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SPECIALE ELEZIONI 2008
Fini attacca Veltroni: pensione da 5mila euro
di Lina Palmerini


È il primo scontro personale ed è la prima volta in questa campagna elettorale che i decibel toccano il massimo. L'argomento è di quelli che dominano la gara verso il voto del 13 aprile: i costi della politica. Ad accendere la miccia è stato Gianfranco Fini che se l'è presa con Walter Veltroni rinfacciandogli di promettere il taglio degli stipendi dei parlamentari e, però, di incassare una pensione da più di 5mila euro. La scena in cui Fini ha dato il via al duello è stata quella televisiva di Porta a Porta. «Mi indigno se penso che Veltroni è un pensionato di 52 anni che prende 5.216 euro netti di pensione». Così l'ex ministro degli Esteri ha esordito. E poi ha rincarato la dose: «Magari dirà che li manda in Africa, ma non può dichiarare cose così ipocrite. Il suo è un caso emblematico di faccia tosta». Insomma, si è arrivati agli insulti contrariamente a quello che i contendenti avevano promesso. Anche Veltroni, impegnato nel tour in Piemonte, ieri ha fatto fatica a trattenere la rabbia. Perchè l'accusa di Fini è di quelle che fanno male soprattutto ora che il segretario Pd sta impostando la sua campagna sulla «sobrietà della politica». E dunque dal segretario Pd è arrivata una risposta altrettanto stizzita: «Fini ha perso un'occasione per stare zitto. Potrei dire molte cose sullo stile di vita di molti leader del centro-destra ma non lo farò. Dico solo che io avevo chiesto di non avere questa indennità ma non è stato possibile. Allora, ho usato i soldi delle mie pensioni per fare del bene al prossimo».

Le parole di Veltroni rilanciate dalle agenzie raggiungono gli studi televisivi dove Fini trova ancora l'occasione per alimentare il botta e risposta: «L'ho preso con il sorcio in bocca. Se lui avesse premesso che, pur avendo 52 anni e percependo oltre 5mila euro al mese, li utilizza per le cose in cui crede e, solo dopo, avesse aggiunto che bisogna cambiare le norme sul vitalizio, allora, io non avrei polemizzato». Fini ha pure rinfacciato al Pd di non aver votato una norma sul taglio delle indennità parlamentari e da Casini è arrivata la stessa denuncia.

Lo scontro, in serata, non era ancora chiuso. L'ufficio stampa del loft fa uscire una lunga nota in cui innanzitutto spiega che il reddito di Fini supera quello di Veltroni: «Quando ha cessato di essere parlamentare europeo gli è stato erogato il trattamento previsto per tutti i parlamentari che, sommato allo stipendio da sindaco, è pari a circa la metà di quanto ha percepito per anni Fini come parlamentare, vice premier e ministro». Poi la nota entra nel dettaglio della beneficenza del leader Pd: «25mila euro alla Caritas, 25mila a Sant'Egidio, 25mila all'Amref per una scuola in Africa, 25mila per i ragazzi autistici».

La polemica di ieri ha accelerato i lavori sulla proposta che Veltroni voleva lanciare dopo Pasqua. Un "decalogo" sul taglio dei costi della politica (con tanto di cifre dei risparmi) che investe tutti i privilegi a cominciare proprio dalle pensioni dei parlamentari che verranno calcolate non più con il metodo attuale (assai generoso nella rivalutazione) ma con il metodo in vigore per tutti i lavoratori: il contributivo. Questo comporterà una riduzione dell'assegno pensionistico di un terzo. E questa norma verrà applicata anche a tutti i dipendenti degli organi costituzionali che beneficiano delle stesse norme di privilegio. Dunque, non c'è solo la riduzione dell'indennità ma soprattutto un giro di vite sulle pensioni. E si prevede una stretta pure sui costi dei gruppi parlamentari che quest'anno hanno incassato 2 milioni di euro in più rispetto al 2007: da 34 milioni si è passati a 36. La stretta toccherà non solo i rimborsi ai gruppi ma anche le spese di funzionamento che sono destinate prevalentemente agli staff e che sono in costante aumento. Più rigore anche sui soldi ai giornali di partito: oggi sono 31 le pubblicazioni che ricevono i finanziamenti e sono di gran lunga superiori al numero dei partiti. In questo senso si pone un problema anche per il Pd che ha un unico gruppo parlamentare ma si porta dietro due giornali – Unità ed Europa – dei due ex partiti, Ds e Margherita. La soluzione è che Europa dovrebbe far capo a una Fondazione e rientrare nella sfera dei giornali no profit. L'Unità invece prenderà i finanziamenti dal gruppo Pd.
La serata di Veltroni finisce a Torino. Lì il segretario Pd ricorda la figura di Giovannino Agnelli: «Mi legava a lui un affetto profondo. Abbiamo il dovere di realizzare i sogni e le idee di cui abbiamo discusso prima che morisse». Il finale è in allegria con Renzo Arbore: «In politica si dice "compreresti un'auto usata da lui? Io mi candido per comprargli il pullman».




19 marzo 2008

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