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Le arti dello spettacolo in biblioteca: la Lucchesi Palli

di Gennaro Alifuoco*

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Storia di una donazione

La Biblioteca Lucchesi Palli nacque nel 1888 allorché il conte Febo Edoardo Lucchesi Palli dei principi di Campofranco donò la sua ricca biblioteca drammatica con annesso Archivio musicale allo Stato italiano affinché l'aggregasse alla Biblioteca Nazionale di Napoli.
La famiglia Lucchesi Palli era una delle più illustri dell'epoca e ancora oggi vanta discendenti sia a Napoli che in Sicilia. Il conte Edoardo nacque a Milano il 13 ottobre 1837, secondogenito (dopo una femmina, Clotilde) del conte Ferdinando e della cantante lirica Adelaide Tosi. Il padre, capostipite del ramo cadetto di Napoli, rivesti la carica di console generale delle Due Sicilie negli Stati Uniti ed in seguito fu inviato straordinario e ministro plenipotenziario in Spagna. Scrisse varie opere di carattere economico pubblicate a Napoli ed a Palermo. La madre, soprano di grande successo, ebbe una vita teatrale breve ma gloriosa. Figlia di un avvocato di Milano, allieva di Crescentini, esordì alla Scala nel 1821 nella Fedra di Mayr. Oltre che a Milano, si esibì al San Carlo di Napoli e in varie città d'Europa fra cui Madrid e Vienna. Portò al successo opere di Donizetti e Bellini, di Mercadante e Pacini.
Fin da giovanissimo Edoardo si rivelò grande estimatore ed appassionato di cose teatrali. Nella sua bella casa sita in via Chiaia 216 (palazzo Giroux), aveva fatto costruire un piccolo teatro. Con l'approvazione e l'incoraggiamento della contessa madre, il giovane metteva in scena opere di prosa dei migliori autori contemporanei (Carlo Cosenza, Giulio Genoino, Federico Riccio) e commedie tradotte dal francese, per la regia di Raffaele Moreno, Achille Majeroni e talvolta dello stesso Riccio. Il "Teatro Accademico" in casa della contessa Lucchesi Palli fu particolarmente attivo negli anni fra il 1853 e il 1857, come attestano le notizie apparse sui giornali dell'epoca.
La passione per il teatro di Edoardo andò ben oltre gli anni della giovinezza. Alla fine degli anni '80 si trovò in possesso di un ingente patrimonio librario e manoscritto - di argomento teatrale e musicale, ma non solo - raccolto in quasi un trentennio di ricerche minuziose con esborso di notevoli somme di denaro.
Nel 1887, incoraggiato anche da Achille Torelli, concepì il disegno di offrire allo Stato la sua ricca biblioteca. In realtà il conte avrebbe preferito legare il suo nome ad un istituto specificamente napoletano e aveva pensato al Museo Filangieri, ma palazzo Cuomo mancava di locali adatti. Si rivolse allora al Comune perché trovasse altrove degli spazi, ma l'amministrazione municipale continuava a temporeggiare.
Ne nacque un caso di cui la stampa cittadina si occupò diffusamente ed in termini assai poco lusinghieri per i pubblici amministratori. Dopo circa un anno di inutili sollecitazioni, il conte approfittò di una visita a Napoli del ministro dell'Istruzione Boselli per sottoporgli il progetto della donazione. Con grande sensibilità Boselli mise a disposizione due sale della Biblioteca Nazionale, allora nella sede del Museo, l'antico palazzo degli Studi. Una terza sala fu concessa nel 1892 per collocarvi la sezione legale.
La munificenza del conte non si limitò solo al dono di libri e manoscritti: egli volle offrire anche mobili e scaffali facendoli trasportare ed adattare a proprie spese. Chiamò insigni artisti ed artigiani per la decorazione e l'abbellimento delle sale. Ignazio Perricci fu incaricato dell'architettura delle decorazioni e del disegno sia del pavimento che degli stigli. L'adattamento della mobilia preesistente e l'esecuzione della nuova fu affidata ad una delle più rinomate officine di Napoli, quella dell'ebanista Germano Masia.
I soffitti e le pareti vennero decorati a fresco ad opera di Paolo Vetri, genero ed allievo del Morelli. In più il conte volle rendere amministrativamente autonoma la biblioteca dotandola di una rendita annua di 3.000 lire da utilizzare per l'incremento delle raccolte e la manutenzione dei locali.
Nello strumento di donazione stilato a Roma il 20 ottobre 1888, presso il notaio Umberto Serafino, veniva, tra l'altro, stabilito il divieto che la Biblioteca Lucchesi Palli con l'annesso Archivio musicale "fossero trasportati in altra città sia separatamente sia insieme alla Biblioteca Nazionale". L'atto di donazione, con decreto del 25/11/1888, veniva poi pubblicato nella G.U. del 15/12/1888. L'ultimo regolamento interno, di qualche anno dopo (G.U. 8/1/1901) al punto n. 20 fa espresso divieto di dare in prestito alcun libro della Lucchesiana.
