ILSOLE24ORE.COM > Notizie Italia ARCHIVIO

di Marco Cacciotto

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci







SPECIALE ELEZIONI 2008
Sondaggio: il 15% di indecisi determinerà il risultato del voto
di Marco Cacciotto*

I risultati del sondaggio

La campagna elettorale che sta entrando nel rush finale è stata caratterizzata, fino a questo momento, da un uso distorto ed esagerato dei sondaggi che, da strumento di analisi strategica, sono divenuti parte preponderante del dibattito politico. Tutti i candidati ne hanno fatto uso costante per dichiarare aperta o chiusa la campagna elettorale, i media hanno prestato eccessiva attenzione alle varie previsioni elettorali arrivando a spiegare l'uso o l'abbandono di una tematica in base ai presunti riscontri nei sondaggi (non ultimo il caso Alitalia).
Ogni giorno vengono pubblicati nuovi risultati, ma i sondaggi non sono tutti uguali. Possono essere di tre tipi:
•"previsionali" (per sapere chi vincerà...)
•"tattici" come parte della comunicazione politica (per dire chi vincerà...)
•"strategici" su grandi aggregati (per capire come vincere nel complesso dell'elettorato) o su target mirati (per capire come vincere in gruppi specifici di elettorato)
Nel nostro Paese a prevalere sono i sondaggi tattici invece di quelli strategici, si tende ad acquisire informazioni utili per l'azione politica immediata invece che per obiettivi di medio-lungo termine. Inoltre la campagna di quest'anno ha trasformato questi strumenti conoscitivi in parte della comunicazione politica, in tentativi di influenzare gli elettori attivando dinamiche di mobilitazione e di smobilitazione degli elettori.
Anche i risultati dell'Osservatorio Politico Nazionale di Lorien Consulting che presentiamo non vanno presi come un risultato puntuale, ma come indicatori di tendenze ed orientamenti che possono aiutare a fare una previsione del probabile esito finale. Guardando l'andamento delle rilevazioni a partire dal 28 gennaio, si può notare come la rimonta del PD si sia arrestata agli inizi di marzo e da allora il vantaggio del Pdl si è consolidato. I rapporti di forza tra le coalizioni possono cambiare notevolmente da qui al voto (vi è una quota di circa il 15% di elettori che pur essendo intenzionata a votare ancora non dichiara quale partito ha scelto o è realmente indecisa), ma è altamente improbabile che alla Camera possa cambiare l'esito finale. Tra gli indecisi vi è un potenziale di recupero per il PD, ma il partito di Veltroni deve convincere questi elettori ad andare al voto (si tratta di elettori di centro sinistra nel 2006 delusi dal governo Prodi). Tra i cinque partiti/coalizioni principali vi sono sovrapposizioni (elettori che orientati a votare per un partito, ma anche per quello più vicino: ad es. indecisi se votare PD o Sinistra Arcobaleno) che possono cambiare il risultato finale di queste forze politiche. Un chiaro esempio è l'Unione di Centro, che non a caso è quella che nei sondaggi dei vari istituti ha le maggiori differenze passando dal 5,5 al 7,4: una quota considerevole di elettori potenziali dell'Udc potrebbe anche votare per PD o Pdl facendo passare il partito di Casini da una potenziale affermazione ad un risultato deludente.
Un incremento anche di pochi decimali può fare la differenza al Senato con alcune regioni in bilico tra PD e Pdl e la possibilità, in varie regioni, per Udc e Sinistra Arcobaleno di raggiungere il quorum dell'otto per cento.
Se ben utilizzati e condotti i sondaggi possono fornire importanti indicazioni, tuttavia il rapporto tra candidati e sondaggi rimane troppo spesso legato ad una funzione psicologica dello stesso. Il candidato che tenta di conquistare il consenso si trova di fronte a supposizioni e non certezze sugli atteggiamenti degli elettori. Il sondaggio sembra "svelare l'ignoto" attraverso l'uso di tecniche scientifiche, di tabelle e grafici con abbondanza di numeri esatti. Dando per scontata la correttezza scientifica (quanti soldi sprecati in sondaggi farlocchi o inutili), resta da capire a cosa serve veramente un sondaggio. Troppo spesso l'unica attenzione viene data alle previsioni elettorali (del candidato e del partito), quando si è troppo lontani dal voto e una percentuale tra il 30 e il 40 non risponde o si dichiara indecisa.
Ma allora quale deve essere l'approccio nei confronti dei sondaggi politici? Probabilmente ha ragione Napolitan, pioniere della consulenza politica moderna, quando afferma: "Io non condurrei mai una campagna elettorale senza effettuare adeguati sondaggi di opinione, ma neppure mi affiderei mai completamente ai loro risultati". Si tratta, quindi, di imparare a distinguere tra sondaggi validi e non validi, tra domande utili e domande inutili.


* Consulente e analista politico, docente di "Marketing politico" presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Milano e di Firenze




27 marzo 2008

RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio
L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.


 
   
 
 
 

-UltimiSezione-

-
-
8 maggio 2010
8 maggio 2010
08 Maggio 2010
8 maggio 2010
8 maggio 2010
 
Prendeva la pensione della madre morta. Arrestato
L'Indagine del Cnr nei mari italiani
IL PUNTO / Il dopo Scajola e gli interrogativi sul governo
Addio a Giulietta Simionato
VIDEO / Le dimissioni di Scajola (da C6.tv)
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-