SPECIALE ELEZIONI 2008
Il Pd tra il vento di Zapatero e le preoccupazioni dei cattolici
di Guido Compagna

Il successo dei socialisti nelle elezioni politiche in Spagna e in quelle amministrative in Francia possono essere certamente un'iniezione di fiducia per il traballante Centro-sinistra italiano. E ha fatto bene Walter Veltroni a parlare subito di «un vento nuovo in Europa e in Occidente». Ma riusciranno Veltroni e il Pd a prendere nelle proprie vele l'aria nuova che sembra spirare anche in America, dove i candidati alle prossime elezioni sembrano preoccupati soprattutto di mettersi alle spalle gli anni di Bush?

Certamente il quadro di riferimento internazionale di Berlusconi (Bush, Ppe e neogollisti) è oggi ancora più fragile e vecchio di quanto apparisse ai tempi del suo Governo. E questo dovrebbe favorire la campagna elettorale di Veltroni. Ma va anche ricordato che in Francia e Spagna sono stati i rispettivi partiti socialisti a vincere. E che un fermo ancoraggio al socialismo europeo e al suo partito il Pd, lo ha rifiutato fin dalla sua fondazione. Il suo leader poi, oltre a non aver voluto un apparentamento con i socialisti, più di una volta, magari per compiacere chi veniva dal mondo cattolico e dalla Margherita, ha spiegato che il nuovo partito doveva andare «oltre». Senza contare che Zapatero soprattutto, ma anche i socialisti francesi, sui temi etici non hanno mai mostrato di temere l'accusa di laicismo, mentre su queste questioni i democratici di Veltroni e Rutelli hanno sempre avuto un approccio timido e guardingo, preoccupato soprattutto di non scontentare le gerarchie della Chiesa di Roma.

Ora, dopo il risultato spagnolo, il Pd potrebbe avere una posizione più risoluta su unioni di fatto, testamento biologico e altri diritti civili. Ma per far questo Veltroni dovrà fare qualche scelta forte e chiara. Perchè magari si possono giustapporre le candidature di Bonino e Binetti, ma alla fine tra il vento di Zapatero e gli altolà di Ruini si deve saper scegliere.




10 marzo 2008