Ciclismo, il Fiandre inaugura le classiche del Nord

di Dario Ceccarelli

Pagina: 1 2 di 2 pagina successiva
commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
5 aprile 2008
Fabian Cancellara (LaPresse)

Che bello sarebbe parlare solo di ciclismo. Delle classiche del Nord. Del muro di Grammont e del Monte Kemmel. Della mitica foresta di Aremberg e dei pietroni che mandano a gambe all'aria i fachiri della Roubaix. E poi le impennate del muro di Huy e della Redoute.
Tutti nomi che evocano i passaggi obbligati della campagna del Nord, i santuari del ciclismo, i luoghi magici del Giro delle Fiandre (domenica 6 aprile), della Gand Wevelgem (9), della Parigi- Roubaix (domenica 13), della Freccia Vallone (23) e della Liegi-Bastogne- Liegi (27), detta anche la "Doyenne ", la più anziana, perchè si corre dal 1892 con qualche pausa per via delle guerre che hanno flagellato l'Europa. Cinque sfide incrociate, tra Francia e Belgio con un salto in Olanda per l'Amstel Gold Race (20 aprile) .

Sarebbe bello. Perchè si tornerebbe a parlare di sfide tra giganti, di capitomboli di massa, di lotta contro il fango, contro la polvere, contro una natura severa che una volta rifila pioggia e neve, un'altra invece vento e sabbia coprendoti la faccia di due dite di palta che per toglierla ci vogliono un'ora di doccia collettiva. Uno dei grandi spettacoli della Roubaix, alla fine della corsa, è proprio quello di andare alle docce del velodromo che vengono raggiunte dai corridori come se fossero un angolo di paradiso. Poveracci. Incrostati come se uscissero dai fanghi, nascondono sotto i mascheroni la gioia infantile di aver chiuso una terribile domenica di lavoro. Eroi da pronto soccorso, con gomiti e ginocchia scorticati. Tutti un po' rintronati, ma tutti felici, comunque, di poter dire: quel giorno c'ero anch'io!

Sarebbe bello, dicevamo, perchè sarebbe l'unico "inferno" da descrivere, cose da sport che riportano alle vecchie leggende dei pionieri. E non l'inferno attuale, fatto di giovani corridori come Valentino Fois che vanno fuori strada per ben altri capitomboli, e di tutto quel sottobosco di giudici, carabinieri e vari Dottor House che ormai accompagna le cronache di questo sport.
Dobbiamo ricordare qualche nome? A parte Ivan Basso, che almeno sconta in dignitoso silenzio la sua squalifica, il resto della fila è davvero preccupante. Di Luca, ultimo vincitore della Liegi, ancora sulla graticola per quella sua pipì da putto alla tappa dello Zoncolan, non è stato invitato alle classiche del nord. Di altri è meglio non parlare. Ricordate Landis? E Rasmussen? E Vinokourov? Hamilton? Tutte vittime finite a recitare la parte delle vittime. Si lamentano, ma poi? Anche Alberto Contador, ultimo discusso vincitore del Tour, non potrà tornare alla Grande Boucle perchè l'Aso, la società che organizza la corsa francese, non gradisce l'Astana, la nuova squadra di Contador che come Valverde si considera una vittima del sistema.

La realtà è che quasi tutti gli ultimi vincitori delle grandi corse a tappe sono impegnati in ben altre fughe, quelle dalle inchieste e dalle squalifiche. Fughe che, anche per legittimo sfinimento del pubblico, non possono durare all'infinito.

Ma prendiamo cinque minuti d'aria e torniamo all'epopea. Alla bellezza del Nord, al Giro delle Fiandre che si corre questa domenica per la gioia degli appassionati del genere, che è quello dell'arrampicata ai muri. Quest'anno, ben ripavimentato, viene ripresentato il muro del Koppenberg, 22% di pendenza massima, definito un "sentiero per capre" dall'ex campione francese Bernard Hinault.
Famoso per i suoi incidenti in discesa, questo muro è stato cancellato per circa 11 anni. Ora si riprova anche se il muro più impegnativo è quello di Grammont, ultima difficoltà della corsa a circa venti chilometri al traguardo. Qui di solito partono gli attacchi decisivi che poi prendono sostanza nell'ultima asperità del Bosberg.

Grande controllato di questo Fiandre, inutile dirlo, sarà lo svizzero Fabian Cancellara, potente vincitore con una sorta di cronometro finale dell'ultima Milano-Sanremo. Il corridore della Csc, muscolare del pedale, 1,86 per 80 kg, potrebbe eguagliare Eddy Merckx, l'unico ciclista che nello stesso anno è riuscito a vincere sia la Milano-Sanremo che il Giro delle Fiandre. Il cannibale c'è riuscito due volte, nel 1969 e nel 1975. Sarebbe una grande impresa per Spartacus, così è soprannominato Cancellara, considerando che stiamo parlando di due epoche completamente diverse e che Merckx, in carriera, ha vinto 426 corse da professionista, un record praticamente insuperabile.

Gli italiani non sono messi male. In prima fila, oltre a Alessandro Ballan, vincitore dell'ultima edizione, Quinziato e Gasparotto, c'è Filippo Pozzato, secondo alla Sanremo, e grande amico di Cancellara. Amicizia a parte, il leader della Liquigas è tra i più pimpanti azzurri in circolazione e correrà anche alla Gand Wevelgem e alla Roubaix. Paolo Bettini, invece, ancora un po' arrugginito per acciacchi vari, preferisce saltare le prime corse per essere competitivo nella settimana delle Ardenne che in ordine prevede Amstel-Gold Race, Freccia-Vallone e Liegi.

  CONTINUA ...»

Pagina: 1 2 di 2 pagina successiva
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio