Per gli italiani è sempre meno un oggetto misterioso. La palla ovale, simbolo del rugby, continua ad acquisire popolarità. E il 2007 propone alla Nazionale una doppia chance. Nei primi mesi dell'anno l'appuntamento annuale del Sei Nazioni si è concluso per la prima volta con due vittorie all'attivo (su cinque partite) ed è stata rugbymania. Adesso arriva la Coppa del Mondo: l'Italia, che esordisce l'8 settembre a Marsiglia contro l'inarrivabile Nuova Zelanda, può cercare di fare suo il tris di partite con Romania, Portogallo e Scozia, ottenendo così l'accesso ai quarti di finale, obiettivo mai raggiunto in precedenza.
A sperarci non sono solo i supporter (che si sposteranno in migliaia sul suolo francese, destinato a ospitare la manifestazione quasi per intero), ma anche le aziende collocate nell'orbita della Nazionale. È il caso di Atleticom, che per la Fir (Federazione italiana rugby) gestisce il sito www.federugby.it e il merchandising ufficiale, realizzato in gran parte da Kappa. Dalle maglie alle cravatte, dai cappellini ai palloni, la vendita avviene online, attraverso il sito stesso, e agli stand allestiti per le partite interne dell'Italia. «Gli introiti si ripartiscono a metà tra i due canali - rileva il titolare di Atleticom, Camillo Franchi Scarselli -. Nel 2006 siamo saliti a oltre 100mila euro e questo è solo un punto di partenza. Tutti gli indicatori ci dicono che le cifre potrebbero decollare sulla spinta del Mondiale e moltiplicarsi per tre, per quattro. Soprattutto grazie all'online, che ci porta ad avere clienti in tutto il mondo».
Kappa, sponsor tecnico dal 1999, fornisce le divise da gioco e per il tempo libero. Attualmente tra merce e corrispettivi economici veri e propri la sponsorizzazione vale circa 700mila euro all'anno. Il contratto scade nel 2008 e di recente è stato rinnovato fino al 2012, portando la somma a ridosso del milione di euro. La collezione con cui viene commercializzato il materiale legato alla Nazionale, Eroi Italia Fir, comprende felpe, "repliche" della maglia da gioco, polo, t-shirt, cappellini. Quest'inverno, dopo le due vittorie consecutive in casa della Scozia e a Roma con il Galles, c'è stato il boom: secondo i dati forniti, sul mercato italiano in tutto il 2006 erano stati consegnati ai rivenditori 15mila pezzi, mentre da gennaio a giugno 2007 si è arrivati a 32mila. E il fatturato è passato da 600mila a 1,1 milioni di euro. Sostanziosa la crescita anche all'estero, con 15mila articoli nella prima metà del 2007. Per Maurizio Vitale, responsabile marketing, «la relazione con la Fir sposa perfettamente la natura e le aspirazioni di Kappa: brand dal carattere e dal prodotto sportivo, multidisciplinare a forte connotazione italiana».
Quello dell'azienda piemontese sarà l'unico marchio presente sulla maglia della squadra in occasione del Mondiale, perché per le partite della manifestazione sono ammessi solo gli sponsor tecnici. Stavolta niente visibilità diretta per Cariparma e Piacenza, che dal 2007 è il main sponsor e sborserà 1,1 milioni di euro all'anno fino al 2009. «La Coppa del Mondo – sottolinea Giampiero Maioli, direttore generale del l'istituto di credito – riveste comunque un'importanza fondamentale. Le abbiamo collegato una serie di iniziative. L'interesse per il rugby della nostra capogruppo, Crédit Agricole, e il fatto che il Mondiale si disputi in Francia hanno fornito senz'altro uno stimolo in più. Ma a spingerci verso la sponsorizzazione dopo che siamo usciti dal calcio sono state soprattutto la volontà di rivolgerci a un target di età tra i 18 e i 40 anni e l'identità con i valori espressi da questo ambiente».
«Anche al di fuori della Coppa del Mondo - spiega il presidente federale Giancarlo Dondi - sulla maglia possono stare al massimo due marchi. E allora per tutti gli altri studiamo pacchetti ad hoc finalizzati all'utilizzo dell'immagine della Nazionale». Un discorso in grado di convincere più di un investitore, a partire dalla Edison, che versa 750mila euro annui, e dalla Regione Valle d'Aosta, che ha anche ospitato il lungo ritiro pre-mondiale.
La Fir vede aumentare continuamente il giro d'affari e prevede di chiudere il 2007 con entrate per 24 milioni di euro, somma cresciuta del 60% nel giro di quattro anni. Oltre 10 milioni arrivano dalla spartizione della "torta" del Sei Nazioni. Invece, puntualizza Dondi, «la partecipazione alla Coppa del Mondo non garantisce introiti diretti, ma i guadagni realizzati dall'International Rugby Board (l'equivalente della Fifa nel calcio, ndr) saranno ripartiti nel quadriennio successivo e all'Italia, entrata nelle prime dieci del ranking mondiale, dovrebbe spettare più che ad altri».
Intanto il numero degli atleti tesserati, comprese le donne e le categorie giovanili, è ormai vicinissimo a quota 50mila: un record. L'Italia ai quarti di finale porterebbe altra linfa, su questo nessuno nutre dubbi, anche se la mancata trasmissione delle partite in chiaro ridurrà inevitabilmente la platea dei telespettatori. Tra l'altro, vivai sempre più ampi (in aggiunta a iniziative come l'Accademia federale di Tirrenia riservata a giovani emergenti, su cui la Fir investe un milione di euro all'anno) consentirebbero di limitare in prospettiva il ricorso a giocatori oriundi o "equiparati".
Si tratta, adesso, di centrare il traguardo fissato per i Mondiali, entrando nelle prime otto. L'avversario con cui fare i conti sarà molto probabilmente la Scozia, da affrontare nell'ultimo match del girone, il 29 settembre a Saint-Étienne. «È vero che quest'anno li abbiamo battuti sul loro terreno - conclude Dondi - ma siamo sostanzialmente alla pari e gli scozzesi hanno maggiore tradizione, sono più collaudati per questi avvenimenti. Insomma, sarà durissima. D'altronde non sarebbe logico pensare che un'occasione storica, in grado di aprire nuovi cicli e scenari, si possa cogliere facilmente».