Il Sole 24 Ore
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26 settembre 2008

Pugilato: dall'Abruzzo a New York, una mostra ricorda il mito Rocky Marciano

di Dario Ricci

Storia di pugni, sudore, fatica, ring. Storia d'America e d'Italia; storia di emigranti; storia di valigie di cartone troppo piccole per farci star dentro un mare di sogni, speranze, paure. È una storia, quella di Rocky Marciano, il mito italoamericano della boxe mondiale , che come un filo rosso si dipana per oltre un secolo e per migliaia di chilometri sopra l'Atlantico, tra l'Abruzzo e l'America. E che presto, ripartendo proprio dall'Italia, tornerà negli States, grazie a una mostra dedicata proprio al grande campione dei massimi.

L'America!! - Quella di Rocky/Rocco è una storia che affonda le proprie radici in quell'immenso sogno chiamato Oceano, che all'inizio del Novecento divide come un abisso imperscrutabile il Vecchio e il Nuovo Mondo, l'Europa dall'America, un continente che si avvia a rapidi passi verso la catastrofe della Prima Guerra Mondiale dalla terra dei sogni, delle speranze, delle promesse. Ellis Island, l'isolotto di fronte a New York dove nel 1892 le autorità americane hanno costruito l'Immigration Station, che accoglie gli emigranti che sbarcano dai transatlantici provenienti da ogni parte d'Europa, è la porta del Paradiso e l'anticamera dell'Inferno. Qui, a 17 anni, proveniente da Ripa Teatina, paesino in provincia di Chieti, sbarca Querino Marchegiano, professione calzolaio. Qui, quattro anni dopo, nel 1916, arriva Pasqualina Picciuto, 15 anni, da san Bartolomeo in Galdo, vicino Benevento. Tra gli stenti, le sofferenze, il coraggio, le vicissitudini comuni a tanti immigrati in terra americana in quegli anni, Querino e Pasqualina si incontreranno a Brockton, vicino Boston, Massachussets. Nel 1921 si sposano. Dal loro amore nascono 5 figli. Il 1 settembre del 1923 il secondogenito, Rocco: l'uomo che cambierà la storia del pugilato.

The Brockton Blockbuster – Ben presto quell'umile figlio di immigrati italiani, quel Rocco Marchegiano impiegato della Brockton Gas Company, appassionato di baseball che aveva scoperto la boxe durante la leva militare, salì sul ring e divenne per tutti "Rocky Marciano", la "Superbomba di Brockton". Il 17 marzo 1947 il primo incontro da professionista, a Holyoke: vittoria per k.o. contro Lee Epperson alla terza ripresa. A scoprire Rocco fu Allie Colombo, che lo segnalò poi al noto allenatore Al Weill, che fece altrettanto con Charlie Goldman, veterano dei coach (che aveva al suo fianco quell'Angelo Dundee che poi sarà il manager di Alì). Iniziava così una carriera chiusa solo il 21 settembre 1955, col sofferto successo su Archie Moore, al Madison Square Garden. In mezzo, nessuna sconfitta (record assoluto), 49 vittorie, 43 per k.o., con 5 difese del titolo mondiale. Imbattuto sul ring (in anni in cui gli avversari erano campioni come Joe Louis, Joe Walcott, Ezzard Charles), Rocky verrà messo k.o. dalla vita la notte del 31 agosto 1969, quando il Cessna 127 che lo sta portando da Des Moines a Fort Lauderdale, si schianta a terra durante una tempesta. Da quel momento la leggenda di Marciano diventa mito.

Potenza e determinazione – Né alto (178 centimetri) , né pesante (86 chili), Marciano costruì la sua imbattibilità su una dedizione totale al ring, e su una potenza che avrà pochi uguali sul quadrato. Capì prima di tanti suoi avversari l'importanza dell'allenamento, introducendo nuove tecniche (ad esempio, fissava per ore un pendolo in movimento, per allenare riflessi e colpo d'occhio) e lavorando duramente per rinforzare i punti deboli del suo fisico (in particolare la schiena, che lo tormenterà anche dopo il ritiro). Ma – oltre alla potenza del suo destro terrificante - a colpire era la sua assoluta concentrazione su avversario, ring, match. Tre mesi prima della sfida cominciava l'allenamento, e 20 giorni prima del match cominciava a non scrivere lettere, a non rispondere al telefono, a mangiare sempre gli stessi cibi, a incontrare solo le persone più intime e fidate: non voleva infatti che nulla di nuovo o inaspettato – neppure il sapore di un cibo diverso dall'abituale!! – potesse distrarlo dal pensiero dell'incontro imminente e del rivale da mandare al tappeto. A pagare il prezzo di tanta abnegazione la famiglia: «In quattro anni di titolo mondiale siamo stati insieme appena 152 giorni!», ammise una volta la moglie Barbara.

Tra mito e realtà - Rocky/Rocco: due dimensioni che convivono, quella del campione e dell'uomo, del pugile fenomenale e dell'italoamericano di umili origini, con le sue virtù ed i suoi vizi. A tenere le fila del legame tra Little Italy e il ring, negli anni d'oro di Marciano, era la mafia ialoamericana. Gangster come Frank Costello, Carlo Gambino, Frankie Carbo costruivano le loro fortune sulle scommesse illegali e gli incontri truccati, gestendo di fatto la carriera di molti pugili. Marciano conosceva questi padrini, ma seppe sempre resistere alle loro pressioni. Resta celebre il «Vergognatevi!» con cui mise alla porta gli emissari di Carbo, che alla vigilia del match contro Cockell lo andarono a trovare proponendogli di perdere la sfida per rifarsi in una ricca rivincita. E non che Rocky non subisse il fascino dei dollari. Anzi. Detestava gli assegni; voleva solo contanti, anche se il denaro "cash" era a volte meno di quello che gli era stato promesso. Meglio "pochi, maledetti e subito". Del resto, oltre alla sua fama, anche la sua parsimonia era da leggenda. Risparmiava su tutto, dalle chiamate ai telefoni pubblici ai biglietti aerei, che pure gli venivano spesso regalati e sui quali spesso speculava accettando "passaggi" su aerei privati di amici piloti e facendosi comunque rimborsare il biglietto ricevuto in omaggio. Eppoi, altro suo vizio, la passione per le ragazze, soprattutto minorenni, che spesso fanno parte del suo cachet per partecipare a incontri, cerimonie, manifestazioni pubbliche...

La mostra – Da Ripa Teatina (che Rocco visitò nell'estae del 1964) a New York. Viaggio continuo di andata e ritorno tra due mondi, mille storie, quello del mito Marciano. E proprio da Ripa è partita una mostra (intitolata "Da Rocco Marchegiano a Rocky Marciano: 60 anni di ring") , promossa dalla provincia di Chieti in collaborazione con la Federazione Pugilistica Italiana, che presto riporterà il mito di Rocky/Rocco proprio a New York, nei luoghi sacri del pugilato mondiale. Fotografie, immagini, dipinti, opere d'arte e audio d'epoca per riscoprire il mito di un figlio dell'Italia che divenne leggenda Oltreoceano.

26 settembre 2008

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