Rivoluzione in Coppa America: abbandona Louis Vuitton, lo sponsor sarà Rolex

di Lino Terlizzi

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6 luglio 2007


Valencia sede sempre favorita, con le candidature italiana e forse francese che però non hanno perso l'ultima speranza. Un nuovo regolamento, che prevede anche barche più lunghe. La possibile uscita di scena di Louis Vuitton, che da tempo associa il suo nome al trofeo con cui viene premiato chi prevale tra gli sfidanti.
Per la Coppa America di vela una giornata con qualche certezza e alcune ipotesi. Cominciamo dalle certezze. A Valencia Michel Bonnefous, ceo della società organizzatrice Ac Management, Brad Butterworth,skipper del team svizzero vincitore Alinghi, e Hamish Ross, dirigente sempre di Alinghi, hanno annunciato ieri le linee principali del protocollo della prossima edizione. Vi sarà una nuova classe di barche lunghe 90 piedi, cioè quasi 30 metri, con equipaggi di circa 20 persone. Altra certezza: il rappresentante degli sfidanti sarà il Club Nautico Espanol de Vela, che ha siglato il protocollo con lo yacht club defender, cioè la Société Nautique de Genève. Ac Management comunque formerà una Competitors commission con rappresentanti del defender e dei challenger, con riunioni regolari per lo scambio di informazioni. Ancora: vi saranno preregate che potrebbero essere utilizzate anche per selezionare gli sfidanti, e l'evento clou sarà composto ancora dalle regate sfidanti e dal match di Coppa America.
Veniamo alle ipotesi.La prima, data al 90% da molti addetti ai lavori, è che la sede sia ancora Valencia. «Abbiamo un'ottima relazione con Valencia e la Spagna e ovviamente stiamo discutendo sul fatto di rimanere qui» ha detto Michel Bonnefous. L'annuncio arriverà in tempi brevi, se non sarà Valencia vi sarà una selezione in due-tre mesi. La scelta della città spagnola renderebbe più facile la data del 2009 per la 33esima edizione, che si svolgerà comunque non oltre il 2011, nel caso della scelta di un'altra città europea.
Secondo indiscrezioni, dalla organizzazione sarebbe venuta una richiesta a Valencia di un esborso di 150 milioni di euro, contro i 90 milioni dell'edizione appena conclusa. Vi è anche una questione di infrastrutture: la città spagnola vorrebbe espandere il porto commerciale e Ac Management chiede che questo non danneggi l'evento.Valencia ha investito centinaia di milioni di euro per il porto di Coppa America, ma la regione ha avuto un forte ritorno, anche in termini di indotto turistico e commerciale.
Intanto restano altre candidature. Una è ufficiale, quella dell'italiana Trapani, che ha già ospitato un capitolo degli "atti preparatori".Su un'altra, ancora italiana, vi sono per ora solo voci: è quella dell'isola sarda della Maddalena. E su un'altra eventuale candidatura vi sono voci, quella francese di Marsiglia, che pure ha ospitato "atti". È chiaro che per Trapani e Marsiglia varrebbe in subordine la richiesta di avere nuovamente, almeno, gli atti preparatori.
Altra ipotesi, su Louis Vuitton. Il gruppo francese è insoddisfatto delle formule adottate dall'italo-svizzero Ernesto Bertarelli, patron di Alinghi, e da Ac Management. Bruno Troublé, skipper ai tempi del barone Bich e portavoce della Vuitton Cup, ha esternato il dissenso: «Nonè più la Coppa America che conoscevo. E passare a barche più lunghe non è una buona notizia per i team piccoli». Vuitton vorrebbe formule più tradizionali e meno " commerciali".Cresce allora la voce che al suo posto subentri Rolex, blasonato gruppo orologiero elvetico.

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