Tennis, sulla terra rossa scatta il momento d'oro di Nadal

di Marco Barbonaglia

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11 aprile 2008

I primi tepori primaverili, oltre che dallo sbocciare dei fiori e dal ritorno delle rondini, per gli appassionati di tennis sono accompagnati da un altro segno inequivocabile del cambio di stagione: il risveglio dal letargo del matador Nadal. In questo periodo, di solito, Rafael si desta da un sonno che, contrariamente a quanto accade ad orsi, ghiri e scoiattoli sopravviene, però, ben prima dell'inverno. Salvo qualche sporadico guizzo, infatti, il maiorchino, dopo i trionfi di aprile e maggio (e le ultime scintille di Wimbledon), tende ad entrare in un periodo di digiuno che può durare anche una decina di mesi. E, se nel 2007 questa lunga astinenza era stata interrotta dallo "spuntino" di Indian Wells, oggi il numero due del ranking si trova nella situazione di non riuscire a vincere un torneo dal 22 luglio dell'anno scorso. Allora, attardandosi sui polverosi campi di Stoccarda, aveva strappato in extremis un ultimo successo sull'amata terra, quasi fuori tempo massimo, ovvero mentre tutti gli altri già si allenavano sul cemento. Da quel giorno, Rafa ha giocato tre finali (Parigi-Bercy, Chennay, Miami) ma non ha vinto più nulla.

Così, arrivati al mese di aprile, il campione iberico è ancora alla ricerca del primo titolo dell'anno. Esattamente come il suo grande rivale, Roger Federer. Ma le analogie finiscono qui e i due giocatori sembrano, in realtà, navigare oggi in acque molto diverse. Lo svizzero si presenta all'appuntamento con il rosso col fiato dello spagnolo sul collo, senza essere riuscito a sfruttare la parte di stagione a lui più congeniale, quella sui campi sintetici. Non a caso, il suo nome fa capolino nel tabellone di un torneo "minore", come quello dell'Estoril, utile comunque per tentare di arginare l'assalto di Rafa.

Per Nadal, invece, è tutta un'altra storia. Finito il periodo delle vacche magre, sta per affrontare quello che è sempre stato il suo momento. Due mesi da protagonista, almeno sulla carta, nelle terrose arene europee, dove lui è il re e tutti gli altri sono sudditi.

Fino ad ora è sempre andata così. Sui lenti campi in terra, dove chi pratica il serve and volley si ritrova con le armi migliori spuntate, imprigionato in una ragnatela di scambi infiniti che favoriscono piuttosto i maratoneti della racchetta, Rafael è l'uomo da battere. Qui, i suoi diabolici colpi arrotati, quasi inutili sul cemento, diventano micidiali. Le sue palle rimbalzano altissime e spingono fuori dal campo i malcapitati avversari, costretti a tentare in tutti i modi di accorciare scambi interminabili con tiri assassini, puntualmente recuperati dall'instancabile maiorchino. Giocatore capace, vale la pena ricordarlo, di realizzare per ben tre anni di fila quello che viene chiamato lo Slam rosso. E cioè di portarsi a casa il formidabile trittico composto da Montecarlo, Roma e Roland Garros. Così come bisogna tenere a mente, per capire la supremazia di Nadal su questa superficie, che nessuno prima di lui è mai riuscito a ripetere la formidabile impresa. Dal 1950 ad oggi, solo altri due tennisti, Ilie Nastase nel '73 e Thomas Muster nel '95, hanno completato il tris, una volta per uno.

E Roger Federer? Per lui, quest'anno, non c'è più il Grande Slam da rincorrere. Non si tratta quindi di infrangere record, questa volta, ma di rimettersi in carreggiata dopo una falsa partenza piuttosto preoccupante. Riuscirà, il numero uno, ad agguantare il primo trofeo proprio sulla superficie meno adatta alle sue caratteristiche? Non c'è molto da attendere per dare una risposta al quesito, visto che lo svizzero sarà in campo già al torneo dell'Estoril, che apre i battenti lunedì 14. Per vedere all'opera il ragazzo di Manacor, invece, dovremo attendere la settimana successiva con l'avvio del prestigioso torneo di Montecarlo, dove i primi giocatori del mondo, naturalmente, sono entrambi in tabellone .

I due, però, dovranno fare molta attenzione alla nuova stella del tennis mondiale, Novak Djokovic, ormai decisamente a suo agio nel ruolo di terzo incomodo. Se il gioco del serbo può apparire più adatto alle superfici sintetiche, non bisogna, infatti, dimenticare che lo scorso anno fu semifinalista al Roland Garros, fermato solo dal solito tritasassi Nadal. Nella parte iniziale della stagione, Nole, con la vittoria del primo Slam a Melbourne e del Masters Series di Indian Wells, è apparso il tennista più in forma del circuito. I primi due giocatori sono avvisati.

Infine, il capitolo Italia. Va detto che, contrariamente a come ci hanno da lungo tempo abituati, molti dei nostri giocatori, quest'anno, sono partiti bene, raggiungendo risultati anche sorprendenti. Sulla terra poi, si sa, molti di loro riescono ad esprimersi al meglio. Dopo gli exploit di Filippo Volandri, che nella scorsa stagione arrivò in semifinale a Roma (battendo anche Federer) e agli ottavi a Parigi, è lecito sperare in qualche bella sorpresa nei prossimi mesi…

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