Google sbarca su Android
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12 febbraio 2008
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Google sbarca su Android
di Daniele Lepido |
Abbarbicati in una minuscola "working area" all'ultimo livello della Hall 4, i ragazzi di Google - tecnici e ingegneri software - lavorano dietro ai loro laptop evitando domande. Non c'è traccia del telefonino targato Mountain View, che qualcuno avrebbe voluto vedere qui a Barcellona in carne e hardware, alla fiera della telefonia mobile più grande del mondo, che ha aperto ieri i battenti. Perché Google sta entrando nel business dei cellulari in modo silenzioso ma (forse in futuro) deflagrante, utilizzando la più cliccata delle parole chiave: quella dei servizi. Il punto di partenza è Android, una piattaforma software open source alla quale già partecipano una trentina di big che vanno da eBay a Telecom Italia, da Intel a China Mobile, passando per Ntt Docomo o Nvidia. Se nella città catalana il Google-fonino è un illustre convitato di pietra, ben visibili sono invece alcuni prototipi che fanno "girare" Android, messi a punto da gruppi come Qualcomm, Texas Instruments e Wind River. Le funzionalità sono ancora ridotte all'osso ma il futuro potrebbe riservare più di una sorpresa visto che il guanto di sfida, pur con tutte le cautele del caso, è lanciato dritto dritto al quartier generale di Redmond, alla Microsoft. Oggi i prototipi che caricano Android implementano solo Gmail, qualche gioco, un browser semplificato e una versione ridotta di Google map con la quale è possibile consultare solo i fusi orari, con sullo sfondo l'immagine di un bel mondo tridimensionale che ruota. «È perché siamo ancora nella fase di testing – fa sapere un tecnico di Wind River – ma tra qualche tempo questa piattaforma potrà stupire». Anche nel modello di business: tra gli obiettivi di Android, infatti, c'è quello di far pagare le telefonate agli spot. Il motto che riassume quest'anno lo spirito di Barcellona è quello lanciato dal numero uno di Nokia, Olli Pekka Kallasvuo: ridisegnare internet. Ma non più come qualche hanno fa, quando ridisegnare significava semplificare, come testimoniano nel ricordo di molti alcune – brutte – applicazioni wap. Riscrivere le regole del web significherà integrare i contenuti con la mobilità. E quindi musica, cinema, televisione, mappe e social network. Da qui il ruolo svolto dalle reti di nuova generazione come Lte (Long term evolution), il network che permetterà di scaricare file da internet alla velocità massima teorica di 100 Mbit. Anche le novità di prodotto (vedi l'articolo qui sotto) portano scritti a chiare lettere i segni della convergenza multimediale, con i nuovi terminali che mischiano la voce con le chat, la navigazione satellitare con i videogiochi. Per tornare ai grandi assenti, a Barcellona ha brillato per assenza l'iPhone, il multi-telefonino di Apple che ha snobbato la kermesse spagnola. Secondo alcuni rumors, infatti, Apple avrebbe dovuto annunciare proprio su questo palcoscenico, un accordo con Tim per l'inizio delle "trasmissioni" in Italia. «Le aziende stanno trattando in maniera piuttosto serrata», dice al Sole 24 Ore una fonte che preferisce restare anonima. Nei corridoi della fiera si sussurra comunque che alla fine di febbraio gli altri ragazzi, quelli di Cupertino, verranno allo scoperto. (Ha collaborato Luca Salvioli) |
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