Il bilancio di Platini: "È stato l'Europeo dei tifosi e del bel gioco"

dall'inviato Massimo Donaddio

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Il giocatore Russo Andrei Arshavin  (AP Photo/Sergey Ponomarev)

VIENNA - È un Michel Platini nettamente soddisfatto quello che vediamo all'Ernst Happel Stadion di Vienna, il giorno prima della grande sfida finale tra Spagna e Germania. Soddisfatto perché il bilancio di Euro 2008 può dirsi ampiamente positivo - al di là delle prestazioni delle singole squadre cui è rimasto più legato personalmente (Francia e Italia) - sia in termini di gioco, che in termini di spettacolo, di fair play e di organizzazione. Un motivo di orgoglio per un presidente dell'Uefa al suo primo europeo come massimo dirigente del calcio continentale, dopo aver vissuto lo stesso torneo sia da calciatore che da allenatore della nazionale transalpina.
Un Europeo impreziosito dal bel gioco, dalle prestazioni sorprendenti di alcune nazionali "meno quotate" (la Russia tra tutte, anche la Croazia di Bilic e la Turchia di Terim), dall'atmosfera di gioiosa festa che si è respirata in tutte le cità svizzere e austriache. Non a caso l'immagine che per il presidente Uefa rappresenta meglio Euro 2008, prima ancora che il gioco delle nazionali in campo, è stato il fiume dei tifosi che si sono riversati nelle città delle partite, fraternizzando con allegria. Immagini che restano nella mente di chi ha vissuto quest'esperienza: per fare solo due esempi l'entusiasmo contagioso dei portoghesi, il fiume di tifosi olandesi colorati d'arancio, che hanno letteralmente monopolizzato il centro delle piccole città svizzere. Sulla capacità organizzativa di Svizzera e Austria non nutrivamo alcun dubbio, e anche Platini ha lodato l'ospitalità di questi due piccoli e ricchi Paesi incastonati nel cuore dell'Europa. Dalla qualità del gioco, lodata dall'ex campione della Juventus e tre volte Pallone d'oro Platini, è venuto un altro spot per il calcio e per il torneo, sempre più seguito anche fuori dai confini continentali grazie alla presenza di numerosi giornalisti sudamericani ma soprattutto dell'Asia, vastissimo mercato in cui la passione per il football si sta allargando sempre più.
Inevitabile e doveroso, da parte del presidente dell'Uefa, uno sguardo verso il futuro, in particolare riguardo alla questione dei prossimi Europei. Ucraina e Polonia, che sono state scelte per l'organizzazione di Euro 2012 hanno ancora pochissimo tempo per farsi trovare pronte all'appuntamento con la storia. Mercoledì prossimo una missione Uefa, capitanata dallo stesso presidente, dovrà fare il punto sulla situazione dei due Paesi, mentre nel comitato esecutivo Uefa che si riunirà a Bordeaux in settembre sarà presa una decisione definitiva. Platini ha ammesso che non esiste ad oggi un piano B nel caso Ucraina e Polonia non centrassero gli obiettivi per l'assegnazione dell'Europeo, ma è stato molto chiaro circa le priorità per la confederazione del calcio continentale. La priorità è verifucare gli stadi, soprattutto quelli di Varsavia e Kiev, le due capitali. Poi c'è la questione delle infrastrutture e dei trasporti. La Uefa ritiene indispensabile lo sviluppo della rete autostradale, la costruzione di nuovi alberghi e l'ammodernamento di aeroporti e stazioni ferroviarie. La parte più debole è quella ucraina. Nella riunione di Bordeaux, oltre a fare il punto sui Paesi ospitanti, si parlerà anche della possibilità di aumentare a ventiquattro il numero delle squadre partecipanti agli europei. Meno consenso sembra riscuotere un'altra proposta di Platini, quella di posticipare gli Europei ad agosto, per avere giocatori più freschi in campo. Il presidente sa bene di dover fronteggiare l'opposizione dei club, che si apprestano a cominciare campionati e coppe, oltre che le televisioni, già impegnate con i Giochi Olimpici. Non è difficile profetizzare che questa proposta non avrà molto futuro.

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