Al conte Edoardo però il destino doveva negare la gioia di veder ultimata e a buon fine l'opera per la quale si era tanto prodigato: una breve e dolorosa malattia lo conduceva alla tomba il 10 agosto 1903, per cui l'ultimo documento relativo alla donazione, il perfezionamento del contratto, datato 2 agosto 1904, fu firmato, da una parte, dagli eredi - Leopoldo, Adinolfo e, per Ferdinando (console d'Italia a Lugano), dal marchese Giuseppe Perez Navarrete - e dall'altra, dall'allora direttore della Nazionale Emidio Martini, innanzi al notaio Alfonso Martorelli.
Fu desiderio del conte, come testimonia la legenda del fregio nella volta della sala di lettura, che il bibliotecario ed il sottobibliotecario della Lucchesi Palli dovessero essere scelti tra "i più rinomati cultori" della letteratura drammatica. Ed infatti il primo bibliotecario destinato alla direzione della Lucchesiana fu il celebre commediografo Achille Torelli che ne assunse l'incarico nel 1897, quando la biblioteca era ancora in via di allestimento, e lo lasciò nel 1900, in seguito a divergenze sorte fra il conte e il direttore della Nazionale Vito Fornari. L'incarico fu affidato per breve tempo a Giulio Massimo Scalinger, quindi, dal 1° settembre 1902, passò a Salvatore Di Giacomo che lo conservò per circa un trentennio. In realtà è solo nel 1903, ben quindici anni dopo l'atto di donazione, che iniziava il trasporto dei volumi dalla casa del conte alla biblioteca, presi in consegna da Di Giacomo.
La Lucchesi Palli fu finalmente aperta al pubblico nei primi mesi del 1905. Era costituita da circa 30.000 volumi fra libretti d'opera, drammi, commedie e giornali, non mancavano spartiti e autografi e comprendeva persino una ricca collezione di opere letterarie giapponesi ed una sezione legale, fornita di memorie giuridiche, in parte raccolte negli anni dal conte ed in parte donate da vari giureconsulti del foro partenopeo. La biblioteca era organizzata in tre sale e così ordinata: nella prima, nell'ordine inferiore, erano collocati i giornali politici in genere, mentre nell'ordine superiore, divisi per argomento, volumi di scienze, arte, storia, classici, letteratura e viaggi; nella seconda le riviste ed i giornali politici napoletani dal 1848; nella terza le opere di teatro e musica.
Questa sistemazione non doveva durare a lungo: la questione della carenza di spazio, da tempo sollevata da Vito Fornari e che coinvolgeva tutta la Nazionale, giunse ad una soluzione nel 1922, quando il ministro Anile, con decreto del 2 agosto, decideva il trasferimento della Biblioteca Nazionale a Palazzo Reale. Il trasporto della Lucchesi Palli iniziava il 20 marzo 1925, nonostante "le più ampie e formali proteste e riserve" inoltrate a Benedetto Croce, presidente della commissione di vigilanza preposta al trasporto del materiale librario. Con lettera datata Napoli, 1° dicembre 1924, il conte Adinolfo Lucchesi Palli faceva ampie rimostranze sia per il trasferimento in sé, che alienava alla biblioteca gli affreschi di Paolo Vetri, sia per la scelta dei locali, la cui altezza era insufficiente a contenere l'intera scaffalatura, che di conseguenza avrebbe dovuto essere abbassata e quindi deturpata. A tal proposito il conte Adinolfo cita più volte nella lettera l'art. 3 dell'atto di donazione che, mentre prevede il trasporto della Lucchesiana in altro edificio di Napoli, pone la condizione che la biblioteca sia "conservata con gli scaffali ben situati" e che qualora ciò non si potesse ottenere, "dovrà il Governo accordarsi col Municipio o con la Provincia di Napoli o con particolari istituti dipendenti dal Governo affinché la Biblioteca e relativo Archivio musicale sieno comodamente conservati in altro edificio di Napolí". Il conte conclude col
suggerimento, confortato dal parere dell'ing. Silvestri, di elevare il soffitto delle sale, opera il cui costo avrebbe avuto un valore senz'altro inferiore a quello dei suddetti scaffali.
In ogni modo alla lettera non fu dato nessun seguito e gli scaffali vennero abbassati perdendo la bella cornice che li coronava. Questo non fu l'unico spostamento subito dalla Lucchesi Palli, destinata a cambiare sede ancora due volte prima di trovare la sua sistemazione definitiva al secondo piano, negli attuali locali che godono la vista dei giardini pensili e del mare.
Oggi la Lucchesiana occupa 14 sale: il nucleo primitivo si è incrementato, mediante acquisti e doni, nelle tre direzioni di musica, cinema e teatro. I fondi storici conservano, in parte, la collocazione originale (I, II, III e IV Sala) e sono costituiti in prevalenza, ma non esclusivamente, da opere teatrali e letterarie in edizioni italiane e straniere.


