Per Valentino Rossi arriva anche la denuncia alla Procura per l'evasione di 60 milioni di euro

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9 agosto 2007


Guai in vista per Valentino Rossi, e questa volta non c'entrano le gomme della moto o l'acerrimo avversario Casey Stoner. Secondo il Fisco il campione di motociclismo avrebbe «dimenticato» di pagare le tasse. L'Agenzia delle entrate di Pesaro ha denunciato Valentino Rossi alla Procura della Repubblica per omessa dichiarazione dei redditi e dichiarazione infedele. Si tratta di un atto dovuto e successivo alla notifica dell'avviso di accertamento, per circa 60 milioni di euro di compensi non dichiarati negli anni tra il 2000 e il 2004, determinando un'evasione complessiva di 47 milioni di euro Il campione rischia di dover pagare fra sanzioni e interessi ben 112 milioni di euro e di incorrere in provvedimenti penali.

Alle origini delle disavventure fiscali del "Dottore" ci sarebbe la decisione di trasferire la propria residenza in Gran Bretagna, avvenuta il 15 marzo 2000. Una scelta dettata, ritiene l'Agenzia delle entrate, dall'intenzione di non pagare le tasse in Italia.
Il Fisco ritiene che Rossi, in questi anni, abbia presentato le dichiarazioni tributarie in Inghilterra, ma per cifre irrisorie, attestando di essere residente ma non domiciliato.

Una situazione che gli permetterebbe di usufruire del peculiare regime di residente non domiciliato che consente al contribuente di dichiarare solo i redditi prodotti in Inghilterra. In questi anni, quindi, Rossi avrebbe dichiarato in Italia i soli redditi di fabbricati e in Inghilterra i redditi prodotti nell'isola, cioè quasi nulla. Niente, invece, sulle ricche sponsorizzazioni e il contratto con la stessa Yamaha. I consulenti fiscali di Rossi avrebbero comunque cercato di sviare gli 007 del fisco costituendo una serie di società estere alle quali sarebbero stati intestati i vari contratti delle sponsorizzazioni.

L'Agenzia delle entrate avrebbe ricostruito tutti i passaggi che hanno portato alla nascita di società a cui sono intestati i vari contratti degli sponsor con sedi di volta in volta a Dublino, Londra o altri Paesi. Sarebbe poi emerso che, oltre ad avere in Italia la sede principale degli affari e interessi economici, Rossi ha mantenuto un solido legame «di natura sociale e familiare». La mattina dello scorso 3 agosto i funzionari dell'Agenzia delle entrate hanno notificato a Rossi, nei pressi della sua abitazione di Tavullia, l'accertamento per il quinquennio, suddiviso per anno d'imposta.

A questo punto, il campione pesarese dovrà provare di essere fiscalmente residente in Gran Bretagna. Ma altre strade gli si aprono davanti, e meno drammatiche dal punto di vista finanziario: Valentino, se pagherà in un lasso di tempo di 30 giorni, può infatti ottenere sostanziose riduzioni della sanzione. Oppure, può patteggiare e chiedere una rateizzazione. O, in alternativa, non pagare e fare ricorso all'Agenzia delle entrate. (M. Do.)

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