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18 LUGLIO 2008


Eurozona: la lezione di un anno vissuto pericolosamente
di Antonio Pollio Salimbeni (corrispondente da Bruxelles di Radiocor)*
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Dura da quasi un anno la crisi subprime e l'onda non si è ancora completamente riversata sulle sponde europee. Nel timore di nuovi gravi perdite bancarie e mentre si disegna uno scenario di quasi-stagnazione trimestrale dell'economia, ciò che colpisce è la lentezza della risposta dei poteri pubblici europei, in particolare dell'Eurozona.
E' vero che sul piano della supervisione dei mercati finanziari sono state decise misure preliminari molto importanti: le nuove regole di cooperazione tra le autorità di supervisione nazionale sui gruppi transfrontalieri renderanno a un certo punto inevitabile una vigilanza paneuropea delle istituzioni finanziarie e delle banche di taglia continentale.
Inoltre, la Commissione europea, tirata per la giacca dalla Sec e dal Tesoro americani, ha finalmente abbandonato un approccio "minimalista" annunciando che le agenzie di rating saranno sottoposte a un sistema di regolazione a livello europeo.
Ciò che manca ancora, però, è la presa d'atto da parte dei ministri delle finanze che occorre un salto di qualità nell'azione di governo dell'economia per l'intera area. Purtroppo, questa esigenza è stata oscurata recentemente da due fatti: la paralisi politica europea dovuta al no irlandese al referendum sul Trattato Ue e la concentrazione sugli effetti immediati del caro-materie prime con l'aprirsi immediato del contrasto fra gli ‘strutturalisti' (che vogliono agire sui fattori di domanda e offerta) e gli ‘interventisti' (che insistono sull'urgenza di tagliare le unghie alla speculazione usando le norme della concorrenza o la tassazione straordinaria). Il risultato è che... in dicembre avremo un bel documento europeo sulla questione.
Quanto accaduto negli ultimi dodici mesi e ciò che ha originato l'ubriacatura finanziaria-immobiliare dovrebbe indurre invece a considerazioni più radicali su quanto può (potrebbe) fare un efficace governo economico dell'area a moneta unica.
Una lezione chiara arriva, per esempio, dai casi di Spagna e Irlanda, oggi travolti dallo ‘sboom'. I primi segni che la bolla immobiliare si stava gonfiando sono apparsi non l'altroieri ma almeno cinque anni fa. La crescita degli investimenti accompagnata dall'impennata dei prezzi delle case è stata sostenuta da tassi di interesse reali molto bassi per troppo tempo, dal credito facile, dalla dinamica demografica inclusa l'immigrazione, da trattamenti fiscali favorevoli ai proprietari di case. E' sempre stata chiarissima la divergenza con quanto accadeva nell'eurozona: nella fase espansiva il valore aggiunto nel settore delle costruzioni ha raggiunto l'11% del pil in Spagna e il 9% in Irlanda contro una media del 6% nell'eurozona.
Ecco un classico caso che avrebbe richiesto almeno una discussione nell'Eurogruppo. Se davvero si vogliono prevenire crisi locali con possibili effetti nell'intera area, ci si dovrebbe pure porre il problema di sgonfiare la bolla evitando sgravi fiscali sulla proprietà immobiliare se i tassi di interesse sono al 2% e l'inflazione molto più alta, oppure aumentando la tassazione sugli affitti percepiti. Misure che dovrebbero essere ‘anticicliche', cioè decadere quando i tassi di interesse aumentano. Invece nulla, ci siamo baloccati con l'ammirazione per la Tigre celtica e il dinamismo iberico (noi italiani ci siamo anche arrabbiati per i sorpassi statistici della Spagna).
Due economisti dell'Istituto Bruegel, Alan Ahearne e Juan Delgado che hanno studiato i due casi, arrivano a questa conclusione: il vero problema è che non ci sono incentivi dall'Eurozona per i governi a smorzare o contrastare "il vento delle bolle immobiliari". Ecco un errore che stiamo pagando tutti.


Antonio Pollio Salimbeni, esperto di economia internazionale, dal 2002 è corrispondente a Bruxelles per Il Sole 24 Ore Radiocor. Già inviato e corrispondente a Washington per l'Unità, ha vinto i premi giornalistici Saint Vincent 1997 e Lingotto 1999. Ha pubblicato "Il drago, Hong Kong, la Cina e l'Occidente alla vigilia del nuovo millennio" (con L.Tamburrino, Donzelli 1997), "Il grande mercato. Realtà e miti della globalizzazione" (Bruno Mondadori1999), "Lo sviluppo insostenibile" (con P.Greco, BrunoMondadori 2003).

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