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di Alberto Orioli

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SPECIALE ELEZIONI 2008
Casini: «Il Tesoro venda subito Eni ed Enel»
di Alberto Orioli

Non c'è solo la bandiera nuclearista («il nucleare vero, realisticamente realizzabile in 10-15 anni, non quello di chi vende bufale sugli impianti pronti in 5 anni»). Pier Ferdinando Casini, leader Udc fresco di accordo con i cugini della Rosa bianca, ha una terapia shock per il debito pubblico che parte dalle privatizzazioni: «Bisogna cedere le partecipazioni dello Stato in Eni, Enel, Finmeccanica. La svolta liberale passa anche da qui, da una cultura vera del mercato: applicata nei fatti e non solo enunciata. Se il Tesoro cedesse le partecipazioni residue si ridurrebbe il debito dal 105 all'80% del Pil. Solo grazie alla minore spesa in tassi di interessi si libererebbero 20 miliardi l'anno, una somma che da sola vale ben più di una manovra».

Vero, ma con la golden share affievolita, l'Italia perderebbe asset strategici primari che anche molti altri Paesi tendono a difendere.
Vorrà dire che si competerà sui mercati europei. Competition is competition. Bisogna cambiare mentalità: stiamo proponendo una rivoluzione culturale, me ne rendo conto. Non a caso parliamo di approccio gradualista e sempre guidato dal principio della seperazione tra proprietà pubblica delle reti e privatizzazione delle gestioni. Lo Stato deve disfarsi delle sue quote nel giro di due legislature, mi sembra un tempo realistico. Non va sottovalutato il fatto che anche abbattendo il debito pubblico si recuperano i margini per finalità sociali destinate ai ceti più deboli.

Vanno privatizzate anche le municipalizzate?
È un nostro cavallo di battaglia. Proponiamo un Ddl nel solco di quello originale presentato da Linda Lanzillotta. Quindi senza l'effetto svuotamento che aveva creato il compromesso finale con la sinistra. Bisogna arrivare a gare pubbliche aperte come unica modalità di affidamento della gestione. Anche in questo caso può essere utile la leva fiscale per incentivare gli Enti locali a uscire dal capitale azionario delle società locali.

A proposito di leva fiscale. Naturalmente anche voi volete far calare le tasse.
Sì, ma attraverso misure credibili ed efficaci. Non serve puntare a ridurre le aliquote Irpef come propone Veltroni: costa moltissimo e dà effetti poco percepibili perché troppo indistinti e neanche sufficienti al rilancio dei consumi e degli investimenti. Né ha senso puntare – come fa Berlusconi – su un quoziente familiare che in Italia è irrealizzabile e finisce per restare solo propaganda. Noi proponiamo forti deduzioni legate al numero di figli, secondo un principio di defiscalizzazione selettiva: ad esempio rendendo detraibili integralmente le spese per i libri di testo, per le rette e la mensa degli asili nido e delle scuole materne. Con l'obiettivo finale di arrivare a riconoscere, di fatto, a ogni famiglia una sorta di cifra forfettaria per le spese di mantenimento dei figli.

Il tema fisco rimanda al tema evasione fiscale. Come valuta l'azione di Visco?
L'evasione è un reato ma bisogna distinguere tra spettacolo – e nel caso dell'azione di Visco ne riscontro una componente non piccola – e realtà. Il Governo Prodi ha semplicemente inasprito le tasse a chi già le pagava soprattutto con l'operazione sugli studi di settore. Il resto viene da misure lasciate in eredità dal Governo Berlusconi e da un miglior funzionamento degli uffici, ma non è certo la parte maggiore del nuovo gettito. Serve una vera pax fiscale accompagnata da un pax legislativa: per due anni mai più nuove leggi sui temi delle tasse. Per noi la lotta all'evasione si fa ad esempio con la cedolare secca al 20% sugli affitti: riparte il mercato ed emerge una quota di affitti in nero. O con la creazione di un sistema di conflitti di interessi tra contribuenti che possa rendere conveniente l'emersione di nuovo gettito.

La cedolare al 20% sugli affitti è una bandiera di Rutelli...
Non abbiamo problemi a rilanciarla con l'aggiunta di un buono casa per le giovani coppie. Non ci convince invece il piano per la creazione di 100mila nuovi alloggi pubblici. Né il rilancio dei piani Iacp sull'edilizia popolare: fa pensare a carrozzoni, sprechi, disservizi.

Non trova che ci sia una clamorosa convergenza tra i partiti sui temi del mercato, delle liberalizzazioni e sull'alleggerimento fiscale?
Significa solo che c'è qualcosa che non va. Soprattutto perché alle enunciazioni programmatiche non corrispondono i fatti. A Brindisi l'effetto "nimby" che impedisce la costruzione del rigassificatore viene da un Governo di centro-destra; altrove ci sono situazioni analoghe per governi di centro-sinistra. La conclusione vera è un Paese bloccato da particolarismi e corporazioni. Serve il recupero del principio di autorità.

