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Osama, nipotino del Führer

di Benny Morris

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27 gennaio 2008

Nella sua recente autobiografia, Once Upon a Country, Sari Nusseibeh – il rettore palestinese, coraggioso e dalle posizioni moderate, dell'Università al-Quds di Gerusalemme Est, ex "ministro" dell'Olp ed esperto di filosofia islamica – scrive che lo Statuto (o Costituzione) del movimento fondamentalista Hamas «suona come se fosse uscito direttamente dalle pagine di Der Sturmer».
E forse, almeno in parte, le cose sono andate proprio così. Nusseibeh si stava riferendo a passi come il seguente: «Con i loro soldi gli ebrei hanno incitato rivoluzioni in diverse parti del mondo ... Erano dietro la Rivoluzione francese, la Rivoluzione comunista ... Si sono serviti del loro denaro per creare società segrete come la Massoneria, i Rotary Club, i Lions ... Erano dietro la Seconda guerra mondiale, grazie alla quale hanno realizzato immensi profitti finanziari ...».
In Jihad and Jew-hatred, Matthew Kuntzel, un ricercatore tedesco, cerca di risalire alle origini dell'odierno antisemitismo musulmano e di valutare che posto abbia nella weltanschauung del jihadismo mondiale contemporaneo. E pur essendo un po' scarna e trascurata, la sua ricerca risulta tristemente illuminante.
La sua tesi è questa: l'odio verso gli ebrei radicato nel nazismo e esportato dal Terzo Reich attraverso i media e gli scritti e rafforzato dall'appoggio politico tedesco, finì per mettere radici sia tra i nascenti movimenti nazionalisti arabi, sia tra gli islamisti della Fratellanza musulmana (sunniti) e dell'Iran (sciiti). In seguito, ci fu un'ibridazione tra l'antisemitismo degli islamisti e quello dei nazionalisti, ibridazione di cui possiamo forse trovare un'epitome nella figura del muftì di Gerusalemme Muhammad Amin al-Husseini, che era a capo tanto del ramo palestinese della Fratellanza musulmana quanto del movimento nazionalista arabo-palestinese.
Husseini, come ben sappiamo, aveva orchestrato – con il sostegno politico e finanziario della Germania nazista e di Mussolini – la rivolta arabo-palestinese del 1936-39 contro gli inglesi e aveva trascorso gli anni della guerra, tra il 1941 e il 1945, a Berlino, trasmettendo al mondo arabo appelli per una jihad antibritannica. (Naturalmente, va anche detto che queste ingerenze erano un passatempo consueto per gli europei: gli inglesi stessi, per esempio, avevano istigato e finanziato, nel 1916-18, la prima Rivolta araba, quando le tribù Hijazi avevano lanciato una jihad contro l'Impero turco-ottomano. E più di recente, nel 1979-89, la Cia ha appoggiato la ribellione jihadista afgana contro i sovietici.)
Oggi il mondo arabo-islamico è sommerso da un'ondata di antisemitismo, cosa che spiega perché i Protocolli dei savi di Sion, un falso antisemitico russo di epoca zarista, è salito ai primi posti nelle classifiche dei bestseller del mondo arabo, e perché due recenti serial televisivi basati sui «Protocolli» – uno in quarantuno puntate prodotto dall'Egitto (nel 2002) e l'altro in ventinove puntate prodotto dalla Siria e da Hizbullah (nel 2003) – hanno avuto un così grande successo.
Kuntzel ci rammenta che Gamal Abdel Nasser, leader egiziano (1952-70) e figura dominante del moderno nazionalismo arabo, era un membro della Fratellanza musulmana, l'organizzazione islamista sunnita, fondata nel 1928, che si è diffusa in tutto il Medio Oriente e ha dato infine origine alle organizzazioni palestinesi di Hamas e del Jihad Islamico (nonché al gruppo Tanzim al-Jihad, responsabile dell'assassinio, nel 1981, del presidente egiziano Sadat); che Sami al-Jundi, un leader del partito siriano Baath, scrisse, a proposito degli anni Trenta, che «Noi fummo i primi a pensare di tradurre il Mein Kampf. Chiunque fosse vissuto a Damasco in quel periodo avrebbe potuto rendersi conto di come il popolo arabo guardasse favorevolmente il nazismo ...»; e che Khomeini, l'uomo che portò gli islamisti sciiti al potere in Iran, da giovane mullah aveva l'abitudine, assieme ai suoi compagni, di trascorrere le serate ascoltando le trasmissioni naziste in lingua farsi (e di leggere gli scritti del fondatore e leader della Fratellanza, Hassan al-Banna).
