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9 GENNAIO 2009


Crisi mercati: sterzata di Francia e Germania, intervento pubblico ancora più forte
di Antonio Pollio Salimbeni (corrispondente da Bruxelles di Radiocor)*
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BRUXELLES – Ora si capisce meglio perché‚ per diverse settimane il governo tedesco ha temporeggiato sul fatidico "pacchetto" anticrisi di dimensione europea: una "bomba" a tempo andava prima disinnescata, l'intervento pubblico in Commerzbank, una iniezione di dieci miliardi di euro per la più grande nazionalizzazione in Germania dallo scoppio della crisi subprime. Non è un caso che proprio nel momento in cui veniva reso noto che il controllo della seconda banca tedesca dopo Deutsche Bank diventava pubblico (un quarto del capitale è nelle mani dello stato), la cancelliera Angela Merkel a Parigi cercasse di rassicurare mercati e governi che l'intervento statale in questa fase è l'unica pista possibile e che si tratta di un'azione "limitata nel tempo".
Sta di fatto che sotto i colpi di una recessione peggiore di settimana in settimana (il ministro dell'economia ha indicato come possibile una crescita negativa fino al 3%, Deutsche Bank fino al 4%), con l'export in picchiata, la disoccupazione in aumento e adesso pure un'asta di titoli pubblici andata male, brutto segnale per un paese che aumenta il deficit, ciò che fino a ieri era stato negato viene ora presentato come necessario. Dopo il piano di salvataggio per le banche di metà ottobre di 480 miliardi (garanzie di credito per facilitare prestiti interbancari e ricapitalizzazioni) e il pacchetto di 31 miliardi a metà dicembre ecco il secondo piano di rilancio fra 40 e 50 miliardi per sgravi fiscali, alleggerimento degli oneri sociali, investimenti in infrastrutture pubbliche. E subito si apre un'altra pista: facilitazioni per il credito alle imprese fino a 100 miliardi di euro.
Sulla stessa linea la Francia di Nicolas Sarkozy, mai come in questa fase incollata alla strategia tedesca. L'ultimo incontro tra Sarkozy e Merkel a Parigi ha segnato il consolidamento di un'intesa che farà sentire i suoi effetti in Europa come nel G8 e nel G20. L'intesa è ferrea anche sugli aiuti al settore automobilistico aldilà di quanto stabilito a livello europeo. L'idea comune sulla quale i due governi stanno lavorando è quella dei prestiti garantiti dallo stato. Qualcosa di preciso si saprà, almeno per la Francia, il 20 gennaio, giorno in cui sono stati pomposamente convocati gli "stati generali" dell'automobile. Il governo lavora su misure "simmetriche": ciò che sarà fatto per Renault (che ha bisogno di 2,5 miliardi di euro) sarà fatto per Psa. E si tratterà di misure "simmetriche" anche in relazione con quanto sarà deciso a Berlino, hanno assicurato fonti diplomatiche.
La sterzata franco-tedesca, non meno forte dell'attivismo britannico, si inserisce in un contesto particolarmente incerto. Nonostante le vendite natalizie in Europa il morale di imprese e consumatori è peggiorato, al livello più basso da quando l'indice Ue è stato creato nel gennaio 1985, il tasso di disoccupazione è aumentato al 7,8%, livello più alto da due anni e ci si aspetta un quarto trimestre 2008 in crescita negativa come i due precedenti. Il 19 gennaio la Commissione europea pubblicherà le nuove stime economiche e allora il quadro sarà più preciso, ma sempre a tinte nerofumo. Il 2009 viene considerato il test più difficile della storia europea del dopoguerra, parola del commissario Ue Joaquin Almunia.

(*) Antonio Pollio Salimbeni, esperto di economia internazionale, dal 2002 è corrispondente a Bruxelles per Il Sole 24 Ore Radiocor. Già inviato e corrispondente a Washington per l'Unità, ha vinto i premi giornalistici Saint Vincent 1997 e Lingotto 1999. Ha pubblicato "Il drago, Hong Kong, la Cina e l'Occidente alla vigilia del nuovo millennio" (con L.Tamburrino, Donzelli 1997), "Il grande mercato. Realtà e miti della globalizzazione" (Bruno Mondadori1999), "Lo sviluppo insostenibile" (con P.Greco, BrunoMondadori 2003).

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