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Come ripartire gli scranni

di Giuseppe Latour

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Conclusa la conta dei voti, e fatte salve eventuali contestazioni, si procede all'assegnazione dei seggi. Per la Camera dei deputati sono complessivamente 630 gli scranni da riempire. Dodici di questi sono di competenza della circoscrizione estero; i rimanenti 618 saranno occupati da parlamentari eletti sul suolo italiano.
Per comprendere la composizione del mosaico che darà vita alla Camera è necessario allora fare un passo indietro. Prima delle elezioni, il ministero dell'Interno stabilisce quanti deputati saranno eletti in ognuna delle 27 circoscrizioni elettorali in cui è diviso il territorio italiano. E lo fa, secondo le regole dettate dall'articolo 56 della Costituzione, dividendo la popolazione residente in Italia in base all'ultimo censimento (nel nostro caso, quello del 2001) per 618, il numero dei seggi da assegnare.
Grazie al risultato di questa operazione, che dice quanti cittadini ci sono per ogni deputato (circa 92mila), si ottiene il numero di deputati che ogni circoscrizione ha diritto ad eleggere.
E si arriva a stabilire che la Valle d'Aosta, con poco più di 100mila abitanti, viene rappresentata alla Camera da un solo parlamentare, mentre la Lombardia, con i suoi 9 milioni di residenti, è divisa in tre circoscrizioni che riempiranno ben 97 poltrone del Parlamento. La ripartizione regionale delle prossime consultazioni risulterà, quindi, identica a quella delle ultime elezioni politiche, nel 2006.
Completata questa divisione si può procedere, a conclusione delle operazioni di conteggio e di scrutinio, all'assegnazione materiale dei seggi.

La ripartizione alla Camera ha un funzionamento diverso rispetto a quella del Senato e viene fatta su scala nazionale, anziché regionale. Dalla conta va, però, esclusa la Valle d'Aosta, che nomina il suo unico rappresentante con metodo maggioritario uninominale.
Restano dunque 617 seggi, da dividere tra le forze che hanno superato le diverse soglie di sbarramento previste dalla legge elettorale. A questo punto, poi, entra in gioco anche il premio di maggioranza: se una coalizione o una singola lista ha superato il 55%, non viene assegnato; altrimenti viene conferito alla coalizione o alla lista con più voti, che si vedrà quindi assegnare il 55% dei deputati (340).
Seguiamo per semplicità questo secondo caso. Alla prima lista vanno 340 seggi, che vengono divisi tra le 26 circoscrizioni guardando alla distribuzione territoriale dei voti ottenuti dal simbolo: più voti in una zona significheranno, quindi, più deputati eletti rispetto alle altre circoscrizioni. I restanti 277 scranni vanno assegnati alle altre liste o coalizioni, sempre guardando ai totali nazionali.

Per sapere quanti posti vanno a ciascun simbolo si usa un complesso calcolo, definito per quozienti interi e più alti resti. Utilizzandolo si assegna a ciascuna lista un numero di posti proporzionale ai voti validi ottenuti. Nel caso in cui ci siano coalizioni, i seggi ottenuti dalla coalizione verranno divisi tra le liste che la compongono e che hanno superato lo sbarramento, sempre usando il sistema dei quozienti.
Anche in questo caso, una volta completato il riparto su base nazionale, per ciascuna lista si procede alla divisione territoriale, fatta seguendo la distribuzione dei voti nelle diverse aree.
E si arriva a determinare i nomi di chi siederà a Montecitorio nel corso della prossima legislatura.

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