Alessandro Ballan: 10
Una vittoria da incorniciare. Per forza, generosità e intelligenza. "A furia di scattare è andata bene a me", ha detto con la modestia dei grandi. Un combattente dietro uno sguardo da bambino. In passato ha sempre lavorato per gli altri, ora ha capito che può mettersi in proprio. Dicono, i maligni, che in carriera abbia vinto poco. Se vincere un mondiale e un Giro delle Fiandre è poco... Poi ha solo 29 anni, tutto il tempo per arricchire il suo palmarès.
Franco Ballerini: 10.
Massimo voto anche per il cittì azzurro. Con questo suo personalissimo trionfo raggiunge la settima medaglia in sette anni di carriera. Cresciuto alla Scuola Superiore di ciclismo con il grande professore Alfredo Martini, mitologico ammiraglio della nazionale, Ballerini è riuscito quasi nella difficilissima impresa di eguagliarlo. Sottile psicologo capace di ascoltare tutti, ma rapido e irrevocabile quando si tratta di pretendere una decisione, Ballerini questa volta ha fatto un capolavoro. Ha costruito una squadra su Bettini avendo però gia pronto il piano di riserva. Che l'ha messo in pratica appena capito che per Bettini (troppo marcato e forse anche deconcentrato per l'annuncio-choc della vigilia) non era giornata.
Bettini: 9
Per la carriera naturalmente merita dieci, però l'impressione è che ieri si sia un po' incartato. E non solo perché godeva della affettuose attenzioni degli spagnoli, a lui avvinti come edere, ma perché il botto di sabato alla fine l'ha mandato in corto circuito. Troppe emozioni, troppa esposizione. Buona regola, quando si vuol vincere, è stare nascosti. Forse il grillo era davvero "stanco" di queste sue responsabilità, e così, annunciando sabato il suo addio alle corse, ha come delegato le altre punte (Rebellin, Cunego, Ballan) a prendersi il carico da novanta. Comunque, tanto di cappello per quello che ha fatto. Averne, atleti così.
Damiano Cunego: 9
Finalmente lo rivediamo cattivo. Come ai bei tempi del giro 2004. Il suo malumore (eufemismo) per il secondo posto, la dice lunga sulla sua carica agonistica. Sempre presente, lucido e anche corretto nel momento in cui si è accorto che Ballan era un missile imprendibile. Da Varese può ripartire la sua carriera.
Davide Rebellin: 8
Evidentemente, a differenza di Paul Newman, lassù nessuno lo ama. Altrimenti una mano le nostre Supreme Autorità Celesti gliela avrebbero data per vincere qualcosa. Niente, solo un quarto posto. Nei secoli fedele, il nostro Davide, è sempre davanti ma non vince mai. Anche questa volta ha lavorato egregiamente. Superbo come Cunego e Ballan. Eppure non riesce a salire neppure sul podio. Ormai rincorre nella leggenda Tano Belloni e Raymond Poulidor.
Tosatto e i suoi fratelli: 8. Granitici. Non una sbavatura. Sempre presenti, sempre pronti a ricucire o a dare ritmo a una corsa che se la prendeva comoda. La Squadra Perfetta che ogni cittì sogna di avere.
Breschel: 7
Due italiani e un danese. Il danese è Breschel, medaglia di bronzo a Varese. Ci ha creduto, ed ha avuto le gambe per farlo.
Belgi: 6 Sono gli unici, come squadra, ad aver dato dei pensieri a Ballerini. Ma Ballan con le sue sgroppate se li è tolti di dosso come moscerini fastidiosi. L'ultimo a mollare è stato Van Avermaet, ma anche per lui l'impresa è diventata troppo ardua.
La Spagna: 3
Finalmente ci togliamo qualche soddisfazione. Contador, Freire, Valverde, tutti squagliati. A furia di aspettare Bettini, si sono ritrovati tutti al bar. Solo Rodriguez resiste agli scatti di Ballan e Rebellin. Padroni del Giro, del Tour e della Vuelta, questa volta gli spagnoli tornano a casa con le pive nel sacco. Anche per loro non è sempre festa
Cassani e Bulbarelli.
Per loro niente voto come prima della riforma Gelmini. Diciamo che se la sono cavata nel momento epico, quando Ballan ha preso il volo. Si erano però un po' persi prima. Che Bettin fosse fuori gara ormai se ne erano accorti tutti, tranne loro. Aspettavano che il Grillo facesse un nuovo annuncio?