I fondi documentari della Lucchesi Palli

Copioni teatrali (sec. XIX - XX)

Il fondo è costituito da circa 2000 copioni teatrali manoscritti e dattiloscritti databili dai primi decenni dell'Ottocento fino alla metà del secolo successivo, nonché da documenti inerenti l'attività amministrativa (contratti, resoconti finanziari, ecc.). I copioni, in uso presso le compagnie teatrali dell'epoca, riportano visti di censura, date di rappresentazione, correzioni ai testi, ecc. Documentano l'attività di importanti centri della produzione teatrale napoletana, in particolare quello del San Carlino (opere di Petito, Altavilla, Cammarano, ecc.). Tra le raccolte di copioni della Biblioteca Lucchesi Palli ricordiamo quella donata nel 1946 da Giuseppe De Martino, la raccolta Cenerazzo (oltre 970 copioni manoscritti e un migliaio fra volumi e opuscoli appartenuti all'attore italo-americano Armando Cenerazzo), la raccolta De Muto (copioni ed opere a stampa che costituivano il repertorio di Salvatore e Rosa De Muto), la raccolta De Cenzo, con i copioni di Gaspare De Cenzo, "pulcinella" al San Carlino. Tra le ultime acquisizioni la raccolta di copioni delle opere di Raffale Viviani, che fanno parte dell'ampio fondo documentario che gli eredi del commediografo hanno depositato presso la Lucchesiana. Da segnalare infine la raccolta di documenti riguardanti la gestione amministrativa del teatro dei Fiorentini.
Il fondo è in gran parte schedato nel catalogo dei manoscritti della Lucchesi Palli.

Autografi e manoscritti (sec. XVII-XX)
La raccolta manoscritta della Lucchesi Palli comprende documenti di notevole interesse, come, ad esempio, una cospicua collezione di lettere di Giuseppe Verdi, qualche documento musicale di rilievo (ad esempio la partitura del Beatus Vir di Provenzale o le musiche originali delle opere teatrali di Viviani, di recente acquisizione), nonché autografi, tra gli altri, di Paisiello, Metastasio, Meyerbeer, Rossini, Petito, Mercadante, Liszt, Cammarano, D'Annunzio, Duse, Russo, Bracco ecc. Altre importanti collezioni conservate presso la Lucchesi Palli sono la raccolta Di Giacomo, comprendente opere manoscritte e a stampa del poeta-bibliotecario, il carteggio di Achille Torelli, e la raccolta autografa di opere letterarie e giornalistiche di Ferdinando Russo. Il fondo è registrato nel catalogo a schede dei manoscritti della Lucchesi Palli.

