Marion Cotillard è una splendida realtà del cinema europeo, amata molto oltreoceano. Nonostante abbia appena 32 anni, infatti, la sua carriera è fatta di gavetta e belle interpretazioni, che vanno oltre gli ultimi due film che l'hanno resa famosa nel mondo. La commedia sentimentale, che l'ha vista in tutta la sua bellezza e carattere tener testa a Russel Crowe sotto la direzione di Ridley Scott (Un'ottima annata) e, appunto, La vie en rose, che le è valso l'Oscar come miglior protagonista alla prima nomination, grazie anche alla felice (e coraggiosa) scelta del regista Olivier Dahan. Famiglia di attori (lo sono anche i fratelli minori gemelli Guillaume e Quentin) e artisti, comincia a recitare a teatro con i genitori, spesso nelle parti da maschio! Al cinema arriva nel 1993, appena maggiorenne, grazie a Philippe Harel, ma i primi consensi arrivano grazie a "Il pianeta verde" di Coline Serreau (1998) e alla trilogia prodotto da Luc Besson "Taxxi 1, 2 e 3", nel ruolo di Lily, proprio quando, sfiduciata, stava per abbandonare la reitazione. Nel 2003 arrivano piccole parti per Tim Burton (Big Fish), nel 2004 per Gaspard Uillel (Una lunga domenica di passioni, con Audrey Tautou) che le vale anche un Cesar, nel 2005 per Abel Ferrara (il bellissimo "Mary"). Ottima mestierante del grande schermo, con l'interpretazione di Edith Piaf mostra un talento e un mimetismo mostruoso. Sa imbruttire e invecchiare con il personaggio, il suo playback è più realistico di tanti cantanti improvvisati sul set. E' intensa, naturale, emotiva, rigorosa. Un Oscar meritato datole da un Academy che forse, dal 2008, comincia ad essere meno americano-centrica. Bella e brava.