Autorità contro i poteri forti?
Ma quali poteri forti! In Italia sono i poteri deboli e non fanno paura a nessuno. Piuttosto il vero potere forte rischia di essere questo un patto tutto politico. Non sono contrario alle grandi coalizioni, ma se sono formate nell'interesse dei cittadini e in nome di valori condivisi. Questo gioco di sponda tra Veltroni e Berlusconi, che si copiano i programmi e invitano a votare per l'uno o per l'altro in nome del cosiddetto voto utile, fa pensare piuttosto a un patto di potere congegnato alle spalle dei cittadini, nell'interesse di quei due leader ma contro gli interessi degli italiani. Noi vigileremo affinché questo non accada.

Giustizia. È uno dei capitoli su cui Padoa-Schioppa dice che si potrebbe risparmiare accorpando i tribunali minori. È d'accordo?
Sicuramente è un'esigenza di razionalizzazione e di buon senso. Piuttosto sulla giustizia noi pensiamo a un piano di "rottamazione delle cause civili" attraverso un sistema nuovo di incentivi fiscali. Chi accetta di chiudere un contenzioso o di conciliare riceve un bonus fiscale. Sarà un modo per alleggerire il carico dei giudici e di dare maggiore rapidità alla giustizia che è il primo problema da risolvere. Comunque il principio guida deve essere questo: se lo puoi arrestare, lo puoi giudicare. Serve la contestualità di giudizio tra libertà e colpevolezza nonché la collegialità nei giudizi sulla libertà personale. È assurdo che un procuratore proceda a un arresto dichiarandosi contemporaneamente incompetente per territorio. Questa è giustizia spettacolo, non serietà.

Si registra una convergenza sulla riduzione delle Province. Veltroni e la Lega propongono di eliminarle almeno nelle aree metropolitane. Lei è d'accordo?
Dico di più. Le Province vanno abolite tutte. Così come va abolito il Cnel.

E il personale in esubero dove va?
Ricollocato nella pubblica amministrazione. È necessario un piano anche per evitare, ad esempio, che le forze dell'ordine debbano svolgere compiti ordinariamente propri della pubblica amministrazione.

Il caso Mastella ha riproposto il tema del clientelismo nella gestione della sanità. Come lo affrontate?
Innanzitutto sottraendo alla politica la nomina dei manager e dei primari: è necessaria l'istituzione di un albo di esperti da cui le Regioni potranno attingere per le nomine. Si tratta di un elenco da istituire a livello nazionale sotto la supervisione del ministero della Sanità. La Sanità deve tutelare i malati e non i partiti.

Un altro fenomeno di clientelismo è anche l'università. Qual è il vostro progetto?
Certo non i 100 campus che sono solo propaganda. Il nostro progetto è il merito. Si comincia dal ridurre le sedi, che sono troppe. E si passa a selezionare i docenti su valutazioni obiettive e non su criteri parentali come accade ora.

Veltroni propone il contratto unico per i giovani. Berlusconi sembra orientato a estendere la legge Biagi. Voi?
Noi proponiamo una nuova forma di stage in tre fasi. La prima riguarda i giovani provenienti dalle scuole superiori e dall'università: entrano in azienda con forme di stage per un mese. Poi i migliori passano alla fase due: un contratto di un anno a tempo determinato. Infine – la terza fase – si viene assunti a tempo indeterminato nell'impresa alla quale viene assicurata una dote fiscale per almeno 5 anni. La leva fiscale poi va usata anche per chi abbia più di 40 anni e sia costretto a cercare un nuovo lavoro.

Che ne pensa della nuova saldatura tra leghismo del Nord e leghismo del Sud?
È dannoso che la politica alimenti il frazionismo solo per avere qualche voto in più. Il compito della politica è farsi carico delle diversità e perseguire l'interesse nazionale. Non i particolarismi.

Ma voi in Sicilia siete alleati con la Lega di Lombardo.
La Sicilia fa caso a sé. Abbiamo collaborato con Lombardo fino a pochi giorni fa. Sarebbe assurdo cambiare linea. Sulle amministrative in ogni caso abbiamo lasciato piena libertà d'azione; l'unico vincolo è la compatibilità dei programmi e nel caso di Lombardo questo problema non c'è.

Il tema del Nord in questo momento è il futuro di Malpensa.
Non è accettabile che Malpensa e Alitalia siano destinati a essere due fratelli siamesi. Così si affossano a vicenda e i problemi non si risolvono. Non è accettabile che si sia imposto a una compagnia di bandiera – che deve stare sul mercato – di trasferire risorse negli alberghi vicino a Malpensa con costi aggiuntivi fuori dal mondo. È stata una scelta scellerata fatta da almeno due governi.

Come vede l'eventuale acquisto dell'Alitalia da parte di Air France?
Il principe azzurro mi piacerebbe che fosse alto, bello e italiano, ma in mancanza di questo mi basta che sia alto e bello.

La Banca d'Italia ha acceso un faro sulle norme di governance delle banche.
Ho visto con molto favore il processo di aggregazione delle banche italiane: si è rafforzato il sistema economico ed è aumentata la competitività del Paese. Ma i comportamenti delle banche non sempre sono stati virtuosi: era da due anni che si conoscevano i rischi per il rialzo dei tassi sui mutui, ma gli istituti hanno continuato a piazzarli (facendo il loro interesse) senza avvertire la clientela di ciò che sarebbe potuto accadere. Oggi le stesse banche avvertono la questione etica e si impegnano su codici di comportamento, ma certo non possono scagliare la prima pietra.




29 febbraio 2008

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