L'Inter dei record scala la classifica dei ricavi

di Gianni Dragoni

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24 aprile 2007

Circa 500 milioni di euro per uno scudetto. È il costo sostenuto dagli azionisti dell'Inter per ricapitalizzare la squadra di calcio nei 12 anni di gestione di Massimo Moratti. Un impegno reale, tra iniezioni di capitale e anticipazioni di fondi, per ricostituire il patrimonio della società che, in tutto il periodo, ha chiuso i bilanci in perdita. Sono i soldi effettivamente usciti dalle tasche degli azionisti, secondo i bilanci analizzati dal Sole 24 Ore. Senza tener conto del balletto di plusvalenze o degli scambi di calciatori che, talvolta, hanno generato guadagni solo apparenti. Dallo scudetto deriva un maggior potere negoziale che, nei futuri contratti con tv e sponsor, potrà far aumentare le entrate. Secondo la rassegna Deloitte, nella scorsa stagione, 20052006, l'Inter è salita dal nono al settimo posto in Europa per ricavi, con 206,6 milioni. In testa il Real Madrid (292 milioni di euro), secondo il Barcellona (259), terza la Juventus (251), quinto il Milan (238,7). Fino a un anno fa gli unici trofei vinti da Moratti erano la Coppa Uefa 1998 e la Coppa Italia 2005. Poi è arrivato lo scudetto. Nell'agosto scorso, assegnato dal commissario della Figc, Guido Rossi, dopo le sentenze della giustizia sportiva. Adesso finalmente quello vinto in campo, con soddisfazione per Moratti e i tifosi. In un torneo, però, dalla concorrenza affievolita: la Juve in serie B ad espiare i peccati dei suoi dirigenti, il Milan penalizzato di 8 punti, la Fiorentina di 15. L'Fc Internazionale era già in rosso quando Moratti la comprò, con un aumento di capitale riservato da 30,2 miliardi di vecchie lire (15,6 milioni di euro). Era l'aprile del 1995, il venditore Ernesto Pellegrini. Nell'era Moratti le perdite si sono dilatate, fino ad esplodere al record in serie A:181,5 milioni nel bilancio consolidato al 30 giugno 2006, su un valore della produzione di 210,4 milioni. Il costo del personale è di 141,9 milioni. I debiti lordi hanno raggiunto i 385 milioni. Negli 11 bilanci dal 19951996 al 20052006,l'Inter ha accumulato 661 milioni di perdite nette e ha ricevuto dai soci 476,6 milioni. Nei conti sono iscritte plusvalenze nette di 423 milioni per la cessione di calciatori. In parte, però, sono valori gonfiati dagli scambi. Su alcune operazioni indaga la Procura di Milano, per falso in bilancio. Moratti non possiede tutto il capitale. La Pirelli, che aveva il 19,5%, il 16 giugno 2006 fa ha ridotto l'esposizione al 4,2%, cedendogli il 15% per 13,5 milioni. La famigliaGiulini è scesa al 5,3% circa. Dissolto il 5% di Interbanca. Lo 0,5% è in mano a un centinaio di azionistitifosi. Moratti è salito dal 63% fino al 90% circa. Le ultime operazioni, nel gennaio scorso: una complessa manovra di fusioni e scissioni da cui è emerso un avanzo patrimoniale, utile anche ad assorbire — almeno sulla carta — future perdite. Per questa lunga cavalcata, di suo Moratti ha speso un po' meno di 400 milioni. Oltre alle operazioni nella tabella, ha versato 22,1 milioni dopo il 30 giugno 2006. Alla Pirelli, sponsor dei nerazzurri (8,1 milioni nell'anno solare 2006), la presenza nel libro soci è costata un centinaio di milioni. Le perdite non sono esaurite. Gli oneri della legge salvacalcio, la svalutazione di giocatori per 319,4 milioni fatta nel bilancio 2003 ma spalmata in dieci anni (poi ridotti a 5 dalla Ue), devono essere ancora assorbiti per 111,8 milioni,entro il bilancio al prossimo 30 giugno. A fine 2005 la società ha ceduto il marchio a se stessa, alla controllata Inter Brand Srl, con una plusvalenza di 158 milioni indicata nel bilancio civilistico 2006, che dichiara una perdita di"soli"31 milioni.La plusvalenza è eliminata dal bilancio consolidato, che espone la perdita vera, 181,5 milioni.

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