Libretti d'opera ed edizioni musicali a stampa (sec. XVII-XX)
Il fondo dei libretti d'opera consiste di ca. 3100 unità bibliografiche, e comprende edizioni dal 1600 fino al XX secolo. Il fondo è inventariato, e presente per la gran parte nei cataloghi (autori, titoli) in schede manoscritte o dattiloscritte. Per quanto riguarda i libretti del XVII-XVIII secolo è in fase di pubblicazione il catalogo a stampa per le edizioni LIM. Il fondo è registrato nei cataloghi a schede per autori e per titoli della Lucchesi Palli.
La raccolta di ca. 950 edizioni musicali a stampa comprende in gran parte riduzioni di opere liriche per canto e pianoforte (edizioni Ricordi, Girard, Cottrau, Clausetti, ecc.) dall'Ottocento ai primi del Novecento..
E' infine da segnalare il fondo di canzoni napoletane, che conta più di 25.000 titoli censiti nei fascicoli delle "Piedigrotte", e in pubblicazioni monografiche e periodiche, a partire dalla edizione dei Passatempi musicali editi da Cottrau e Girard nel 1824. Titoli e autori sono indicizzati in un database informatico.

Raccolte iconografiche e locandine teatrali (sec. XVII-XX)
La Biblioteca Lucchesi Palli conserva un corpus di oltre 2000 fotografie, interessanti, oltre perché offre esempi della produzione dei principali fotografi attivi a Napoli (Bernoud, Sommer, ecc.), soprattutto per la documentazione della vita teatrale e musicale napoletana tra Otto e Novecento, attraverso i tanti ritratti di attori e cantanti, scrittori e compositori, compagnie teatrali, foto di scena, ecc. Al nucleo originale si sono aggiunti i lasciti De Muto e De Leva e il fondo Arthur Spurle, che fu accanito collezionista e grande appassionato della canzone e del teatro napoletani. Un catalogo informatizzato permette il reperimento delle fotografie, ricercarbili per autori (fotografo, atelier) e soggetti.
Attualmente indisponibile alla consultazione, è in attesa di una reinventariazione e ricatalogazione il fondo iconografico della Lucchesiana - figurini teatrali, bozzetti scenografici, album di caricature, e soprattutto incisioni e litografie in tavole sciolte e volumi illustrati - prevalentemente dedicato alla ritrattistica (anche in questo caso in gran parte personaggi dello spettacolo), oltre che al vedutismo e alle scene di genere (opere di Vianelli, Gatti, Dura, ecc.).
Da segnalare infine la raccolta di manifesti, locandine e programmi teatrali ottocenteschi, conservata in volumi ordinati cronologicamente o per teatri.

Monografie e periodici (sec. XVI-XX)
La raccolta di edizioni a stampa e pubblicazioni periodiche costituisce il nucleo fondante delle collezioni bibliografiche che il conte Eduardo Lucchesi Palli andò costituendo durante la sua vita e che poi donò alla Biblioteca Nazionale di Napoli. Pur nella varietà di interessi e temi che la raccolta libraria riflette, la grande percentuale dei titoli è di argomento teatrale. Nel catalogo della lucchesiana, che documenta la produzione editoriale in questo settore a partire dal secolo XVI, è soprattutto la drammaturgia tra Ottocento e primo Novecento - in prevalenza italiana e francese - ad essere rappresentata con la presenza delle grandi collezioni di "repertori", "florilegi" e "collezioni drammatiche" attraverso cui la letteratura teatrale si andò diffondendo. Altrettanto significativa è la percentuale di studi e saggi. Tra gli strumenti di ricerca che la Lucchesi Palli mette a disposizione, oltre ai cataloghi a schede per autore e per soggetto, è presente il catalogo a schede per titoli di opere letterarie e drammaturgiche. è in fase di avanzata realizzazione il riversamento delle notizie bibliografiche dei fondi storici della Lucchesi Palli nel sistema catalografico del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN), il catalogo collettivo on-line delle biblioteche italiane.
Molto ricca e articolata la raccolta di periodici, di cui numerose di diretto interesse per le arti dello spettacolo, a cominciare dalla collezione del Programma giornaliero teatrale dal 1838 al 1890, e continuando con la numerosissima serie di testate politiche, satiriche, letterarie, artistiche, teatrali e illustrate, non solo italiane - oltre ai principali quotidiani - raccolte dal donatario.
Archivio Raffaele Viviani(sec. XX)
L'archivio documenta l'intera carriera artistica dell'attore ed autore Raffaele Viviani, dall'esordio nel Varieté nel 1905, fino alle ultime apparizioni nel secondo dopoguerra. E' costituito da:
- copioni
- spartiti musicali
- foto di scena
- bozzetti di scena
- manifesti
- locandine
- ritagli di stampa
- caricature
- opere di pittori e scultori che hanno amato ritrarre Viviani.


