Javier Bardem è uno che ha preso a morsi la vita e la carriera. La sua famiglia (il nonno attore Rafael, la madre attrice Pilar, lo zio regista Juan Antonio) in Spagna è una colonna del cinema nazionale e così per emergere ha dovuto dimostrare di essere il migliore. E' un Banderas più elegante e trasformista. Fascino magnetico e talento naturale, quasi istintivo, voglia di lavorare e senso del sacrificio i suoi segreti. Eclettico sul set come nella vita, inizia a recitare in tv a 4 anni, mentre appena adolescente si distingue come rugbista, fino ad arrivare in nazionale, e pittore alla scuola delle Belle Arti. Per vivere, però, fa anche l'operaio e lo stripper. Quest'ultima capacità gli sarà servita per il regista che gli cambia la vita, il geniale talent-scout Bigas Luna, che lo fa suo protagonista nel ciclo erotico- alimentare, in cui spicca "Prosciutto prosciutto" (1992, qui arriva alla ribalta anche una giovanissima Penelope Cruz, ora, sembra, sua compagna). Da qui ad Almodovar il passo è breve, con cui è da applausi in "Tacchi a spillo" (1991) e "Carne Tremula" (1997). La sua carriera, ormai è lanciatissima, tutti lo amano tutti lo cercano. Nel 2000 la nomination all'Oscar (la prima per un iberico) arriva per "Prima che sia notte", in cui Julian Schnabel gli affida l'intensa parte di un gay cubano e che a Venezia gli vale la Coppa Volpi. Carriera in costante ascesa, sembra aver bisogno di una pausa. Niente di più falso, arriva Amenabar e gli propone "Mare dentro". Ancora Coppa Volpi e tutti i premi più importanti (dal Golden Globe all'Efa), Oscar escluso. Non è finita qui: negli ultimi anni recita per Milos Forman, Emir Kusturica, Mike Nichols, Woody Allen. Molti lo definiscono il Johnny Depp (a cui ha scippato un paio di parti importanti) spagnolo. Secondo noi è meglio.