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| SPECIALE ELEZIONI 2008 | |
| Nomine, Roma gioca alla roulette russa
di Elysa Fazzino
Il nodo delle nomine entra tra i temi della campagna elettorale italiana che trovano spazio oggi sui siti web dei giornali stranieri Il Financial Times titola: «Roma gioca alla roulette russa con i pezzi grossi dell'industria»: secondo Paul Betts, se il giudizio si basasse solo sul merito, le recenti performance dei top manager di Enel, Eni e Finmeccanica dovrebbero già aver loro garantito il rinnovo del mandato. Paolo Scaroni, numero uno dell'Eni, ha rafforzato la posizione internazionale del gruppo. Pier Francesco Guarguaglini, presidente e amministratore delegato di Finmenccanica, ha trasformato il conglomerato in un gruppo focalizzato sulla difesa e sul settore aerospaziale. Fulvio Conti, a capo dell'Enel, ha trasformato il gruppo in una società a carattere internazionale con accordi in Spagna e in Russia. Il problema è che le nomine in queste società controllate per circa il 30% dallo Stato «coinvolgono arcane considerazioni politiche e compromessi che hanno poco a che fare col merito. E con l'Italia nel mezzo di un'altra campagna elettorale, il clima politico è inevitabilmente più carico che mai». Fino a questa settimana, scrive Betts, sembrava che il governo uscente di Romano Prodi e l'opposizione guidata da Silvio Berlusconi avessero deciso di adottare un «approccio bipartisan» nel rinnovare i mandati di questi tre dirigenti. «Sembrava che tutti e tre sarebbero stato riconfermati nelle prossime settimane, indipendentemente da chi vincerà le elezioni». «Ma questo era chiaramente aspettarsi troppo». Inizialmente il governo uscente ha detto che avrebbe deciso prima delle elezioni. Poi ha annunciato che la decisione sarà presa su base bipartisan. Ora, governo e opposizione hanno concordato di tenere tutto in sospeso fino a giugno, ben dopo le elezioni. «I tre manager – scrive il Financial Times – dovrebbero essere lo stesso riconfermati, soprattutto se – come indicano i sondaggi – vincerà Berlusconi», che li aveva nominati. «Ma non ci sono garanzie solide che ciò accada». «Ancora una volta, Roma sta giocando alla roulette russa con i suoi campioni nazionali, i cui top manager non possono mai essere sicuri, per quanto bravi siano, se c'è una pallottola politica in Parlamento che li può buttare giù».
Le elezioni sono ben presenti anche nell'articolo di Guy Dinmore sulle previsioni economiche: «Padoa-Schioppa teme il ritorno al passato lassista». La relazione unificata sull'economia e la finanza pubblica contiene «impliciti avvertimenti al suo presumibile successore di centro-destra», se come prevedono i sondaggi, Berlusconi tornerà al potere. Padoa-Schioppa, scrive il Financial Times, ha attaccato i controlli poco severi del precedente governo Berlusconi, che a suo dire ha gonfiato l'apparato pubblico più che migliorare i servizi.
Il sito del quotidiano francese Les Echos presenta un commento dell'economista Jacques Delpla intitolato «Riforme, l'approccio italiano». «In Italia – scrive - Giulio Tremonti, il prossimo probabile ministro delle Finanze di destra, ha il suo metodo: dopo le elezioni del 13 aprile ci vuole una grande coalizione tra Pdl e Pd, con un'agenda succinta ma importante (riforma della legge elettorale per evitare l'instabilità di governo e riforme economiche strutturali). Per Tremonti ciò sarà necessario anche se il Pdl conquista una chiara maggioranza nelle due camere». A causa della debole crescita economica e a causa dell'ostilità delle corporazioni di destra alle riforme strutturali, «il Pdl avrà interesse ad allearsi con la sinistra (il Pd). A mezza voce – secondo Delpla - i leaders della sinistra sembrano d'accordo».
Un altro commento più generale sull'Italia si trova sulla home page del sito del quotidiano francese Libération: «Il paese dalle mille urgenze». Giancarlo De Cataldo scrive che il gusto per l'urgenza viene dal basso e che le élites si adattano: si sbaglia chi pensa che l'Italia sia ostaggio di una casta di politici e di giornalisti asserviti, «Gli italiani adorano ragionare visceralmente».
La bufera sulla candidatura di Giuseppe Ciarrapico attira ancora interesse sui siti dei giornali francesi: sulla home page del settimanale Nouvel Observateur c'è il titolo «Un candidato fascista in seno al partito di Berlusconi». Titolo simile sul sito di France Soir.
Il debutto elettorale del principe Emanuele Filiberto di Savoia è segnalato sul sito spagnolo Abc, che ricorda le recenti polemiche seguite alla richiesta di indennizzo avanzata dalla famiglia Savoia.
Il britannico Times, in un articolo sulla coalizione di Paesi che hanno appoggiato gli Usa nella guerra all'Iraq, osserva che quasi tutti i leader invitati al ranch texano di George Bush non sono più al potere. Berlusconi «non è un tipo che chiede scusa», ma la crescente opposizione popolare alla guerra «lo ha costretto a impegnarsi per il ritiro dei 3mila soldati» italiani. «Ma ne erano tornati a casa appena 300 quando l'elettorato, infuriato per l'Iraq e i costanti scandali per corruzione, ha mandato a casa Berlusconi». Il suo successore, Prodi, nel suo primo discorso politico ha dichiarato la guerra «un grave errore» e si è impegnato a portare a casa tutti i soldati italiani, fino all'ultimo».
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| 13 marzo 2008 | |
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