La Lucchesi Palli oggi

La Lucchesi Palli è oggi, all'interno dell'ampia ed articolata struttura della Biblioteca Nazionale di Napoli, un organismo vivo e in continua crescita. I fondi storici ne costituiscono l'anima originaria e fondante, e sono accresciuti da una politica di acquisti in antiquariato attenta a individuare quei materiali - lettere, manoscritti, libri, fotografie, incisioni, ecc. - che documentino la storia e la cultura dello spettacolo, soprattutto - ma non esclusivamente - napoletane. Ma, insieme a questa funzione di conservazione e studio delle testimonianze del passato, la Lucchesi Palli si propone di assolvere ai compiti di una moderna biblioteca dello spettacolo e della comunicazione - unica nel suo genere nel Meridione – dedicata quindi, oltre che al teatro e alla musica, al cinema, alla televisione, e, in misura minore, alla moda, alla fotografia, ai nuovi media e alle nuove tecnologie dell'informazione. Il suo patrimonio librario si sviluppa, e si incrementa - per ciascun settore - in due direzioni parallele: da una parte le opere generali di consultazione, bibliografie e repertori bio-bibliografici, cataloghi specializzati, enciclopedie e dizionari, dall'altra la ricchissima raccolta di monografie e periodici, che rappresenta, per quantità e qualità, un saggio significativo della produzione editoriale italiana degli ultimi decenni, con, in aggiunta, una quota non trascurabile di opere straniere. L'obiettivo è quello di offrire agli utenti strumenti di lavoro che rispondano ad esigenze diverse, dalla ricrca specialistica alla semplice consultazione di base.
Le raccolte librarie moderne che la Lucchesi Palli conserva sono, per la maggior parte, raggruppate in tre sezioni principali - Teatro, Musica, Cinema - a cui si affiancano le Collezioni e i Periodici. A queste sezioni se ne aggiungono altre quantitativamente meno corpose: Moda e Costume, Arte (e Fotografia), Letteratura, insieme ad una circoscritta ma densa Raccolta Napoletana.
Ognuna di queste sezioni tematiche è articolata in sottosezioni, anch'esse organizzate secondo un criterio, seppur generico, di classificazione semantica, rispecchiato nella collocazione del libro, che riporta il nome della sezione, il numero della sottosezione, e il numero di sequenza (ad esempio: Teatro I 25; Cinema VI 199; Raccolta Napoletana III 7). Questo offre al lettore, pur non essendo la Lucchesi Palli una biblioteca a "scaffale aperto", con una rigida collocazione dei libri per classi semantiche, un primo orientamento in una eventuale ricerca effettuata direttamente sulle raccolte.
Nelle Collezioni sono collocati, rispettando il numero di sequenza editoriale, i libri che appartengono a quelle collane le cui pubblicazioni sono in gran parte o in toto possedute e che si prevede continueranno ad essere acquisite dalla biblioteca. Anche in questo caso l'eventuale specificazione nella collocazione segnala gli ambiti tematici (ad esempio: Coll. 16.3; Musica Coll. 5.54; Cinema Coll. 6.66).
Infine, i Periodici. Alla ricchissima e preziosa raccolta di giornali e periodici del fondo storico della Lucchesiana si è andato affiancando un cospicuo numero di testate italiane e straniere che documentano la cultura dello spettacolo, sia sul piano scientifico e critico che su quello della cronaca e dell'informazione.
Anche i periodici sono suddivisi per argomento.


* Biblioteca Nazionale di Napoli - Sezione Lucchesi Palli
curatore web (www.bnnonline.it) e progetti digitali BNN



Nel sito ATN - Archivi di Teatro Napoli è possibile consultare i cataloghi, con la possibilità di visualizzare le riproduzioni digitali dei documenti, dei seguenti fondi della Lucchesi Palli (Archivio Raffaele Viviani; Programmi di sala e locandine; Foto; Album del cinema muto).
Nel sito della Biblioteca Nazionale di Napoli è possibile accedere ai cataloghi librari online della Biblioteca Lucchesi Palli e alle notizie sui servizi erogati

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