Il Sole 24 Ore
Sport Stampa l'articolo Chiudi

7 novembre 2006

Inter, Moratti torna presidente
e i due figli entrano nel cda


Torna con «tantissimo dispiacere» alla presidenza dell'Inter, perché non avrebbe mai voluto dover sostituire Giacinto Facchetti. Massimo Moratti lo fa comunque «con grandissimo entusiasmo» e con molti progetti per il futuro, a partire dalla costruzione di un nuovo stadio. E poi c'è uno scudetto da vincere sul campo, che quest'anno sembra poter davvero essere raggiunto, anche per mettere fine alle parole che continuano a essere dette sul tricolore che i giocatori dell'Inter portano già stampato sulla maglia. L'assemblea dei soci dell'Inter, che si è svolta ieri a Milano, segna anche l'ingresso importante nel consiglio dei due figli maschi di Massimo Moratti, un chiaro segnale da parte della famiglia per il futuro della società: la dinastia Moratti all'Inter è destinata a continuare grazie ad Angelo Mario e Giovanni «che porteranno entusiasmo e anche una visione del calcio più al passo con i tempi» ha spiegato Massimo Moratti, che da quel 19 gennaio del 2004 ritorna a ricoprire la carica di presidente, così come Marco Tronchetti Provera rientra nel consiglio.

Poi, sono stati molti i temi trattati da Moratti, a cominciare da quello scudetto assegnato in estate che il presidente nerazzurro considera «assolutamente meritato. Dobbiamo essere - ha detto -fierissimi di questa società che non ha avuto alcun tipo di problema con la giustizia sportiva. Noi abbiamo agito solo sul campo, altri anche fuori», ha ricordato il presidente nerazzurro fra gli applausi degli azionisti. Per questo ritiene «una gaffe» la frase del legale del Milan Leandro Cantamessa che ha definito «giuridicamente illegittimo» lo scudetto nerazzurro.

«Il campionato è difficile», ma Massimo Moratti è consapevole che quest'anno c'è davvero la possibilità di tornare a vincere uno scudetto sul campo che manca dal 1989: «Non è già vinto - ha ammonito - perché il nostro è un campionato lungo e ci sono molte squadre difficili. Bisogna fare attenzione a tutti e il -17 del Milan per ora mi fa solo soffrire un pò meno la domenica. Ma la squadra di Ancelotti ha tutte le qualità per far bene».

La campagna acquisti è però stata di primissimo livello e tale da garantire a Mancini una rosa con molte alternative e Mancini ora può lavorare con calma sul recupero di Adriano «un bravissimo ragazzo - ha detto Moratti - che ha passato delle vicissitudini familiari come la perdita del padre. Ma ha sufficiente volontà e bravura per tornare e ora possiamo anche avere pazienza visto che ci sono altri attaccanti che giocano e fanno gol».

Tra i temi trattati dall'assemblea c'è stato anche il progetto tutt'altro che abbandonato di costruire un nuovo stadio a Milano. Un pò a sorpresa, Moratti spiega che «le trattative sono abbastanza avanzate con importantissimi gruppi per capire quale sarà la cosa migliore da fare. San Siro è importante però ci sono due buoni motivi per andare altrove: quello economico e la necessità di avere un impianto più moderno, con un numero limitato di posti, talmente bello da farci la fila per entrare».

7 novembre 2006