di Gianni Dragoni

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La Juve sceglie la via inglese: uno stadio nuovo e tutto suo
di Gianni Dragoni


Ci sono i soldi per gli ingaggi d'oro di calciatori, allenatori e dirigenti, per le provvigioni dei procuratori, ma non per gli stadi.
A differenza dei club inglesi, che hanno fatto della proprietà degli stadi il simbolo del rilancio, le squadre italiane non hanno mai puntato sulla proprietà della cittadella sportiva.
Forse non hanno capito che potrebbe essere un'operazione sana,con ritorni positivi non solo per la sicurezza, ma anche per il portafoglio, grazie alle possibilità di sfruttamento commerciale (negozi, ristoranti, cinema, parcheggi).I club pagano l'affitto degli stadi, non di rado sono morosi.Qualcuno ha cercato di farsi regalare lo stadio, senza riuscirvi.Fino ad ora. L'unica squadra con un piano per uno stadio proprio è la Juventus.Che ieri ha ufficializzato in cda e presentato al Comune il nuovo progetto da 120 milioni di euro per rifare il Delle Alpi.A sue spese, tranne gli interessi su un mutuo,da almeno 120 milioni in 20 anni.La società chiede a Stato e Figc di garantire la copertura degli interessi, per un costo stimabile in 4050 milioni.L'altra condizione è che l'Italia ottenga gli europei 2012.
Il progetto è stato lanciato dall'ex amministratore delegato, Antonio Giraudo, quando la società è andata in Borsa nel 2001.La prima pietra è stata posata il 15 luglio 2003, quando la società ha firmato con il Comune di Torino il contratto per il diritto di superficie sul Delle Alpi per 99 anni. La Juventus si è impegnata a pagare di 25 milioni più Iva. Un milione versato al Comune alla firma dell'atto.Poi era previsto il pagamento di sei milioni al rilascio di tutti i permessi edilizi per costruire un nuovo stadio (il versamento dovrebbe essere stato fatto tra giugno e luglio 2006).Infine sono previste dieci rate annuali da 1,8 milioni ciascuna.
Il nuovo vertice ha modificato il progetto dell'ex a.d., riducendo il costo previsto da 150 a 120 milioni.Ora è previsto l'abbattimento dell'intero Delle Alpi (costruito per i Mondiali del 1990) e la costruzione di un impianto da 40mila posti. «È una novità assoluta per l'Italia, uno stadio concepito come luogo di intrattenimento sicuro per le famiglie, in grado di vivere sette giorni alla settimana e adeguato a ospitare grandi eventi internazionali », ha detto il nuovo a.d., Jean Claude Blanc.
«Per seguire le norme sulla sicurezza bisognerebbe demolire il 90% degli stadi e ricostruirli in aree vergini fuori dalle città», osserva Francesco Ghelfi, amministratore delegato dell'Empoli Fc.
In passato Roma e Lazio hanno tentato approcci con il Coni, proprietario dell'Olimpico dove giocano in affitto, ma non hanno mai messo sul piatto le risorse.L'ex patron della Lazio, Sergio Cragnotti, aveva creato una società con Salvatore Ligresti per costruire un nuovo stadio alla Bufalotta, tutto è rimasto sulla carta. Claudio Lotito ha ipotizzato di costruire uno stadio su aree di sua proprietà fuori Roma, chiedendo una variante al piano regolatore che renderebbe edificabili terreni agricoli moltiplicandone il valore.

6 febbraio 2007

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