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Il conteggio dei voti inizia sempre dal Senato

di Giuseppe Latour

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Chiuse le urne, il compito dei cittadini può dirsi esaurito. Inizia, allora, il difficile lavoro all'interno delle sezioni da parte di scrutatori e presidenti.
Che porterà, dopo una serie di procedure minuziosamente organizzate dal Viminale, al risultato elettorale e alla nomina dei parlamentari. Vediamo cosa succede alle nostre schede elettorali una volta chiuse le operazioni più strettamente legate al voto.
Per prima cosa, il presidente sgombera il tavolo di tutti gli oggetti non più necessari. Particolare attenzione va riservata alle matite copiative, che il presidente raccoglie e si premura di custodire personalmente.

Si inizia con il Senato
In primo luogo viene calcolato il numero dei votanti. Prima vengono contati i votanti del Senato, successivamente quelli della Camera; entrambi sono confrontati con i numeri delle tessere elettorali, ripartiti tra uomini e donne e annotati nel verbale.
Vengono poi controllate le schede non utilizzate per la votazione.
Anche lo scrutinio si apre con le schede relative al Senato. Tutti i documenti riguardanti la Camera vengono intanto chiusi in un plico e la relativa urna viene sigillata.
Il presidente sorteggia i compiti dei diversi scrutatori. Durante lo scrutinio, al quale possono assistere anche gli elettori della sezione, devono essere sempre presenti almeno cinque membri: presidente o vicepresidente, tre scrutatori e il segretario. Tutto andrà completato entro le 14 di martedì 15 aprile. Laddove non si riesca a rispettare tale termine, le operazioni verranno completate dall'ufficio elettorale del tribunale.
Prima di aprire l'urna, il presidente la agita per mescolare le schede. A questo punto, rimossi i sigilli, uno scrutatore estrae la scheda e la consegna al presidente, che ne legge il contenuto; un secondo scrutatore lo annota, insieme al segretario, nelle tabelle di scrutinio che andranno a contenere i risultati del voto di quella sezione.
Infine, un terzo scrutatore ripone le schede spogliate in una scatola. Sulle schede bianche viene subito apposto il timbro della sezione.
In questa fase è vietato estrarre una scheda dall'urna se la precedente non è stata riposta nella scatola ed è vietato a chi non faccia parte del seggio toccare le schede. Laddove si trovi una scheda della Camera nell'urna del Senato si provvede immediatamente al passaggio nell'urna apposita. Chiusa questa fase, e prima di procedere al controllo, il presidente verifica se nell'urna della Camera sono presenti anche schede relative alle elezioni del Senato, provvedendo poi a sigillarla di nuovo.
Le schede nulle
Per la verifica dei casi di nullità vale il principio che il voto deve essere ammesso tutte le volte che se ne desuma la volontà effettiva dell'elettore.
Un voto è nullo quando la scheda, pur votata regolarmente, presenti irregolarità come segni di riconoscimento o non sia conforme alla legge, mancando ad esempio il timbro della sezione. Una scheda è nulla quando non sussiste alcuna possibilità di identificare la lista prescelta. Sono bianche, infine, le schede che non riportano alcun segno.
Nei verbali e nelle tabelle di scrutinio sono annotate le schede nulle, le schede bianche e i voti nulli, che saranno vidimate dal presidente e da due scrutatori e chiuse in una busta.
Sulle eventuali contestazioni sollevate in sede di scrutinio decide il presidente, sentiti gli scrutatori che, comunque, non hanno parere vincolante. I voti contestati devono essere indicati nel verbale, divisi per lista e per motivi di contestazione, indicando anche la decisione del presidente in merito alle contestazioni. Tutte le contestazioni verranno riprese dall'ufficio elettorale del tribunale competente per territorio, che decide sull'assegnazione dei voti.

I risultati
Ultimato lo spoglio, il presidente conta le schede nella scatola, quelle nulle, quelle bianche e quelle contestate e verifica se il totale coincide con le tabelle di scrutinio e con i votanti che risultano dai verbali.
Fatto questo, può dichiarare il risultato per l'elezione del Senato, dandone pubblica lettura e poi annotandolo nel verbale. A questo punto, il presidente sigilla tutte le schede valide, chiude il verbale e le tabelle di scrutinio.
Il verbale viene redatto in duplice copia. Una copia andrà in tribunale, insieme alle schede, ai plichi e ai documenti. Da qui arriverà all'ufficio elettorale regionale, insieme alle tabelle di scrutinio e ai plichi con le schede nulle, bianche e contestate.
L'altra copia andrà in Comune, a disposizione degli elettori. Un estratto del verbale sarà girato alla prefettura. Gli Uffici elettorali provvedono ad assegnare le schede contestate e all'eventuale spoglio delle schede non scrutinate. Infine, essendo le elezioni su base regionale, provvedono direttamente all'attribuzione dei seggi alle liste e alla proclamazione degli eletti.
Tutto il materiale viene poi inoltrato alla segreteria del Senato.

La Camera
Simile il procedimento per la Camera dei deputati, salvo alcune differenze che seguono la fase di proclamazione dei risultati.
I verbali sono redatti nello stesso numero di copie e vanno inviati agli stessi soggetti, con la sola eccezione dell'ufficio centrale circoscrizionale, che di fatto può essere anche collocato all'interno dello stesso tribunale, al posto dell'ufficio elettorale regionale.
Qui si procede allo scrutinio eventualmente non completato e alla decisione sulle schede contestate. I verbali con le schede nulle, bianche e contestate vengono girati alla segreteria della Camera e un estratto del verbale è trasmesso all'ufficio centrale presso la Corte di cassazione, dove si procede al riparto dei seggi su base nazionale, comunicando agli uffici circoscrizionali il numero di seggi assegnato a ciascuna lista per la proclamazione degli eletti. Il risultato arriva, quindi, alla Camera dei deputati.
A questo punto il Parlamento è pronto per la prima seduta.

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