A inventare la "circoscrizione estero", da aggiungere alle ripartizioni elettorali del territorio nazionale, ci ha pensato sei anni fa una riforma costituzionale che i partiti dell'epoca hanno approvato pressoché plebiscitariamente dopo molti anni di tentativi andati a vuoto.
L'innovazione era motivata dalle migliori intenzioni, perché mirava a riconoscere e a riconfermare un legame sempre forte fra la madrepatria e i cittadini italiani residenti all'estero, anche da più generazioni. Ma i modi della sua realizzazione non sono stati sempre all'altezza degli intenti, sia per la non totale attendibilità delle anagrafi degli espatriati, sia per i problemi scaturiti dal voto per corrispondenza. Che ha provocato la possibilità di abusi o addirittura di brogli.
La nuova disciplina costituzionale ha lasciato invariato il numero dei seggi delle due Camere, sottraendo al totale dei seggi distribuiti nei collegi nazionali un blocco di 18 scranni, che sono stati assegnati alla nuova circoscrizione "mondiale". Che provvede quindi all'elezione di 12 deputati e di 6 senatori. La circoscrizione estero è articolata a sua volta in 4 ripartizioni territoriali, in ciascuna delle quali è eletto almeno un deputato e un senatore:
1) Europa, che ingloba tutta la Federazione russa e anche la Turchia asiatica;
2) America meridionale;
3) America settentrionale e centrale;
4) Africa, Asia, Oceania, Antartide.
Gli altri 10 rappresentanti, 8 per la Camera e 2 per il Senato, sono distribuiti fra le stesse ripartizioni in proporzione al numero dei cittadini che vi risiedono e che risultano negli appositi elenchi. Il sistema elettorale è puramente proporzionale ma, diversamente da quanto avviene per le circoscrizioni nazionali, non è previsto alcun premio di maggioranza né alcuna possibilità di collegamento fra le liste. È ammessa invece l'espressione del voto di preferenza.
La legge ordinaria ha poi previsto e disciplinato la possibilità del voto per corrispondenza anche per i cittadini temporaneamente all'estero per motivi di servizio o missioni internazionali.
(F. Co.)