassazione progressiva degli investimenti: a rigor di logica, vorrebbe dire la deducibilità totale delle spese, che di fatto, però, è sempre meno conveniente di una detrazione dall'imposta del 55% delle spese stesse.
Imposte sulla proprietà
Silenzio assoluto del Pd sui temi fiscali della casa: l'Ici, evidentemente, non si tocca (va detto che la «ulteriore detrazione» introdotta dalla Finanziaria 2008 ha già alleviato parecchio i proprietari dal peso dell'Ici).
Mentre il Popolo delle libertà rilancia la proposta di abrogare del tutto il prelievo sulla prima casa, ma «senza oneri per i comuni». Come fare? Non viene detto. Colpisce, invece, la chiara indicazione sul Catasto: i nuovi estimi, a differenza di quanto pensa il Governo uscente, saranno su base reddituale e non patrimoniale. Veltroni non affronta il tema, che invece è al centro del dibattito fra gli operatori: le due diverse soluzioni premiano, nel primo caso, i proprietari di case più costose, e nel secondo chi possiede case modeste.
Affitto
Tutti d'accordo sulla cedolare secca sugli affitti, anche se nessuno si azzarda a tirare fuori un'aliquota precisa (si è sempre parlato del 20% e i costi quantificati da Vincenzo Visco erano valuati intorno ai 4 miiardi). Unanimità anche sulla possibilità per l'inquilino di detrarre dall'Irpef una quota del canone di locazione (peraltro la norma c'è già).
Le differenze si fanno sentire un poco sulla mobilitazione, invocata da Veltroni, delle Siiq e dei costruttori. Con il loro intervento, con politiche di regolazione del mercato (non meglio identificate) e con l'obbligo di destinare agli affitti convenzionati una parte dei nuovi appartamenti dovrebbe formarsi un circolo virtuoso per consentire locazioni di mercato ma a prezzi umani. Il Popolo delle libertà, al contrario, non avanza invece alcuna proposta in questo senso.
Proprietà
Qui il Pdl è smagliante: convinti, come Einaudi, che chi possieda la casa sia un buon cittadino, gli azzurri propongono una nuova dismissione dei (pochi) alloggi pubblici rimasti e un piano casa per aiutare le giovani coppie a comprare. Il sistema proposto sembra ingegnoso: uno scambio fra proprietà dei terreni (sperando che i giovani ne possiedano) e concessioni di edificabilità.
Poi ancora, questa volta in comune con il Pd, le proposte sui mutui: agendo su norme già esistenti, il Pdl ne faciliterà la rinegoziazione, il Pd aumenterà la detrazione della quota interessi.
Ristrutturazioni
Qui il Pd è silenzioso e non chiede neppure la messa a regime del bonus del 36%, che invece è esplicitata tra le proposte del Pdl. Gli azzurri vogliono anche spingere i lavori in condominio, garantendo il pagamento degli eventuali mutui con un fondo pubblico.
Alloggi sociali e povertà
Il caro affitti e il degrado delle periferie hanno allarmato i due poli. Così sono emerse proposte diverse: sommaria quella del Popolo delle Libertà, che lancia l'idea dell'ennesima legge per le periferie (di regola ne viene sfornata una a legislatura, che resta inattuata all'80 per cento).
I democratici puntano su una serie di interventi per arrivare a una quota di alloggi sociali nella media Ue (il 10-20% contro il 4% italiano). In più, si accenna alla possibilità dell'intervento dei fondi etici, che dovrebbero fare a meno di sussidi pubblici. Pura solidarietà, insomma, però da privato a privato. Meno utopica l'idea di fondi pubblici e dell'uso delle dismissioni dei beni pubblici a fini sociali.




10 marzo 2008

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