Nuoto, i costumi hi-tech che facilitano i record in piscina

di Dario Ricci

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18 marzo 2008

Anni di ricerca, brevetti segreti, investimenti di milioni di euro. Tutto per limare pochi centesimi di secondo. Insomma, magari non si incroceranno direttamente in acqua a Pechino (difficile che l'americano scelga di disputare anche i 100 stile libero, sicuro però il duello indiretto nelle staffette...) ma quella tra Filippo Magnini e Michael Phelps, i due simboli del nuoto mondiale è anche una sfida a distanza che si gioca in ....costume e all'insegna della ricerca tecnologica più avanzata. Magnini contro Phelps è anche Arena (azienda italiana) contro Speedo (australiana), le due aziende leader nella realizzazione dei nuovi costumi "totali"che da qualche anno stanno cambiando – cronometro alla mano - il mondo del nuoto con annesso libro dei record. Senza contare che, se non sarà con Phelps, il nostro Filippo già in Olanda dovrà vedersela almeno con i francesi Bernard e Bousquet, "griffati" dalla concorrenza…

Meno attrito da vestiti – Possibile che si possa andare più veloci "vestendosi", invece che nuotando con dorso e petto nudi e costumi più tradizionali? Il segreto è nella fluidodinamica, nello studio dell'attrito tra i corpi e la superficie su cui devono scorrere il più velocemente possibile: l'acqua. Non a caso la ricerca sui costumi dei nuotatori si basa su dati in gran parte condivisi con Formula Uno e Coppa America di vela. Basti pensare allo studio fatto da Arena per il Powerskin Extreme, il modello che ha preceduto il PowerSkin R-Evolution appena presentato a Eindhoven: il corpo di un nuotatore come lo scafo di Luna Rossa o, magari, come una pallina da golf, che ha di solito a che fare (salvo nel caso di un giocatore particolarmente maldestro... ) non con l'attrito dell'acqua, ma dell'aria. Da questa necessità arrivano quelle microsfere concave che caratterizzano le superfici di pallina, scafo e costume. Nel movimento, si riempiono d'aria ( o acqua) e fanno scivolare i corpi nel fluido (o nell'aria). Il nemico numero uno da battere sono comunque le cuciture, "madri" di ogni attrito: e allora il nuovo costume Arena è fatto addirittura di un'unica parte di tessuto, mentre Speedo ha affidato a un dipartimento della Nasa lo studio dei tessuti utilizzati per Lzr Racer.

Filippo Magnini (Afp)Per questo Magnini e Phelps, grazie al solo loro abbigliamento avvenieristico, guadagnano un bel po' di centesimi di secondo su quel Mark Spitz che a Monaco ‘72 vinse 7 ori e che ora è l'obiettivo dell'americano (6 ori e 2 bronzi ad Atene2004, dove già indossava lo Speedo FastSkin FSII, evoluzione del costume lanciato nel 2000 e ora sostituito proprio dall' Lzr Racer, che sarà l'"armatura" dei nuotatori Speedo a Pechino). Insomma, certo non più veloci della luce, ma della pelle sicuro...

Rivali a colpi di software – I nuotatori non ci mettono solo la faccia, ma anche il corpo, per perfezionare i loro "rivestimenti". L'Aqualab della Speedo a Notthingham ha scannerizzato i corpi di oltre 400 atleti per studiarne tipologia e comportamento muscolare. Arena ha studiato comportamenti di corpi e tessuti con simulazioni su atleti e manichini per definire comportamenti di materiali e nuotatori. Per questo i costumi sono strettissimi (e complicati da indossare, quasi come una muta da sub): ogni movimento superfluo della massa muscolare equivale a una dispersione d'energia e a un'alterazione dell'assetto ideale, con conseguente produzione di acido lattico e fatica. Quindi costume aderente fino al limite vuol dire compressione muscolare, niente movimenti inutili, maggiore pressione a favorire il flusso sanguigno (anche se poi è il singolo atleta a scegliere l'aderenza e la tipologia preferita) . E lo studio sui tessuti diventa essenziale e "protetto" in modo particolare dalle aziende. Insomma, come in Coppa America o in Formula Uno, il rischio di una spy story aziendale-sportiva non è poi così remoto...

Brevetti e investimenti- Sono 16 infatti i brevetti depositati da Speedo a tutela del nuovo Lzr Racer: oltre 100 i tessuti analizzati dalla Nasa, l'ente spaziale americano, nel il centro di ricerca Langley, proprio per ridurre al minimo gli attriti e bandire le cuciture, nemiche di qualsiasi perfetto scorrimento. Senza considerare il coinvolgimento di enti specializzati australiani e neozelandesi per lo sviluppo di altri specifici settori del progetto.

Partner d'eccellenza anche per Arena, tra cui l'istituto MOX al Politecnico di Milano, le università di Reims e Liegi e l'High Performance Olympic Center di Berlino. In totale, decine di ricercatori coinvolti per un lavoro di oltre 4 anni e un investimento di diversi milioni di euro per entrambi le aziende. Il tutto per costumi che spesso i nuotatori utilizzano non più di una volta, per una singola gara, proprio per sfruttarne tutte le caratteristiche al massimo del potenziale....

Comuni mortali – Notizie, numeri, dati che potrebbero scoraggiare i comuni appassionati, che magari vanno in piscina per un'abituale nuotatina settimanale...Di fatto, però, i costumi dei campioni sono anche disponibili sul mercato dell'abbigliamento sportivo (circa 400 euro il costo al pubblico, con variazioni a seconda dei modelli). Il mercato è limitato all'elite dei grandi atleti, ma non mancano molti appassionati nuotatori che magari partecipano a gare senior e che non sanno resistere alla tentazione di nuotare col costume del loro campione preferito… Resta il fatto che la differenza vera la fa sempre l'allenamento, tenendo anche conto comunque che i costumi di Phelps e Magnini sono come i caschi di Michael Schumacher o Valentino Rossi o gli sci di Alberto Tomba: pezzi unici e strettamente personalizzati.

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