Il 1° luglio 2007 è scattata la liberalizzazione del mercato dell'energia elettrica. Da allora si può scegliere volontariamente – ma non è obbligatorio – di aderire a una nuova offerta selezionandola tra quelle delle imprese che vendono energia elettrica attive sul mercato (l'elenco è disponibile sul sito www.autorita.energia.it).

Ecco i consigli dell'Authority per chi vuole cambiare fornitore di energia elettrica.

Cambio di contratto. Si può scegliere di cambiare contratto in qualsiasi momento. Altrimenti si rimane alle condizioni fissate dall'Autorità: è il cosiddetto servizio di maggior tutela, disponibile solo per le famiglie e le piccole imprese (meno di 50 dipendenti e fatturato annuo non superiore a 10 milioni di euro), se connesse in bassa tensione. Il cambio di contratto o di venditore non comporta spese (eccetto l'imposta di bollo: 14,62 euro), a meno che non si tratti del secondo cambio negli ultimi dodici mesi. In questo caso il nuovo venditore si vedrà addebitato un contributo di 27 euro, che potrà a sua volta addebitare al cliente. Non è previsto alcun addebito se il cliente sceglie di ritornare al servizio di maggior tutela.
A cura del nuovo operatore. E' il nuovo operatore scelto – e non il cliente – a inoltrare la richiesta di recesso al vecchio fornitore e a seguire le procedure per l'attivazione della nuova fornitura. Dal momento dell'attivazione del nuovo contratto non si rischia una doppia fatturazione dei consumi: si riceverà solo la bolletta nuova. Inoltre non è previsto alcun intervento tecnico (impianti e contatori non vengono toccati).
I tempi del recesso. Per esercitare il diritto di recesso e quindi estinguere il contratto, l'utente domestico ha a disposizione al massimo un mese di preavviso; una piccola impresa ha a disposizione un mese la prima volta, quindi tre mesi nelle successive occasioni.

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