Alle falde del Vesuvio, nel napoletano, poco distante dalla Villa dei Conti Ferrigni, oggi Villa delle Ginestre, resta quasi sconosciuto un piccolo tesoro per gli studiosi e per tutti gli amanti di Leopardi. Un singolare fondo leopardiano ancora tutto da scoprire: manoscritti, lettere, prime edizioni, ma anche stampe, quadri, ed un album con oltre 15.000 fotografie.
È la Collezione Ruggiero, che porta il nome dal suo instancabile regista e proprietario, il quale da oltre cinquant'anni raccoglie, cataloga, acquista un patrimonio sempre in crescita dedicato al grande poeta. Tra breve questa imponente raccolta verrà trasferita nei nuovi locali della biblioteca dell'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, grazie alla donazione che Nicola Ruggiero ha voluto esprimere solo pochi mesi fa. Nella storica cittadella monastica dell'ateneo partenopeo, è tutto pronto: locali, scaffalature, un intero padiglione per accogliere il prezioso materiale di Ruggiero e offrire a ricercatori, studenti, ma anche semplici appassionati un nuovo luogo legato all'intramontabile e universale poeta-filosofo.
La collezione conta oltre 6000 pezzi. Il grosso del Fondo è librario. Ruggiero ha raccolto molte prime edizioni, ormai introvabili, circa duecento. Tra le più rilevanti, l'edizione Starita dei Canti (1835) e delle fatidiche Operette, strappate queste allo stesso editore dalla censura e dunque rarissime.
Nella sezione immagini, invece, tra i pezzi più rilevanti è un suo discusso ritratto, incorniciato dal poeta e portato da Recanati per la sua abitazione napoletana di Vico Pero. Il ritratto, il cui originale Monaldo conservava in bacheca, era destinato ad abbellire il frontespizio della edizione Zanichelli dei Versi del 1826. Ma a Leopardi non piacque, come spiega in una lettera al padre definendolo "bruttissimo".
Pur se non cospicua, la sezione manoscritti è di un certo interesse. Comprende, tra l'altro, le lettere che il conte Monaldo indirizzava ad uno zio materno, Francesco Mosca, fratello di Virginia, sua madre e dunque nonna di Leopardi. In particolare una è datata proprio 29 giugno 1798 e annunciava la nascita di Giacomo.
L'elenco potrebbe continuare, con foto, libri, stampe e altre carte o immagini, alla cui raccolta (dal valore inestimabile) Ruggiero ha dedicato l'intera sua vita e non meno il suo patrimonio. Ha catalogato meticolosamente ogni pezzo, col solo aiuto di una macchina da scrivere e con un software d'eccezione che ancora non lo abbandona: la sua immensa memoria cerebrale, un catalogo virtuale di immediata consultazione, per cui basta citare un nome, un anno, un'opera e Ruggiero è in grado di fornire ogni tipo di notizia.
Dopo oltre cinquant'anni, all'indomani di una laurea honoris causa conferitagli dall'Università di Pechino e una proprio dal Suor Orsola Benincasa per i suoi studi leopardiani, Ruggiero può ritenersi soddisfatto. Rende finalmente pubblica questa piccola-grande collezione, per offrirla a un numero più ampio di persone, studiosi, ricercatori, studenti che vogliano ‘incontrare' il grande poeta.
* docente di Letteratura Italiana presso l'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli
