Calcio, il Tar del Lazio sconfessa la sentenza di Catania: porte chiuse ai tifosi

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12 aprile 2007

I tifosi di calcio del Catania dovranno continuare a rimanere fuori dagli stadi dove la loro squadra sarà impegnata nelle partite casalinghe del campionato di serie A. È questo il senso dell'ordinanza con la quale oggi la terza sezione del Tribunale amministrativo regionale del Lazio, ha ribaltato l'ordinanza con la quale il presidente della quarta sezione del Tar catanese il 4 aprile scorso ordinò lo stop alle "porte chiuse" per le gare interne della società fino al 30 giugno. Decisione, quest'ultima, adottata dal giudice sportivo dopo il derby Catania-Palermo del 2 febbraio scorso, quando durante gli scontri morì l'ispettore di polizia Filippo Raciti.
Oggi il Tar capitolino è stato chiaro: il ricorso dei tifosi catanesi (lo stesso sul quale si era già pronunciato il Tar di Catania), è stato erroneamente proposto al tribunale catanese. Il Tar del Lazio è infatti l'unico competente a decidere sulle contestazioni alle sanzioni disciplinari inflitte da un organo della Figc.
Grande la delusione dei tifosi catanesi, una trentina dei quali stamattina si sono radunati davanti alla sede del Tribunale capitolino. Insieme con loro c'erano il sindaco di Catania Umberto Scapagnini, il suo vice Giuseppe Arena, ma anche il presidente della provincia di Catania Raffaele Lombardo. Alla fine, hanno atteso che i loro legali gli spiegassero il senso dell'ordinanza dei giudici romani. Poi, tranquillamente (come avevano fatto in mattinata), sono risaliti sul loro pullman e ritornati in Sicilia.
«Non risponde al vero, in punto di fatto - hanno scritto nella ordinanza - che gli eventi criminosi scatenatisi durante e dopo la partita di calcio Catania-Palermo siano occorsi solo all'esterno dello stadio, come risulta dalla relazione della procura della Repubblica di Catania; non possono scindersi i fatti delittuosi verificatisi all'interno e all'esterno dello stadio costituendo ciascuno un tassello dello stesso episodio criminoso di guerriglia urbana; non è determinante la circostanza che gli atti di violenza non siano
stati occasionati da uno specifico episodio verificatosi in campo, atteso che ciò rileva ai fini sanzionatori e che l'evento sportivo sia stato l'occasione e causa dei predetti fatti di guerriglia». Il nuovo atto di questa vicenda si avrà domani, giorno di udienza davanti al Tar catanese in composizione collegiale. A quei giudici, i loro colleghi romani hanno già inviato la decisione di oggi, chiedendo anche la consegna del loro fascicolo.

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