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SPECIALE ELEZIONI 2008
Sinistra e destra contro la sindrome «Nimby»
di Elysa Fazzino

Sinistra e destra attaccano la sindrome «Nimby»: lo scrive ilsito delFinancial Times, che osserva come entrambi i lati dello schieramento politico siano contrari all'ambientalismo tipo "Nimby" (not in my backyard, ovvero non nel mio cortile). Nella sua corrispondenza da Roma, Guy Dinmore scrive: «La cultura del "not in my backyard" è da tempo una caratteristica della vita italiana ed è spesso incolpata per il declino economico e la mancanza di infrastrutture del Paese». Tra Napoli che sguazza nella spazzatura e gli allarmi energia, «entrambi i principali partiti dicono che vogliono cambiare il modo in cui l'Italia funziona o, più precisamente, non funziona». Gli industriali – osserva il quotidiano finanziario britannico – sono già contenti perché «il partito dei Verdi, guidato da Alfonso Pecoraro Scanio, il ministro dell'Ambiente uscente, che loro accusano di avere bloccato progetti infrastrutturali vitali, probabilmente non svolgerà un ruolo nel prossimo governo».

L'articolo osserva che "No ai Nimby" è tra gli slogan elettorali del Partito democratico di Walter Veltroni, che «cerca di trarre vantaggio dalla decisione di scaricare i Verdi (e i Comunisti) dalla sua coalizione» e promette di snellire e centralizzare i processi decisionali per i grandi progetti infrastrutturali. Veltroni, ricorda, ha citato specificamente l'Alta Velocità, i rigassificatori e i termovalorizzatori, tutti progetti bloccati per «gestione incompetente».

Quanto al centro-destra, Silvio Berlusconi, ha promesso di tornare ai grandi progetti, «compreso il controverso ponte per la Sicilia». Il Financial Times riferisce che sull'agenda del Cavaliere tornerà perfino l'energia nucleare, mentre il Partito democratico continua a mantenere la sua opposizione al ritorno al nucleare «nei prossimi anni», anche se questo «non va considerato un argomento tabù», scrive il quotidiano citando Roberto Della Seta, che si è dimesso da presidente di Legambiente per diventare responsabile ambiente del Partito democratico.

Il gruppo britannico BG Group – osserva il quotidiano – il cui rigassificatore parzialmente costruito nel Sud dell'Italia è congelato da un ordine del tribunale, «ha detto questa settimana che accoglierebbe con favore nuovi programmi per aiutare l'Italia a uscire dall'emergenza gas». «Questo sarebbe un buon segnale per la comunità straniera che vuole investire in Italia», ha dichiarato al Financial Times Damiano Ratti, presidente e amministratore delegato di BG Italia.




29 febbraio 2008

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