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Daniela Santanchè: «Subito una patrimoniale per credito e assicurazioni»
di Alberto Orioli

Daniela Santanchè (Foto Imagoeconomica)«L'8 marzo? È l'occasione per fare appello alle donne affinché non si prestino a diventare strumento per la campagna elettorale degli uomini. Berlusconi e Veltroni dicono di averne in lista il 30%, ma dove le hanno inserite? In fondo. Vedremo quante davvero saranno le donne in Parlamento».
Daniela Santanchè, unico candidato premier femminile, declina "da destra" i 100 anni della Festa della donna. Anzi da Destra, partito per il quale corre da leader con il robusto aiuto di Francesco Storace.

Quali proposte per il lavoro delle donne?
Nel salario accessorio le donne guadagnano meno, è noto. Dobbiamo arrivare a una parità salariale vera, defiscalizzando di un terzo il solo lavoro femminile. E aumentare la flessibilità della legge Biagi per facilitare il lavoro delle donne soprattutto nella fase di cura dei figli piccoli. Tra le nostre proposte c'è anche quella degli asili nido di condominio.

Ogni condominio?
Non proprio, ma magari per gruppi di tre-quattro condomini. Senza contare che bisogna anche migliorare i trasporti perché le donne occupano una gran parte del loro tempo negli spostamenti per le attività dei figli. Io lo so bene. Abbiamo un privilegio rispetto agli uomini: quando facciamo politica non deleghiamo la partecipazione alla vita reale. Dalla spesa agli obblighi verso la scuola, dal catechismo allo sport. Gli uomini quando fanno politica si chiudono nella torre d'avorio e della vita non sanno nulla.

Dica una cosa di destra sulle baby sitter.
Perché non ci sono gli stessi sgravi che invece sono previsti per le badanti?

Parlano tutti di nuove convergenze tra imprenditori e operai, le propone Veltroni, le rivendica Fini. Che effetto fa a voi della Destra? Vi dovrebbe piacere questa specie di ritorno del vecchio modello corporativo?
Sono mode da campagna elettorale. Noi siamo Destra, ma non con la testa all'indietro. Rispettiamo la nostra storia, ma guardiamo avanti. Non ci convince chi parla oggi di economia sociale di mercato. Siamo popolari, non populisti; siamo meritocratici ma non elitari. Vogliamo l'assistenza non l'assistenzialismo. Siamo per lo Stato forte incarnato nella Repubblica presidenziale. Abbiamo due bussole in tema di lavoro: responsabilità e merito.

Ma sono bussole che dicono di avere tutti.
Veltroni dice salario minimo per legge? Noi diciamo salario minimo contrattuale rispettato sempre, non per finta, come accade in alcuni casi. Il resto sia salario di merito per i migliori, senza vincoli e con qualche defiscalizzazione.

Il problema dei programmi è sempre lo stesso: chi paga?
Il taglio ai costi della politica, ad esempio. Proponiamo il taglio del 50% delle assemblee elettive. Poi abbiamo individuato un grandissimo spreco nella sanità. Basterebbe che ai clandestini che oggi intasano i pronto soccorso venisse garantita la prestazione medica con l'obbligo, però, del foglio di via e dell'accompagnamento alla frontiera appena il malato si sia ristabilito. Si risparmierebbe moltissimo.

A prima vista sembra una goccia nel mare.
Sembra, ma chi conosce le realtà ospedaliere sa bene che la gran parte dell'attività pubblica è assorbita per cure a clandestini.

Chi si intende di sanità è Storace: è stato ministro e Governatore del Lazio. Ma ha lasciato uno dei più colossali debiti per le Asl della regione.
So solo che è l'unico ad avere aperto tre nuovi ospedali pubblici.

Torniamo al chi paga.
C'è un altro grande spreco: le carceri. Sono occupate per l'80% da immigrati clandestini. Io dico: processiamoli poi la pena la scontino a casa loro. Così si svuoterebbero e non ci sarebbe nemmeno bisogno di costruirne di nuove come propone il Pdl.

