Lippi come Pozzo: primo non perdere

di Gigi Garanzini

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14 OTTOBRE 2008

Se non ha perso il mese scorso a Cipro, quando fece di tutto per riuscirci, non si vede perché l'Italia dovrebbe rischiare l'imbattibilità domani sera a Lecce con il Montenegro. La squadra farà dunque un altro passo verso la qualificazione ai mondiali del Sudafrica, cosa che con l'Irlanda del vecchio Trap come principale avversaria del girone non ha esattamente l'aria dell'impresa: in compenso Lippi eguaglierà lo storico record di Vittorio Pozzo, 30 partite consecutive da commissario tecnico senza sconfitte. Per provare poi a superarlo, con un ben diverso coefficiente di difficoltà, nel successivo appuntamento azzurro già fissato l'11 febbraio a Wembley con il Brasile.

C'è una piacevole analogia nel doppio percorso netto dei due ct: un mondiale vinto in trasferta più o meno a metà cammino, a Parigi nel '38 e a Berlino nel 2006. Pozzo in quei quattro anni di imbattibilità, dal novembre '35 al novembre '39 quando fu sconfitto 3-1 dalla Svizzera, vinse in più anche un'Olimpiade, proprio quella di Berlino del '36. Quanto alle differenze, non c'è che l'imbarazzo della scelta. La difesa di Lippi ha subìto molti meno gol di quella di Pozzo, l'attacco ne ha segnati quasi trenta di meno. Gilardino con 9 gol e Toni con 8 sono i due attaccanti più prolifici tra i contemporanei: i loro antenati Piola e Colaussi, in quelle trenta partite, ne misero a segno rispettivamente 22 e 13. Oltre ai sei dell'ormai declinante Meazza. E poi Lippi è uomo di mare, e di barca, Pozzo era ufficiale degli alpini e adorava la montagna. Lippi ha un contratto meno ricco rispetto ai tempi d'oro della Juventus, ma pur sempre superiore al milione di euro. A Pozzo, che non aveva mai accettato altro che rimborsi spese, la federazione riuscì, è il caso di dirlo, a regalare un appartamento a Torino a fine carriera. Lippi arriva a questo primato a sessant'anni suonati, con un fisico e un'abbronzatura da competizione. Pozzo nel '39 ne aveva sette di meno, ma dalle foto dell'epoca potrebbe essere il nonno del viareggino.

In materia infine di saluti romani, tornati tristemente alla ribalta dopo Sofia, Pozzo non si fece mai pregare per spararne di plasticamente ineccepibili, in Italia come all'estero, ci fosse in tribuna il duce come a Roma nel '34 o i fuorusciti italiani come a Marsiglia nel '38. Mentre Lippi ha accettato giusto ieri, su proposta di Moni Ovadia, di interpretare dei passi sulla Shoah per un dvd da distribuire nelle scuole contro fascismo e razzismo. Smentendo dunque una volta di più che si stava meglio quando si stava peggio.

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