SPECIALE ELEZIONI 2008
Irpef, le promesse per le famiglie del Pd e del Pdl
di Gianni Trovati

È l'Irpef l'arma fiscale più utilizzata da Partito democratico e Popolo della libertà per contendersi fette di consenso determinanti alle elezioni politiche del 13 aprile.
Uscita sostanzialmente intatta dalla Finanziaria 2008, l'imposta sui redditi campeggia nei programmi dei partiti più ampi, con due pacchetti ricchissimi di proposte. Entrambi puntati sul minimo comun denominatore della famiglia che, anche nella differenza delle misure elaborate dagli staff fiscali di Veltroni e Berlusconi, è la protagonista indiscussa delle promesse fiscali. Dal punto di vista dei costi a regime, i due piani (almeno nell'ambito delle misure quantificabili) si equivalgono, oscillando a regime fra i 20 e i 30 miliardi ciascuno, a cui vanno aggiunti gli alleggerimenti fiscali legati alla casa (si veda la pagina a fianco). Gli effetti concreti sul bilancio familiare, invece, dipendono dalla situazione dei singoli contribuenti e attendono anche una più puntuale definizione dei dettagli per essere misurate. Compatibilità economiche permettendo, ovviamente.
Aliquote al ribasso
Gli interventi previsti sono tanti, ma in entrambi i piani la misura dei benefici sperati determina una gerarchia precisa. Nella proposta targata Pd, il posto d'onore spetta al piano triennale di taglio di tutte le aliquote Irpef, che prevede una limatura di un punto percentuale ogni anno a partire dal 2008. In valore assoluto, ovviamente, gli effetti crescono insieme al reddito, offrendo un risparmio a regime (in termini di imposta lorda) tra i 300 euro destinati a chi ne guadagna 10mila e i 3mila per chi ha un reddito di 100mila.
Nei programmi di Walter Veltroni, la limatura delle aliquote si accompagna a un intervento destinato al solo lavoro dipendente, mirato a rendere stabile e automatico il meccanismo di restituzione del «fiscal drag», cioè dell'incremento del prelievo dovuto all'inflazione e non agli aumenti reali del reddito. Questo recupero dovrebbe avvenire attraverso un aumento delle detrazioni, rapportato all'inflazione del periodo. Un beneficio, dunque, progressivo, perché le detrazioni per il lavoro dipendente si concentrano nelle fasce di reddito più basse. Il Pd afferma di voler avviare i recuperi già dal 2008: con un aumento delle detrazioni pari all'inflazione programmata, il beneficio iniziale per un reddito di 20mila euro sarebbe di 23 euro, mentre un reddito doppio si dovrebbe accontentare di 10 euro. Piccole somme, che però avvierebbero una misura fissa annuale.
Il quoziente familiare
Nella proposta del Pdl, invece, a primeggiare è il «quoziente familiare», che abbatte l'imposta in base al numero dei componenti il nucleo familiare (per il meccanismo si veda il grafico in pagina). I vantaggi effettivi dipendono dalle modalità di applicazione (il programma del Pdl parla solo di «graduale introduzione» del nuovo sistema), ma sono comunque consistenti. Soprattutto, naturalmente, per le famiglie in cui c'è un solo reddito, perché il nostro sistema fiscale ignora la composizione dei redditi nella famiglia e uno stipendio da 60mila euro l'anno che mantiene coniuge e un figlio è tassato molto più rispetto a due stipendi da 30mila. Al primo contribuente, infatti, l'Erario chiede oggi 18.630 euro l'anno, mentre nel secondo caso si accontenta di 13.220: il Fisco «alla francese», nell'ipotesi di una trasposizione fedele al quoziente familiare transalpino, fermerebbe le sue richieste a quota 12.107,50 euro. Per un lavoratore con il coniuge e due figli a carico, il beneficio rispetto al sistema attuale può sfiorare addirittura i 10mila euro l'anno, nel caso di un reddito da 100mila euro. Un sogno, che ha costi importanti e che già in passato si era affacciato in proposte di legge (sei, nell'ultima legislatura, scritte da entrambi i poli) mai approdate alla discussione.
Le misure comuni
Su alcuni punti, poi, le strade tracciate dai due programmi si intersecano. Come accade per la quota di salari prodotta dalla contrattazione integrativa e legata a fattori di produttività, che sia il Pdl sia il Pd vogliono alleggerire dal carico fiscale. Sulle componenti accessorie del salario, è più ricco il menu offerto dal Pdl, che mette sul piatto anche la progressiva detassazione di straordinari e tredicesime. Una misura che farebbe uscire dal mirino del Fisco almeno il 5-10% del reddito da lavoro e che, essendo almeno in parte legata a una quota fissa (la tredicesima), vedrebbe aumentare i suoi effetti al crescere del reddito.
I bambini
In proposte così concentrate sulla famiglia, poi, non potevano mancare capitoli ad hoc per i figli. Veltroni punta su una dote fiscale (base di 2.500 euro per il primo figlio, da variare progressivamente con il reddito), mentre per Berlusconi è tempo di rispolverare il bonus bebé, l'assegno una tantum (nella sua prima versione fu di mille euro) che saluta la nascita di ogni figlio.






10 marzo 2008