Siamo ancora alle briciole.
Vogliamo una tassa speciale, una sorta di patrimoniale su banche e assicurazioni, la vera lobby trasversale al centro-destra e al centro-sinistra. In questo periodo, poi, hanno goduto di privilegi enormi: con il Governo Prodi hanno fatto bingo. Hanno massacrato di tasse i redditi tra 2 e i 5mila euro al mese, hanno promesso la riduzione del cuneo fiscale ma hanno allargato la base imponibile impedendo le deduzioni. Hanno criminalizzato oltre 4 milioni di partite Iva, ma i veri evasori li hanno lasciati stare. Le sacche di privilegio sono nell'establishment che intreccia finanza e politica.

A cosa si riferisce?
Al fatto che i più grandi evasori sono nelle multinazionali e nelle grandi società finanziarie che delocalizzano i profitti. Un piccolo imprenditore non può e tanto meno una partita Iva. Noi diciamo: è nella finanza, negli intrecci tra politica e affari la ricchezza da redistribuire. Eppoi dico anche: perché dare ai giornali i contribuiti pubblici? Perché non risparmiare 450 milioni l'anno? Anche Il Sole-24 Ore ha contributi pubblici. Perché?

Sono sconti sulle tariffe postali per gli abbonamenti su cui il giornale ha già preso posizione. È uno sgravio perché il servizio è un monopolio.
Sia come sia. Non ci devono essere sgravi.

La Destra chiede maggiore certezza nel pagamento dei fornitori delle amministrazioni pubbliche. Cosa proponete?
Proponiamo che le persone fisiche e le persone giuridiche che hanno crediti nei confronti dello Stato o degli enti locali possano essere pagati entro 6 mesi al massimo, anche con titoli di Stato.

Ma così aumenta il debito che è il problema numero uno dell'Italia.
È debito comunque, anche se classificato in modo diverso. Semmai, con questa certezza in più, si abbattono i costi di aggiudicazione degli appalti che oggi, comunque, tengono conto dei ritardi nei pagamenti pubblici e li incorporano nei prezzi finali.

Ma così facendo si creano titoli che le imprese vanno poi a scontare in banca. Un altro favore al mondo del credito, proprio da lei?
Ma quale favore alle banche. Io penso che questo possa favorire le imprese soprattutto se piccole perché consentirà loro di partecipare alle gare mentre oggi spesso sono costrette a rinunciare in partenza visti i ritardi nei pagamenti.

Pagamento dell'«Iva per cassa»: è un'idea vostra ma anche di Tremonti. La voterete se verrà proposta?
Certo. È un punto importante del nostro programma. Così come l'abbattimento del prezzo della benzina. Noi diciamo: due volte l'anno a scadenze fisse si rivede l'andamento dei prezzi del carburante e si interviene. Basta con l'aumento automatico dell'Iva sulla benzina.

Ma è già nel decreto Bersani.
La nostra è una proposta più strutturale.

Anche voi volete l'abbassamento dell'Iva sul turismo, come il Pd e il Pdl.
Come noto i programmi Pd e Pdl si copiano a vicenda. I programmi sono una farsa anche se in entrambi ci sono cose condivisibili. Del resto sono incoerenti sulle coperture finanziarie così come è incoerente, in modo strutturale, la legge finanziaria. E me lo lasci dire visto che sono stata la prima donna relatrice della legge di bilancio. Carli diceva che il documento più falso è proprio il bilancio dello Stato. Se ci fosse davvero coerenza nei conti saremmo tutti denunciati: nessuno agisce più in rispetto dell'articolo 81.

Affermazioni gravi.
Se lo Stato fosse un'azienda avrebbe i libri in tribunale da un pezzo.

Frasi da campagna elettorale.
Frasi da piccolo imprenditore che ha due legislature alle spalle. Il bilancio dello Stato è da rifondare, da riscrivere. La trasparenza non esiste. Per questo insistiamo sul federalismo che porterà trasparenza, concorrenza e solidarietà vera.

La casa, altro tema forte della campagna elettorale. Voi cosa proponete?
Il mutuo sociale. La casa è un problema enorme soprattutto per i giovani: noi proponiamo un mutuo a carico dello Stato o delle Regioni, a rate sociali, che consenta di scavalcare le banche. Deve ripartire l'edilizia popolare: da troppi anni non si mette giù un mattone.




9 marzo 2008

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