di Giuseppe Caravita
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2012: scocca l'ora della banda larga
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Cento megabit al secondo sulle reti mobili al 2012. Ovvero larga banda piena, e capace di competere con le più veloci connessioni fisse Dsl eliminando larghe sacche di digital divide. Questo, sotto il frastuono di mille annunci di singoli prodotti e servizi, il tema dominante per i gestori del Mobile World Congress di Barcellona, la grande fiera dei telefonini, con i suoi 1.600 espositori.
Sol Trujillo, amministratore delegato della Telstra australiana, è oggi l'uomo del momento sul trend. Due anni fa avviava la sua Next G network, una rete mobile esclusivamente basata su Hsdpa (una tecnologia che comprime i dati e spinge al limite la velocità delle reti Umts) prima a 3,6 megabit al secondo, poi raddoppiati a 7,2 e oggi, dal febbraio 2007, spinti a 14,4 megabit al secondo, grazie a una rete di ultimo grido fornitagli da Ericsson. «Oggi copriamo, con questa velocità, un'area di due milioni di chilometri quadrati, pari al 99% della popolazione australiana. E offriamo abbonamenti su schedina Hdspa a circa 100 dollari al mese – spiega Trujillo – con due milioni di utenti che crescono di 250mila al mese». E i piani di Telstra, autentica punta di diamante della larga banda mobile, vanno in progressione: 28,8 megabit/secondo a fine 2008, poi 42 nel 2009 e infine i mitici 100 al 2010-2012.
Come? La chiave si chiama Lte (Long term evolution) l'etichetta che i gestori mobili (nella Gsm Association) hanno impresso, fin dal 2004, su un progetto di standard che ora sta sfornando i suoi primi prototipi. «Già quattro anni fa era chiara la necessità di un salto di paradigma – spiega Mauro Sentinelli, vicepresidente della Gsma –. Le tecnologie Hspa, con la loro compressione dati sempre più fine, insieme alle nuove antenne intelligenti Mimo, spingono l'Umts a traguardi impensati, ma non all'infinito. Molti sostengono che questo limite è a 28,8 megabit/secondo. Per questo il gruppo dell'Lte ha scelto uno schema basato su una tecnica radio più avanzata, l'Ofdm (la stessa del Wimax) per superare la barriera. Ma con due impegni fondamentali: ridurre al minimo i cambiamenti nell'hardware delle reti esistenti e assicurare una totale compatibilità con i servizi sia del Gsm che dell'Umts-Hdspa».
Oggi 3 miliardi di persone si servono abitualmente di telefonini Gsm e 160 reti in 75 Paesi offrono servizi di rete Hsdpa a 180 milioni di clienti con una crescita – secondo Hackan Eriksson, Cto della Ericcson – del 600% in traffico nel 2007.
Sono cifre eloquenti. Ericsson e Qualcomm sono i principali costruttori in lizza oggi sulla frontiera. La seconda, con la sua offerta Hdspa Evolved (una prima forma di transizione all'Lte), si è già aggiudicata nomi come Hutchinson 3g, Telecom Italia e Telefonica, che inizieranno a sperimentarla quest'anno. Mentre Ntt Docomo e Verizon hanno già annunciato proprie roadmap. E Vodafone, proprio a Barcellona, ha indetto un seminario riservato per studiarne gli investimenti. «Entro il 2009 tutti i maggiori gestori avranno in corso le prove sul campo della nuova tecnologia – prevede Sentinelli – e allora apparirà chiaro che la presunta concorrenza del Wimax sarà superata. Il Wimax, infatti, è un ottimo sostituto delle connessioni fisse a larga banda, in particolare dsl, nelle aree escluse. Ma la vera larga banda mobile sarà l'Lte, operativa sulle circa quarantamila stazioni base delle reti mobili italiane al più al 2010».
Una forza d'urto decisiva, per i gestori. Che stanno oggi studiando da vicino i notebook da 300-1.000 euro con connessione Hsdpa (e poi Lte) integrata. «Con un abbonamento da 100 dollari/mese sottoscritto per tre anni – spiega Will Poole della Microsoft – i gestori potranno persino regalarlo, così come oggi si fa spesso con i telefonini». |
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