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| SPECIALE ELEZIONI 2008 | |
| Tra Pd e Pdl sfida con 30 milioni di lettere
di Lina Palmerini
La sfida dell'ultimo miglio si gioca con gli indirizzari. Con nomi e cognomi, numeri civici e codici di avviamento postali per raggiungere le persone giuste con il messaggio giusto. Un'operazione a tappeto di scrittura di circa 30 milioni di lettere, da spedire ad altrettanti destinatari-elettori, sta impegnando il Partito democratico e il Popolo della libertà. Non è la prima volta che accade: Silvio Berlusconi fu il primo a sperimentare la via postale per la conquista del consenso. Ora si torna alle urne e si torna a imbustare, spedire e incollare francobolli. Il Pd di Walter Veltroni ha preparato 3 milioni e mezzo di lettere di convocazione per il popolo delle primarie da coinvolgere per il gazebo-day, il prossimo 30 marzo. Ma subito dopo partirà un'altra ondata di missive a circa 10 milioni di italiani selezionati secondo criteri di appartenenza sociale, economica e culturale. Il Pdl invece pensa a una platea più larga: 18 milioni di buste per convincere e motivare al voto e soprattutto per far ri-conoscere il nuovo simbolo del centro-destra. La differenza è che il Cavaliere – questa volta – ha scelto di personalizzare il messaggio sui territori, sulle aree geografiche: un testo scritto per i residenti in Campania, un altro per quelli in Lombardia o in Veneto. Se il Pdl sceglie di parlare la "lingua" di ciascun luogo è anche perchè deve tenere insieme una coalizione che va da Bossi a Lombardo, dalla questione settentrionale a quella meridionale. Il Partito democratico ha invece puntato sulla diversità di messaggio per categoria sociale: c'è, quindi, l'esigenza di legittimarsi presso alcuni ceti produttivi e riconquistare quelli medio-bassi delusi dal Governo Prodi. A curare l'operazione del Pd è Ermete Realacci che non vuole sbilanciarsi nei particolari e chiarisce solo che «al pensionato si spiegherà in modo semplice e diretto cosa prevede il programma del Pd sulla previdenza; all'artigiano si chiariranno le misure fiscali studiate per sostenere la crescita di piccole e medie aziende. Ma ragioniamo anche su categorie culturali oltre che economiche». È questa la ragione per cui il "cuore" dell'operazione diventano gli indirizzari. Raggiungere gli indirizzi giusti delle persone giuste è quello che sta impegnando di più gli staff dei partiti. Più facile, per il Pd, è ri-contattare il popolo delle primarie che ha votato il 14 ottobre: quei 3 milioni e mezzo hanno lasciato la loro traccia nei registri del partito. Ma veniamo ai costi. La legge prevede un contributo pubblico per la spedizione di materiale elettorale di 56 centesimi a lettera mentre 4 centesimi sono a carico di ciascun candidato. Complessivamente, il costo di questa mega-operazione postale costerà 16,8 milioni di euro allo Stato e di 1,2 milioni sarà il totale pagato da entrambi gli schieramenti (i maggiori costi, al momento, sono per il Pdl). C'è da dire, però, che se da un lato i partiti impegnano una parte dei loro soldi, dall'altra ne chiedono. Accade così che nella lettera indirizzata al popolo delle primarie sia allegato anche un conto corrente per ricevere finanziamenti. E non solo. La strategia del tesoriere del Pd, Mauro Agostini, è proprio quella di attivare al massimo il contributo dei privati. Sul sito del Partito democratico si può contribuire pure al viaggio in pullman di Veltroni: 15 euro per ogni chilometro è il "prezzo" del contributo richiesto. E sembra che siano arrivate già 650 donazioni per una media di 70 euro per ciascun versamento on-line. Ed è di ieri la notizia diffusa dal loft che in meno di 48 ore, tramite il sito, siano stati venduti gadget per oltre 20mila euro. | |
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