Italia vs Nuova Zelanda: un'attrazione fatale

di Giacomo Bagnasco

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7 settembre 2007

SONDAGGIO / Chi vincerà la Coppa del Mondo?


Un'attrazione fatale. Con la gara di domani, l'Italia arriva a totalizzare la quinta partita con la Nuova Zelanda su sei edizioni della Coppa del Mondo. Agli azzurri, nell'ambito della manifestazione, non è mai toccato confrontarsi con le altre due grandi dell'emisfero Sud, né – passando alle europee di spicco - con la Scozia (ma la lacuna sarà colmata il prossimo 29 settembre), con la Francia e l'Irlanda (l'una o l'altra, però, potrebbero diventare avversarie di Bortolami e compagni in caso di passaggio ai quarti). Gli All Blacks, invece, sono capitati nel girone degli azzurri quasi sempre: unica eccezione, il Mondiale '95 in Sudafrica.

Il bilancio dei quattro match giocati finora parla, come è facile immaginare, di altrettante sconfitte. Nel dettaglio, 37 punti fatti e 272 punti subiti, tre mete all'attivo e 41 mete al passivo.
Un Nuova Zelanda- Italia fu, oltretutto, il primo match in assoluto nella storia della Coppa del Mondo, il 22 maggio 1987 ad Auckland. I "tuttineri" padroni di casa si avviarono verso la vittoria finale del torneo, l'unica che possono vantare, battendo 70-6 (e 12 mete a 0) gli uomini allenati da Marco Bollesan. L'Italia, a segno con un drop e un piazzato di Oscar Collod, subì "solo" 17 punti nel primo tempo ma scomparì progressivamente nella ripresa davanti allo strapotere fisico e tecnico degli avversari, che misero a segno doppiette con il capitano Kirk e con una coppia di ali che poi verrà a giocare e ad allenare in Italia: John Kirwan e Craig Green.

Tutta un'altra storia il 13 ottobre 1991 a Leicester, in Inghilterra. Gli azzurri persero, sì, ma con un 31-21 che ne rivelò tutta la consistenza. Subita in avvio una meta quasi irridente da Zinzan Brooke e chiuso il primo tempo in svantaggio 16-3, gli uomini allenati da Bertrand Fourcade e capitanati da Giancarlo Pivetta giocarono una ripresa eccezionale, uscendo tra gli applausi del pubblico inglese, conquistato dalla loro prova. Ottima la mischia, in grado di mettere più volte in difficoltà quella avversaria, e ottimi alcuni spunti dei trequarti, che consentirono di segnare due mete (a quattro) con Marcello Cuttitta e Massimo Bonomi. Con una di quelle frasi che nel rugby si tramandano di generazione in generazione, l'ex capitano degli All Blacks Wayne Shelford sintetizzò così: «Una vittoria per la Nuova Zelanda, un trionfo per l'Italia».

Otto anni dopo – sempre in Inghilterra, a Huddersfield – doveva invece venire il giorno più buio degli azzurri in Coppa del Mondo. Il 14 ottobre del '99 una squadra debilitata dalle polemiche (tre mesi prima del Mondiale Massimo Mascioletti subentrò a Georges Coste come ct) e dalle precedenti sconfitte con Inghilterra e Tonga naufragò senza attenuanti. Finì con un umiliante 101-3 (14 mete a 0): da segnalare una tripletta di Wilson e il fatto che a un certo punto il grande Jonah Lomu – re dei trequarti ala e autore di una doppietta – venne per qualche minuto schierato in mischia!

Ed ecco l'ultimo precedente, quello di Melbourne l'11 ottobre 2003. Come quest'anno e come nel 1987, si trattava della prima partita del girone. John Kirwan, mito degli All Blacks passato sulla panchina dell'Italia, fece i conti con un calendario a dir poco penalizzante, pensò alle due partite con Tonga e Canada da giocare nei 10 giorni seguenti e mandò in campo quella che si poteva considerare a tutti gli effetti una seconda squadra. Risultato finale: 70-7, con 11 mete subite e una all'attivo, firmata peraltro da un neozelandese, l'equiparato Matthew Phillips.

Domani si torna in campo e il ct Pierre Berbizier non ha voluto fare calcoli. Contro la migliore Nuova Zelanda possibile va la migliore Italia possibile. In questo senso, c'è già un vincitore: lo spirito del rugby.

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