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di Giuseppe Ceretti

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18 giugno 2008

Buffon 9
Una sola parata nell’intero incontro su una sventola di Benzema al 74°e lui arriva dove pochi altri colleghi riescono. Un fenomeno. Perché un voto così alto a dispetto di un unico intervento? Elementare, signori. Perché senza Buffon l’Italia ora sarebbe già sulla via del ritorno. La parata sul rigore di Mutu è una cedola che l’Italia incassa a quattro giorni di distanza. Se gli azzurri proseguono e accedono ai quarti di finale lo devono al portiere dei miracoli. Contro la Spagna ne serviranno.

Zambrotta 6
Un inizio incerto con qualche errore di troppo sulla sua fascia di competenza. Poi l’uscita di Ribery per infortunio e soprattutto l’uomo in meno dopo l’espulsione di Abidal costringono la Francia a un lavoro meno insistente sulle corsie esterne. E il nostro si spinge in avanti con discreti risultati. Alla fine Henry assai nervoso si dimentica che è stato suo compagno di squadra al Barcellona sino a pochi giorni fa e compie sul neo milanista un brutto fallo. Nessuna reazione, complimenti.


Grosso 7
L’aria di Francia gli fa bene e l’esterno del Lione sfodera una gran bella partita. Sempre in avanti, sempre propositivo, sempre pericoloso e quanti chilometri percorsi. Al 44° solo uno straordinario Coupet e il palo gli negano la gioia del gol su una staffilata di punizione dal limite. Ma di lui si ricordano un paio di buoni interventi in chiusura difensiva, uno in particolare decisivo da ultimo uomo su Benzema.


Chiellini 5 ½
Non convince in una serata che si è rivelata tranquilla data la scarsa consistenza dei francesi. Al 34° si fa superare da Henry che tira a lato di un soffio. Al 48° si fa ammonire per un fallo sulla stessa punta francese. Non chiude al centro come dovrebbe e combina, in società con il compagno di reparto Panucci, qualche pasticcio di troppo.


Panucci 6
Parte con un errore sul quale rimedia De Rossi e poi al 9° si fa trovare pronto su un calcio d’angolo di Pirlo. Deviazione di testa e salvataggio fortunoso della difesa francese. Poi va in difficoltà con Henry che fa ammattire lui e il collega Chiellini. Per sua fortuna la partita finisce con il gol di De Rossi. Resta il mistero di un difensore che si ricorda più per le sue incursioni che per la regìa in difesa. Ma anche questo è il calcio moderno.


Pirlo 6
Un voto che fa media tra il 7 che merita come superbo centrocampista e il 5 per una dissennata reazione che gli costa l’ammonizione e la conseguente assenza all’appuntamento con la Spagna. La grande mobilità di De Rossi e Perrotta e l’ottimo lavoro sull’esterno di Cassano gli consentono di non sfiancarsi come in precedenti circostanze. Resta così al centro del campo e da lì detta le trame di gioco con la consueta abilità. Tira il rigore e segna senza incertezze, con la freddezza del veterano quale ormai è. Contro le furie rosse ci mancheranno i suoi piedi geniali e il sale calcistico della sua zucca. Dal 56°


Ambrosini 6
Una partita diligente, assennata. Si mette davanti alla difesa e consente a De Rossi si svolgere i compiti di raccordo in assenza di Pirlo. Dopo pochi muniti dal suo ingresso la seconda rete mette le cose a posto e la serata diventa ancora più facile per i suoi compiti di intenditore.


De Rossi 8
Il migliore in campo (Buffon è 9 a prescindere, come diceva Totò). L’azione esemplare che illustra la sua partita è al 43° del primo tempo con un’azione a percussione tra i difensori francesi con la palla che pare persa e viene sempre recuperata con tenacia sino a conquistarsi la punizione che poi Grosso stampa sul palo. A differenza della partita precedente la squadra è meglio messa in campo e lui ne trae i frutti più copiosi. E’ ovunque in copertura e davanti, sempre propositivo, senza mai sbagliare nulla. Il meglio di sé lo dà proprio nel momento più difficile ovvero dopo l’uscita di Pirlo. Una decina di metri in avanti e diventa fonte ispiratrice diretta della manovra azzurra senza rinunciare alla copertura. E al 62° il suggello del gol sia pure fortunoso su punizione per una deviazione decisiva di Makelele. Ma merita il premio.


Gattuso 5  ½
Vale anche per lui la considerazione fatta per il suo compagno di nazionale e di club Pirlo. Mezzo voto in meno per l’ammonizione che lo costringe a saltare il match contro i rossi di Spagna. Si sacrifica in un ruolo di interdizione prezioso, ma il suo stato di forma non è brillante, per usare un eufemismo, e si nota. Sarà un luogo comune, ma lo tiene a galla la grinta perché ne ha da vendere. Con il suo esempio trascina i compagni tra i quali è leader naturale in campo e fuori. Dall’81° sostituito da Aquilani (s.v.)


