Calcio: Perché l'Italia non riesce a battere l'Inghilterra? (WSJ)

di Elysa Fazzino

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11 Marzo 2009

Perché l'Italia non riesce a battere l'Inghilterra? Il Wall Street Journal punge gli italiani nel vivo, ovvero nel calcio. «Le squadre inglesi giocano con brio, quelle italiane vanno sulla difensiva», scrive il quotidiano finanziario americano, mentre gli interisti trepidano per la «battaglia reale», la sfida stasera della Champions League tra i numeri uno dei rispettivi campionati, il Manchester United e l'Inter.

L'Italia ha vinto la Coppa del Mondo nel 2006. E allora come mai – scrivono Leila Abboud e Davide Berretta - la serie A appare sempre più come «il malato del calcio europeo»? Per gli italiani è una preoccupazione perché il calcio «fa parte dell'identità italiana» come, secondo il Wall Street Journal, i lunghi pranzi, le auto esotiche e i film di Fellini.

Non solo il Manchester United ha vinto la Champions l'anno scorso, ma delle squadre italiane solo una è arrivata ai quarti di finale. Stasera i bookmaker danno per favorito il Manchester United. Ieri, il Chelsea ha eliminato la Juventus. E oggi la Roma deve vincere contro l'Arsenal per sopravvivere.

Le difficoltà dell'Italia nella competizione calcistica europea potrebbero essere la spia di problemi più profondi, ipotizza il Wall Street Journal. L'articolo cita John Foot, docente di storia italiana moderna all'University College London, autore di un libro sulla serie A: «L'Italia non ha modernizzato né il suo Stato, né l'economia, né la società, né il suo sport nazionale e quindi non c'è da sorprendersi che abbia perso terreno rispetto ad altri Paesi».

Sul piano tecnico, il Wall Street Journal sottolinea i «pericoli del catenaccio». Negli anni '90 le squadre italiane erano il meglio d'Europa e la Serie A attirava i migliori giocatori del mondo come Diego Maradona e Zinedine Zidane e i migliori allenatori. Oggi, è la Premier League inglese la destinazione dei migliori giocatori. I club italiani spesso giocano con un approccio più tattico e difensivo, ispirato alla strategia del "catenaccio".

Nella competizione con gli inglesi, il punto più basso, «il nadir», è arrivato nel 2007 quando il Manchester United ha battuto la Roma 7 a 1, «un'umiliazione nazionale». Da allora – osserva il quotidiano Usa - la stampa italiana parla di ogni sfida tra squadre italiane e inglesi con l'espressione «incubo inglese».

Inversione di stereotipi nazionali
I diversi stili saranno in mostra stasera: il Manchester United gioca calcio «aggressivo» con cinque calciatori che cambiano sempre posizione per segnare. L'Inter farà probabilmente un gioco «più pragmatico e difensivo». Secondo il Wall Street Journal, è «un'inversione dei tipici stereotipi nazionali».

È citato Gianluca Vialli, secondo il quale queste differenze stilistiche hanno origini storiche: gli inglesi hanno conquistato e colonizzato, gli italiani, dopo l'Impero Romano, sono sempre stati invasi e dominati e quindi hanno dovuto imparare a difendersi.

L'Italia risente ancora dello scandalo scoppiato nel 2006, che secondo il commentatore della tv inglese James Richardson ha portato molti italiani a disamorarsi del calcio. Inoltre, scrive il Wall Street Journal, i club italiani hanno un problema infrastrutturale: gli stadi sono vecchi e di conseguenza è difficile tenere a bada la violenza dei tifosi. A differenza di quelli inglesi, «molti degli stadi italiani non sono di proprietà dei club stessi ma delle autorità municipali che hanno pochi incentivi a modernizzarli».

Perfino stadi come San Siro hanno pochi servizi e intere sezioni sono dominate da tifosi che possono diventare violenti. Di conseguenza, fa notare il quotidiano newyorchese, la partecipazione di pubblico alle partite è diminuita in media del 25% negli ultimi dieci anni, mentre è salita del 18% in Inghilterra e del 20% in Germania.

C'è anche il problema dei diritti televisivi. Il calcio italiano ha meno introiti tv perché le squadre di serie A vendono i diritti tv individualmente. Secondo Simon Chadwick, professore di business dello sport alla Coventry University, vendendo i diritti collettivamente, le leghe offrono un prodotto più forte e possono assicurare il benessere finanziario di tutte le squadre.

11 Marzo 2009
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