Uno dei princìpi fondamentali trasmessi dal nazismo al mondo arabo, assieme all'antiliberalismo e all'odio per la democrazia, fu proprio l'antisemitismo; o, per essere più precisi, l'idea dell'esistenza di una cospirazione mondiale ebraica. Quest'idea, che era al cuore della visione nazista del mondo (nella quale Londra, Washington e Mosca erano parimenti considerate come asservite agli ordini degli ebrei), fece gradualmente presa nei principali movimenti politici del mondo arabo; cosa che spiega il motivo per cui negli anni Trenta, curiosamente, la Fratellanza musulmana egiziana predicava la jihad contro la minuscola comunità ebraica palestinese anziché contro gli imperialisti britannici che opprimevano lo stesso Egitto. Come conseguenza, detto tra parentesi, il numero di membri della Fratellanza balzò da 800 (nel 1936) a 200mila (nel 1938). Al pari dei nazisti, anche il mondo islamico vedeva ora gli ebrei come una minaccia radicale. Per riprendere le parole dell'egiziano Sayyid Qutb, oggi ritenuto il principale ideologo della jihad globale, gli ebrei hanno combattuto per quattordici secoli una guerra «contro l'Islam, una guerra ... che continua tutt'oggi ... In questa guerra totale, gli ebrei si servono anche del cristianesimo e dell'idolatria ... Di conseguenza, Allah ... fece sì che Hitler giungesse a dominarli ... Dietro alla dottrina del materialismo ateo c'era un ebreo; dietro alla dottrina della sessualità animalesca c'era un ebreo; e dietro alla distruzione della famiglia e alla devastazione dei rapporti più sacri nella società ... c'era sempre un ebreo ... Essi liberano i desideri sessuali da ogni freno inibitore e distruggono le fondamenta morali sulle quali riposa la pura Fede l'Islam, al fine di far cadere la Fede stessa in quel sudiciume che spargono con abbondanza su tutta la Terra». (Si noti il richiamo agli impulsi sessuali che sta dietro alla visione jihadista di Qutb).
Il che ci riporta all'11 settembre e alla tesi secondo la quale dietro gli attentati ci sarebbe stato il Mossad, tesi che gode di grande popolarità nel mondo islamico (così come – cosa alquanto contraddittoria – sono molto popolari anche gli attentatori suicidi stessi). Qutb e Abdullah Azzam sono stati e rimangono tuttora i mentori ideologici di Bin Laden. Azzam, un palestinese nato a Jenin, studiò all'Università al-Azhar del Cairo e fu il portavoce della Fratellanza musulmana all'Università di Damasco nel 1971-73. Proseguì la sua carriera – assieme a Bin Laden – fondando, nei primi anni Ottanta, l'Ufficio di servizi per i mujaheddin a Peshawar (in Pakistan), un centro che organizzava i volontari pronti ad andare in Afghanistan a combattere i russi (l'ufficio divenne infine «al-Qaeda», «la base»). Ai due si unì in seguito anche Ayman al-Zawahiri, un veterano della Fratellanza.
Israele si è sforzato per anni di minimizzare la componente "palestinese" (e antisemita) delle motivazioni del jihadismo globale. Kuntzel, però, sostiene che l'assalto di al-Qaeda contro l'Occidente, annunciato per la prima volta nel 1998, trovava (e trova) la propria spinta principale nell'antisemitismo. Bin Laden identifica l'Occidente/l'America con «gli ebrei» e dà per scontato che «gli ebrei sono determinati a dominare il mondo». Nella sua «Lettera al popolo americano» dell'ottobre 2002, Bin Laden spiegava: voi siete «la peggiore civiltà mai apparsa ... nella storia ... in parte perché gli ebrei hanno preso il controllo della vostra economia, attraverso la quale hanno assunto la direzione dei vostri media e, ora, controllano ogni aspetto della vostra vita ... e le vostre politiche ...». Ciò viene anche a spiegare, almeno parzialmente, perché sia Bin Laden sia al-Zawahiri, nei loro ricorrenti messaggi registrati, fanno così spesso riferimento alla "Palestina", ossia a Israele, che vedono come l'avamposto dell'Occidente conficcato nella gola dell'Islam.

(traduzione di Daniele Didiero)

Matthias Kuntzel, «Jihad and Jew-hatred: Islamism, Nazism and the Roots of 9/11», Telos Press, New York, pagg. 180, $ 29,95.

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