Perrotta 6
Riecco il bel giocatore che siamo soliti ammirare con la Roma. Trae beneficio dal migliore assetto della squadra e dal ritrovare De Rossi in una posizione a lui congeniale.  Un altro uomo rispetto al centrocampista spaesato visto contro la Romania. Buon segno.  Nel secondo tempo cala e dopo il secondo gol viene sostituito al 64° da


Camoranesi 6
E’ messo nelle condizioni ideali per dare il meglio di sé. Entra quando l’Italia è avanti di due reti e i francesi con il morale sotto i tacchetti. Spinge assai, si fa vedere, con un paio di errori da ultimo passaggio. Bene nel complesso.


Toni 6
Si danna l’anima, ma senza costrutto. Merita la sufficienza per l’impegno profuso e per essere il protagonista del rigore che ha dato il vantaggio agli azzurri. Ma quante occasioni gettate al vento! Ne contiamo almeno quattro, tre nel primo tempo e una nel secondo, a tu per tu con il portiere. Non vede la porta e per lui, abituato a buttarla dentro da posizioni impossibili, è quasi una bestemmia. Si muove molto, schiuma rabbia, ma si vede che non è giornata e non è in forma. Difficile tuttavia rinunciare a un perno che tiene in continua apprensione le difese avversarie.


Cassano 7
Ti aspetti il funambolo, il fantasista che chiede palla per tentare il numero, il giocoliere bizzoso. E chi ti ritrovi? Un giocatore che disputa una partita di rara sagacia tattica sull’esterno. Mai un tocco inutile, sempre al servizio dei compagni, mette in difficoltà i difensori con le sue finte e le sue progressioni. I gol li lascia fare e c’è da sperare che li tenga in serbo per il futuro prossimo. Esemplare anche il comportamento in campo e il fair play messo in mostra con gli avversari. Un pizzicotto, please, e diteci che non stiamo vaneggiando.


Donadoni 7
La sorte gli restituisce in una bella serata, dopo tanta pioggia e con un arcobaleno propiziatorio prima dell’inizio dell’incontro, ciò che gli aveva tolto in precedenza. Di suo ci mette l’umiltà di riconoscere anche i propri errori.  Azzecca la mossa decisiva con la posizione in campo di Pirlo, De Rossi e Perrotta.  Al resto ci pensa la serata di buona vena degli azzurri e la modestia della Francia d’oggi. Donadoni lo sa, come sa che contro la Spagna sarà dura assai. E’ vero che le furie rosse sono tanto belle quanto perdenti e inclini a specchiarsi nel proprio virtuosismo, è vero che non hanno una difesa impeccabile. Ma non sarà facile senza Pirlo e Gattuso. Di fronte all’incubo di un ritorno umiliante all’ombra di Lippi, l’impegno con la Spagna si profila oggi come il minore dei mali. Vamos Donadoni


Francia 5
Addio, cugini. No, nessuno sfottò, detestiamo il giochetto umiliante che la compagnia dei cronisti Rai profonde a larghe bocche dagli schermi, con qualche accento davvero imbarazzante per stupidità. Addio perché è finito un ciclo e una squadra che è stata grande va rifondata. Addio a Coupet, Thuram, Makelele, Henry, ai tanti campioni che hanno reso “formidabile” i galletti e largo ai giovani. Una squadra lenta, impacciata, debole in difesa e senza idee a centrocampo. E anche sfortunata. Dopo 7 minuti ha perso il suo uomo di punta, Ribery, per un grave infortunio. Un giocatore insostituibile nello scacchiere di Domenech. Poi l’autogol. Chi ci ha colpito? Il vecchio Henry per l’impegno profuso e Benzema: dal suo piede sono partite le poche, vere minacce per gli azzurri. L’Italia di oggi, pur non trascendentale, è troppo forte per i transalpini. Una stretta di mano agli avversari che per trent’anni non ci hanno permesso di vincere un incontro al termine dei 90 minuti regolamentari. Chapeau bas!

 

Michel (Slovacchia) 7
Impeccabile il direttore di gara, favorito dal buon comportamento delle due squadre. Gli ammoniti non sono mancati, è vero, ma la partita è filata senza incidenti. Ineccepibile la concessione del rigore e la conseguente espulsione di Maoluda. E’ stato generoso con Gattuso e Henry che potevano uscire anzitempo, l’italiano per doppia ammonizione e il francese per il brutto fallo su Zambrotta. Ma sono dettagli.

 

Olanda 10
Van Basten è uomo di parola. Promette impegno dei suoi e lo mantiene, al resto ci pensa l’inconsistenza della Romania che si squaglia come neve al sole. Non dimenticheremo la faccia terrea di un cronista nostrano poco prima dell’avvio dell’incontro che annuncia: Olanda senza nove titolari! Che squallore le litanie sui biscotti e sulle combine. Che pena l’Italia allo specchio, che scambia le proprie miserie per quelle altrui!

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