La crisi colpisce anche il rally: in due giorni lasciano Suzuki e Subaru |
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16 dicembre 2008
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Ieri la Suzuki, oggi la Subaru. Le grandi case automobilistiche giapponesi continuano a smarcarsi dalle corse, dopo il clamoroso ritiro della Honda dal mondiale di Formula 1. E il motivo è sempre la crisi economica. Questa volta a farne le spese è il campionato mondiale di rally, che perde altre due importanti case automobilistiche. Dopo l'annuncio di ieri di Suzuki, che aveva spiegato il suo abbandono con una calo di vendite che si protrarrà molto probabilmente sul lungo periodo, la Fuji Heavy Industries, casa madre a cui la Subaru fa capo, ha dichiarato di voler gettare la spugna tramite il proprio amministratore delegato Ikuo Mori, che ha ammesso, tra le lacrime che «le prospettive del nostro business sono cambiate in modo rapido e drammatico a causa della crisi dell'economia globale: quindi, nel quadro di un'ottimizzazione delle risorse e anche per rafforzare il marchio Subaru, la Fuji Heavy ha deciso di ritirarsi con effetto immediato dal Mondiale rally». La Subaru è un nome importante all'interno del mondo del rally: ha vinto il titolo iridato costruttori in questa specialità per tre anni consecutivi (995, 1996 e 1997), contando su piloti del calibro di Carlos Sainz, Colin McRae e Richard Burns.
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