A volte sono entrati nel mondo del lavoro contribuendo a rinnovare l'azienda di famiglia, in altri hanno trasformato un'idea in un progetto vincente. In tutti i casi sono caratterizzati da una spiccata attenzione nei confronti dei mercati esteri e da una forte tendenza all'innovazione.
Stefano Poliani, 32 anni, presidente del Gruppo Giovani industriali, accomuna in sé la storia di giovane che ha rinnovato l'impresa di famiglia (55 dipendenti e export per oltre la metà della produzione) e allo stesso tempo ha cercato una nuova strada. Con il suo ingresso nella Enrico Locati, infatti, avvenuta una decina di anni fa, è stata aperta un'azienda complementare all'attività svolta fino a quel momento. Inoltre l'anno scorso Poliani, con un altro imprenditore, senza abbandonare l'impegno nell'azienda di famiglia, ha creato una nuova società nel settore delle energie rinnovabili.
Tradizione e innovazione caratterizzano la storia di Cleto Orefice, 41 anni e un diploma di perito tessile in tasca, rappresentante della quinta generazione di una famiglia di sarti che a Cernobbio si dedica a questa attività dal 1856. Oggi è grazie a una sua intuizione che la Sartoria Lino Orefice, azienda con quattro dipendenti, guarda con nuovo sguardo ai mercati internazionali, grazie al Net Taylor. Utilizzando un'internet camera situata in un punto vendita convenzionato anche a migliaia di chilometri di distanza, Orefice è in grado di prendere le misure, dialogare con il cliente, consigliare il tessuto (che può essere visto e toccato presso il punto vendita) per poi realizzare il vestito a Cernobbio e spedirlo a domicilio. «Il progetto – afferma Orefice – nasce per rispondere da una parte alla mancanza di sarti tra le nuove generazioni e al contempo soddisfare i clienti internazionali che vogliono comperare i nostri vestiti senza essere obbligati a venire in Italia. Con Net Taylor raggiungo questo obiettivo contenendo i costi».
Percorso completamente diverso quello seguito da Franco Fattorini, classe 1961, che dopo aver ricoperto ruoli di responsabilità crescente come dipendente, è diventato imprenditore. Laurea in chimica industriale, un master in business administration in Gran Bretagna e attività di ricerca al politecnico di Zurigo, entra nel gruppo Lechler nel 1988 e vi resta fino al 2005, quando viene coinvolto prima nello spin-off della divisione inchiostri da cui nasce Kiian e poi nel 2007 acquisisce la quota di controllo di Itaca Nova, società spin off di Kiian. «Grazie alle nanotecnologie – precisa Fattorini – sono stati sviluppati degli inchiostri "invisibili" che servono quale difesa alla lotta alla contraffazione».
Ha acquisito una partecipazione in un'impresa del gruppo in cui lavora Giancarlo Zerbi, 38 anni, diplomato in elettronica ed esperienze di lavoro in alcune multinazionali tra cui Motorola e Nec. Da quattro anni in Gmb Engineering, azienda con una trentina di persone e un fatturato di 10 milioni di euro, Zerbi si occupa in particolare del marchio Echo Bus destinato a sviluppare una linea di prodotti per la domotica. «In arrivo nel prossimo futuro – anticipa Zerbi – ci sarà un sistema che consentirà ai gestori di energia elettrica di conoscere in anticipo il fabbisogno di un edificio, in modo da decidere meglio eventuali distacchi a fronte di un eccesso di domanda da parte di tutto il sistema».
Anche se ha superato i cinquant'anni non ha smesso di investire e crescere Piergiorgio Bariani (57 anni), fondatore e titolare della Electronic News. Nel 2005, cogliendo l'occasione fornita dalla cessione di un ramo d'azienda da parte di una società con cui intratteneva rapporti di lavoro, Bariani ha deciso di ampliare la sua attività entrando nel settore delle rilevazioni antincendio: «Abbiamo sviluppato un sensore tecnologico innovativo e siamo tra le poche società a poterlo offrire. Una particolarità che ci ha consentito di ottenere alcuni grandi commesse». Ad oggi l'impresa conta 20 dipendenti e un giro d'affari di 3 milioni di euro.
Punta a raddoppiare in cinque anni il giro d'affari dell'impresa di famiglia, la Bric's, Roberto Briccola, managing director cinquantaduenne. «Il nostro piano strategico prevede di arrivare a 90 milioni di euro di giro d'affari e di aprire 40 punti vendita diretti. I dipendenti in Italia oggi sono 150, pari a quelli degli anni 50-60: in molti casi i figli hanno preso il posto dei genitori, ma poiché sono più qualificati, occupano un ruolo diverso»
Accanto a realtà già più o meno affermate non mancano esperienze più giovani. Come Olo creative farm, nata nel 2005 per opera di tre compagni di studi al Politecnico di Milano: Mattia Amadori, Andrea Corti e Max de Ponti oggi tutti e tre ventottenni. La società si occupa principalmente di produzioni audiovisive e di recente si è messa in luce perché ha ottenuto il primo finanziamento basato solo sulla qualità del progetto e non sull'affidabilità creditizia dei richiedenti.
Travolto dal successo della sua iniziativa, non ha più avuto tempo conseguire la laurea specialistica nonostante abbia terminato gli esami, Davide Marrone, 25 anni, diventato famoso la scorsa estate per aver messo a punto un sistema che consente di inviare sms a basso costo. La società che ha aperto con i capitali del papà oggi lo occupa a tempo pieno. Far quadrare i conti, però, è difficile: «Dei 47mila iscritti – afferma Marrone – solo 1.350 utilizzano i servizi a pagamento, quelli che per me generano utili. Così con i ricavi ad oggi si riescono solo a coprire le spese». È in arrivo però un nuovo modello di business che consenta di incrementare i ricavi anche grazie alla pubblicità.
