Champions League,
Kakà spinge il Milan ai quarti. Fuori Real e Arsenal

di Lara Vecchio

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8 marzo 2007

Missione compiuta per l’altra Milano. Nulla di paragonabile all’impresa titanica della Roma, certo, ma il Milan aveva a che fare con una di quelle squadre infide che ben sanno sopperire al divario tecnico. Tant’è vero che, per superare il Glasgow non sono bastati i 180 minuti canonici.
È bastato invece, eccome, il talento puro del rossonero che più di tutti sembra subire il fascino e l’adrenalina del palcoscenico europeo, quello che in Europa sfodera le sue armi letali e tiene le briciole da destinare alle gare di campionato. Kakà ancora una volta risolutore. Kakà che, giocoforza, non sacrifica il suo talento al servizio di Ronaldo, ma prova a finalizzarlo e ci riesce con successo. Sua l’accelerazione, suo il sinistro vincente che dà finalmente un senso alla stagione zoppa di un Milan che, per forza di cose, i suoi stimoli, almeno per quest’anno, deve cercarli in Europa.
Partita faticosissima, tutt’altro che scontata. Lo si è visto fin dalle prime battute. Il muro di gomma degli scozzesi, ben organizzati e barricati nelle retrovie, sembrava davvero impenetrabile. Impensabile impostare la manovra di fino. Unica soluzione, provare a tirare con costanza, senza scoraggiarsi, dimenticando i tatticismi leziosi. Una consapevolezza che si è fatta strada col passare dei minuti. Una gara, quella degli uomini di Ancelotti, in crescendo continuo. Contro avversari che solo sporadicamente, e in maniera sterile, si sono fatti vedere nei pressi della porta di Dida.
Ancelotti, che ormai è rassegnato al fatto che Inzaghi e Giardino convivono con la stessa armonia del diavolo e l’acqua santa, sceglie di alternarli, giocando con una sola punta per tutto il match. Felice anche l’intuizione di sostituire Gattuso con Brocchi, che perde meno palloni anche se corre meno di “ringhio”. Serata no di un Pirlo che da qualche tempo gioca con Saturno contro. Tanto Kakà però. Che prima di riuscire nell’intento prova e riprova in tutte le salse a perforare la diga difensiva scozzese. Ma in occasione della prima conclusione è bravo Boruc a rispondere picche.
Una punta, Miller, anche per Strachan che preferisce rimpolpare il reparto centrale con Jarosik che si conquista, in teoria, un calcio di rigore grosso come una casa. Che l’arbitro ignora, “abbonando” a Maldini un salvataggio da pallavolista.
Kakà prova servire Jankuloski, che vanifica l’imbeccata. Cresce il Milan nella ripresa. Inzaghi ci prova di testa ma dove non arriva il portiere scozzese arriva McManus . È l’ultima chance per Super Pippo che cede il posto a Gilardino, poco incisivo. Ancora applausi per Boruc che respinge le conclusioni di Maldini e Seedorf su punizione. Poi il brasiliano fa le prove del gol colpendo la traversa. E quando la difesa del Celtic pecca di ingenuità, al primo tempo supplementare, la colpisce al cuore.

Nell’urna di Atene, venerdì, Milan e Roma non troveranno molte delle favorite della vigilia. Dopo Barcellona, Inter e Lione, si ferma agli ottavi anche la corsa di Real Madrid ed Arsenal. Capello perde con ogni probabilità anche l’ultimo appiglio che lo teneva aggrappato alla panchina madridista: fiducia a tempo per il tecnico friulano, limitata alla sfida di sabato sera al Camp Nou contro il Barça. Fatale la sconfitta delle merengues all’Allianz Arena, dove il lieve vantaggio ereditato dal match d’andata è evaporato in appena 10 secondi: errore di Roberto Carlos, fuga del futuro juventino Salihamidzic, stoccata di Makaay e discorso qualificazione ribaltato con il gol più veloce della storia della Champions League (battuto il record di Gilberto Silva, a segno dopo 20” in Psv-Arsenal del 25 settembre 2002). Un Real che ha continuato a imbarcare acqua anche dopo, costringendo Casillas agli straordinari prima che Capello corresse ai ripari inserendo Guti al posto di Emerson. Buon finale di primo tempo degli spagnoli (occasioni per Van Nistelrooy e Raul), quindi il raddoppio bavarese, firmato dal “solito” Lucio (in gol anche all’andata) in avvio di ripresa. Altri due subentranti (Cassano e Robinho) hanno poi confezionato l’azione del rigore che, trasformato da Van Nistelrooy, ha riaperto i giochi nel finale. Ma le speranze del Real si sono infrante sul gol annullato a Sergio Ramos, per un controllo di mano dello stesso difensore madridista. Tutto facile invece per il Manchester United, che ha replicato l’1-0 dell’andata battendo il Lilla col regalo d’addio di Larsson (all’ultima gara coi Red Devils prima di tornare in Svezia), mentre l’Arsenal, dopo aver rimontato lo 0-1 di Eindhoven grazie a un’autorete di Alex, si è visto raggiungere nel finale da un colpo di testa dello stesso difensore brasiliano: ai quarti il Psv.

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