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| SPECIALE ELEZIONI 2008 | |
| Ciarrapico smentisce: «Mai detto sguattero a Fini»
di Nicoletta Cottone
«Tutta colpa dei giornali che hanno tirato fuori questa caciara». Berlusconi vuole scrivere la parola fine sulla vicenda Ciarrapico, che continua a tenere banco sui media del Belpaese, con una raffica di battute, conferme e smentite. Oggi la nuova smentita arriva sulle dichiarazioni dell'editore ciociaro a Repubblica su Gianfranco Fini. Il giornale riportava una dichiarazione lapidaria e offensiva di Ciarrapico. Fini? «Ma cosa vuole, ormai lo trattano come uno sguattero! E poi, in pubblico mi dà del fascista, in privato mi invita a pranzo. Anzi, a volerla dire tutta, anche Gianni Alemanno e Altero Matteoli mi hanno invitato a pranzo». Il caso, che secondo Ciarrapico era «finito con la presentazione delle liste ed è stato sepolto quando Berlusconi ha dichiarato che Alleanza nazionale era informata e d'accordo sulla mia candidatura. E ha detto la verità!», ha ripreso fuoco questa mattina, con la lettura delle nuove dichiarazioni rilasciate a Repubblica. Accanto a «mi hanno trattato come se fossi il comandante del campo di Auschwitz» e «quando il fascismo ha fatto le leggi razziali io avevo quattro anni: ma che responsabilità posso avere?», l'infelice battuta su Fini, poi smentita.
Nel pomeriggio Ciarrapico, in una lettera al quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, smentisce alcune sue dichiarazioni riportate nell'articolo. «La invito a smentire - dice la lettera - quanto io non ho mai detto perché, pur dissentendo da alcune posizioni politiche di Gianfranco Fini, lo rispetto come uomo e come politico e non dimentico che arrivò al Secolo d'Italia quando ne ero editore e lui iniziò la sua carriera politica con Giorgio Almirante». Con la smentita tira un sospiro di sollievo il Cavaliere che in una nota oggi dice che se Ciarrapico avesse detto quelle cose «la sua presenza in lista, per tanti aspetti già problematica e discussa, sarebbe diventata impossibile. Rinnovo la solidarietà già espressa a Gianfranco Fini con tutta la mia stima e la mia amicizia». Anche Fini glissa. «Se ne è parlato fin troppo. È una vicenda chiusa dopo la smentita di Ciarrapico a quanto gli ha attribuito La Repubblica». E fa il poeta: «Un bel tacer non fu mai scritto... Andiamo avanti, parliamo di programmi e facciamo la campagna elettorale», auspica il leader di An. Secondo Fini «il Pd sta usando questo argomento, fa parte della propaganda. Non credo che questo rimarrá al centro del dibattito nelle prossime ore».
La vicenda ha animato pagine dei quotidiani, home page dei siti web e aperture dei tg dall'inizio della settimana. Lunedì in una intervista a Repubblica l'editore ciociaro aveva detto di non rinnegare il fascismo, dichiarazione dalla quale il leader di An Gianfranco Fini e quello del Carriccio Umberto Bossi avevano preso subito le distanze. Berlusconi aveva difeso Ciarrapico dicendo che serve a vincere, che è indispensabile una stampa non ostile, che An sapeva. Affermazioni subito dopo corrette da Ignazio La Russa, presidente dei deputati di An: non si può dire che An era d'accordo sulla candidatura di Ciarrapico, che é stata decisa da Berlusconi nonostante le forti perplessità che gli erano state manifestate. Ieri, poi, l'imprenditore ha corretto il tiro, dicendo di aver sempre condannato la perdita della democrazia e le leggi razziali.
Intanto parte la campagna elettorale on the road anche per il Pdl. Partono i camper della libertà: 200 uffici mobili che gireranno l'Italia per raggiungere tutti i comuni d'Italia e presentare programma e simbolo del Pdl. Il Cavaliere, poi, si è detto «non lusingato, ma imbarazzato» dalla colonna sonora scelta dai giovani di Forza Italia per la campagna elettorale del Pdl: «Meno male che Silvio c'e». Intanto in una intervista al settimanale "Chi" promette di dimezzare, nei primi tre mesi di governo il numero dei parlamentari, dei consiglieri regionali e comunali». | |
| 12 marzo 2008 | |
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