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| SPECIALE ELEZIONI 2008 | |
| Berlusconi: «Puntiamo al recupero dell'evasione per due punti di Pil»
A Porta a porta il Cavaliere non firma alla scrivania il contratto con gli italiani ma rispolvera la lavagna per spiegare, pennarello alla mano, i punti salienti del suo programma, compresa la riduzione delle aliquote appena i conti pubblici lo permetteranno. Scorrono le cifre: detassazione degli straordinari e taglio dell'Ici sulla prima casa, che in caso di vittoria del Pdl alle prossime elezioni saranno portati al primo Consiglio dei ministri, costeranno 4 miliardi di euro, fondi che arriveranno dalla lotta all'evasione fiscale e dalla razionalizzazione della pubblica amministrazione.
Lotta all'evasione. Sulla lotta all'evasione non si sbilancia, ma stima un recupero, nel quinto anno di legislatura, pari a due punti di Pil. «Noi non siamo così sicuri - spiega a Porta a porta - del risultato della lotta all'evasione, non abbiamo dato una cifra sicura, pensiamo due punti di Pil nell'ultimo anno, 30 miliardi, solo dall'evasione fiscale».Contesta i risultati esibiti dal Governo Prodi, ricordando gli anni che intercorrono tra l'accertamento e l'effettiva riscossione da parte dell'Erario: «Sono stati recuperati solamente due miliardi, noi abbiamo parlato con l'Agenzia delle Entrate». Nonostante la crisi mondiale dell'economia e la necessità di ricorrere a sacrifici per ammodernare lo Stato ribadisce che non metterà le mani nelle tasche degli italiani.
Nomine: il caso Eni. Sul capitolo nomine delle società quotate e partecipate dallo Stato, dice che «sarebbe serio non procrastinare le assemblee». Il governo Prodi, dice Berlusconi, «sta esaminando alcune persone e ci informerà sulle decisioni finali. Per quanto riguarda l'Eni ci sono state delle prese di posizione da parte dell'attuale consiglio di amministrazione e hanno espresso la volontà di recedere dall'impegno e questo - ha concluso - renderà più facile l'operazione».
Alitalia. Il leader azzurro torna poi a parlare di Alitalia e frena. «La soluzione migliore sarebbe che dieci imprenditori italiani entrassero in campo», pensare «a una public company con Alitalia, Klm e Air France è possibile», ma Alitalia «deve restare una compagnia di bandiera» con i propri vessilli e i propri uffici nel mondo. L'ex premier ipotizza anche un intervento dello Stato, a condizione, però, che «il sistema aeroportuale italiano non cambi: ci dovrà essere Roma e Milano».
Il dopo elezioni. Una parola anche per i futuri scranni del Governo: il Cavaliere ipotizza Gianfranco Fini presidente della Camera e Franco Frattini agli Esteri o all'Interno. E sulla presidenza del Senato dice che c'è la volontà di far restare Franco Marini, «ma bisognerà vedere come si comporta la sinistra che ha tutte le cariche istituzionali». Sui sondaggi il Cavaliere ribadisce che sono dieci i punti di differenza tra il Pd e il Pdl. Casini? «È lui che è uscito fuori dalla coalizione».
Veltroni mente. Frontale l'attacco a Veltroni. «Mente sapendo di mentire, la bugia è il suo mestiere, è solo un comunicatore e ha una gran faccia tosta». Veltroni, per il Cavaliere, «sembra aver vissuto sulla luna: predica esattamente il contrario di ciò che hanno fatto i suoi amici al Governo». Si dice tranquillo sui risultati elettorali, perché i sondaggi «ci danno stabilmente un vantaggio di dieci punti nei confronti del Partito democratico». Nel Pdl, dice, «siamo assolutamente convinti che con questa legge elettorale avremo oltre 70 deputati in più alla Camera e 30 senatori in più al Senato». | |
| 5 marzo 2008 | |
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