| Veltroni a El Pais: «Riformisti, non di sinistra»
di Elysa Fazzino
La novità di Veltroni, il programma di Berlusconi, le liste nere del Liechtenstein, la crisi dei rifiuti e il rinvio a giudizio di Bassolino: sono gli argomenti legati alla campagna elettorale italiana trattati - con interesse e talvolta con passione - sui siti Internet dei giornali stranieri nelle ultime ore. «Siamo riformisti, non di sinistra»: è il titolo di un'intervista a Walter Veltroni uscita nel week-end sul sito del quotidiano spagnolo El Pais. Il corrispondente Miguel Mora, che ha parlato con il leader del Partito democratico a bordo del bus elettorale, lo definisce «la grande speranza del centrosinistra italiano di contendere la vittoria a Silvio Berlusconi». «Ottimista assoluto… il candidato afferma che gli italiani sono stufi del passato». Sempre evitando di citare Berlusconi, Veltroni dice: «Il nostro avversario ha governato sette anni e non ha né modernizzato né trasformato il Paese. Tutto quello che dice lo abbiamo già sentito». Alla domanda se in caso di vittoria farà una legge sul conflitto di interessi, Veltroni risponde: «Faremo una normativa, ma non sarà una legge contro nessuno», spiegando di volere ricercare il consenso e non agire «contro questo o quello». L'intervista è accompagnata da un servizio da Perugia, dai toni positivi: «Veltroni ringiovanisce la politica italiana». Miguel Mora nota che nei suoi comizi non ci sono arringhe, né grida, né insulti al rivale, parla di «stile ragionevole, convincente», «uno stile familiare e didattico, a metà tra Barack Obama e un pastore». Il corrispondente dedica domenica un articolo a Bruno Vespa, una faccia che, a suo parere, il pubblico italiano associa allo spirito rumoroso, complesso e pieno di insulti che ha caratterizzato la lotta politica durante la Seconda Repubblica.
Sempre su El Pais, un altro articolo di Laura Luccini, da Milano, intitolato «Verso una nuova mappa politica», spiega che le elezioni italiane di aprile presentano «una nuova e inedita delle forze politiche» e cita Renato Manheimer secondo il quale si sta vivendo una transizione «da un pluripartitismo estremo a una struttura più semplice, con due grandi partiti e pochi piccoli che possono decidere le elezioni con alleanze dell'ultima ora». I sondaggi – scrive – segnalano che la distanza del partito di Veltroni da quello di Berlusconi si è ridotto a sei punti dagli oltre 10 di un mese fa. «Il Partito democratico ottiene più voti così che presentandosi dentro una coalizione più ampia», come quella di Romando Prodi nel 2006.
Le ripercussioni sulla campagna elettorale italiana della frode fiscale del Liechtenstein trovano eco in Spagna e in Francia. Il sito del quotidiano spagnolo El Mundo, riportando una notizia dell'agenzia Efe, titola «Vari politici italiani compaiono nelle liste nere del Liechtenstein» e mette in evidenza che Rocco Buttiglione, dell'Udc, ha ammesso di avere alcuni conti nel Liechtenstein, assicurando che la sua situazione è legale. L'articolo riferisce che sia il leader dell'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro sia la Sinistra Arcobaleno chiedono che i nomi dei politici inclusi nelle liste siano resi pubblici al più presto «per evitare che si candidino alle elezioni». Una notizia sullo stesso tema dell'agenzia francese Afp compare sul sito del quotidiano economico francese Les Echos. Al programma elettorale di Berlusconi dedica un altro titolo Les Echos, mettendo on line un servizio Afp: «Elezioni italiane: Berlusconi promette meno imposte e più sicurezza». L'ex capo di governo – precisa l'articolo - ha puntualizzato che l'alleggerimento delle imposte dipenderà dalla situazione economica internazionale e dei conti pubblici italiani. L'articolo parla dell'impegno a ritornare al nucleare e conclude osservando che Berlusconi ha presentato il programma due settimane dopo il suo rivale, «ma il magnate dei media non sembra avere fretta di lanciarsi nella campagna elettorale, forte dei sondaggi che gli danno la vittoria».
Un'analisi di Marc Lazar, docente alla Luiss, consultabile sul sito del quotidiano francese di sinistra Libération, riflette sul perché una parte dell'Italia segua Berlusconi. Nel servizio, intitolato «Niente di nuovo sotto il sole italiano?», il Cavaliere è definito «l'antipolitico diventato un vero politico». Negli ultimi cinque anni di governo – scrive l'opinionista – l'ex premier «non mantiene le promesse», «indebolisce la credibilità internazionale dell'Italia», eppure parte in vantaggio in questa campagna elettorale. L'ascendente di cui gode si spiega in parte con il suo stile diretto, in parte con i valori del «berlusconismo» come la libertà, l'individualismo, il denaro, il lavoro. Ma il risultato dello scrutinio elettorale non è già scritto, secondo Lazar, perché c'è la novità del Partito democratico. «Prendendo atto del decesso del centrosinistra, quasi incapace di governare, il Pd taglia di netto i ponti con la sinistra radicale e si presenta solo alle elezioni». «La marcia verso il bipolarismo, il bipartitismo, si scontra con le forze della sinistra radicale, della destra estrema e del centro, decise a giocare il tutto per tutto in questo scrutinio. Resta da vedere cosa penseranno gli elettori, combattuti tra la lassitudine, la rivolta e l'aspirazione al rinnovamento».
La crisi dei rifiuti a Napoli è affrontata in una corrispondenza di Guy Dinmore sul Financial Times, intitolata «Spreco criminale». Titolano sul rinvio a giudizio del presidente della Regione Antonio Bassolino Libération (notizia Afp) e il quotidiano Usa International Herald Tribune (notizia Ap). Il servizio dell'Associated Press, in particolare, nota che il rinvio a giudizio ha rilanciato le richieste di dimissioni da parte del campo conservatore e «ha creato qualche imbarazzo tra gli alleati di centrosinistra di Bassolino, in vista delle elezioni politiche del mese prossimo».
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