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Il premio di maggioranza non garantisce la vittoria

di Franco Colasanti

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Sistema proporzionale, premio di maggioranza, linee plurime di sbarramenti: gli stessi ingredienti usati per il trattamento dei voti conferiti alle liste in gara alla Camera, vengono utilizzati per il conteggio dei consensi aggiudicati alle liste che si contendono i seggi del Senato, sia pure con le particolari modalità di applicazione dovute alle diverse dimensioni delle due Assemblee.
Rispetto ai numeri previsti per Montecitorio, infatti, a Palazzo Madama raddoppia mediamente la quota percentuale delle soglie di sbarramento, ma è soprattutto il premio di maggioranza a fare la differenza. E a rappresentare il maggior punto di criticità della riforma elettorale in uso per la consultazione del 13 aprile.

Premio su base regionale
Perché mentre alla Camera il premio viene assegnato su base nazionale ed è quindi unico, al Senato lo stesso "bonus" di governabilità si moltiplica per 17, tante quante sono le regioni elettorali in cui è ripartito il territorio nazionale, oltre a Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige e Molise, che seguono diversi e particolari sistemi di voto. Così come avviene per la rappresentanza senatoriale degli italiani all'estero.
Nei fatti, quindi, il sovrappiù di seggi che la legge attribuisce al vincitore proprio per garantirgli la maggioranza necessaria alla governabilità, finisce per funzionare soltanto alla Camera, dove l'Esecutivo è sicuro di poter contare su un blocco di almeno 340 seggi contro i 277 assegnati alla minoranza.
Per i seggi di Palazzo Madama non esiste invece nessun livello nazionale di riferimento: la ripartizione degli scranni senatoriali avviene separatamente regione per regione, ognuna con le sue soglie e col suo premio, al di fuori di qualsiasi garanzia che la coalizione o la lista vincente sul piano nazionale possa contare sulla maggioranza assoluta. Perché nel gioco dei 17 collegi elettorali, i premi possono annullarsi e contraddirsi fra loro, producendo una sostanziale parità fra maggioranza e opposizione (com'è capitato in pratica nella legislatura che s'è appena conclusa). O sovvertendo addirittura il risultato della Camera, con un Senato a maggioranza "contraria". Che è la situazione puntualmente descritta come «la lotteria del porcellum».

Gli sbarramenti
Anche per le 17 regioni che contribuiscono proporzionalmente (e ognuna per sé) alla formazione degli schieramenti di Palazzo Madama, è previsto un sistema di sbarramenti contro l'eccessiva frammentazione della rappresentanza, con soglie però molto più alte e quindi più difficili da raggiungere per le formazioni partitiche minori. Questi sono i "concorrenti" ammessi alla suddivisione e all'attribuzione dei seggi in 17 delle 20 Regioni italiane:
1) le coalizioni di liste che siano riuscite a scavalcare la quota del 20% dei suffragi, sempre nel presupposto che all'interno della stessa coalizione vi sia almeno una lista collegata che abbia raggiunto il 3%;
2) le liste singole, non appartenenti cioè a coalizioni, che abbiano conseguito un risultato superiore all'8% dei suffragi. Si tratta d'una quota particolarmente alta che, secondo alcune previsioni, potrebbe limitare nella prossima legislatura l'ingresso in Senato alle sole due coalizioni maggiori: Pdl+Lega+Mpa e Pd+Italia dei valori;
3) le liste collegate fra loro all'interno d'una coalizione che abbiano raggiunto almeno il 3% dei voti validi.
Effettuata questa selezione, si verifica se il concorrente che ha conquistato il più alto numero di voti, coalizione o lista, ha ottenuto almeno il 55% dei seggi spettanti alla regione. Se così non è, scatta il meccanismo del premio e al primo in classifica vengono assegnati tanti seggi aggiuntivi quanti sono necessari per arrivare alla quota del 55%, mentre un analogo numero di seggi viene sottratto alle altre coalizioni o liste.

Liste bloccate
Come alla Camera, anche al Senato le liste sono bloccate: per ogni lista sono eletti i candidati secondo il loro ordine di presentazione e nel numero dei seggi attribuiti.

Le eccezioni
Questo meccanismo non trova comunque applicazione in tre Regioni, per le quali intervengono alcune norme particolari: la Valle d'Aosta elegge un solo senatore col metodo maggioritario, il Molise ne designa due col sistema proporzionale. Per il Trentino-Alto Adige si è mantenuto un sistema misto mentre per la circoscrizione "Estero" si applica il proporzionale di lista. Ed è ammesso il voto di preferenza.

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