Protestano i ciclisti al Giro d'Italia:
«Troppo rischioso il circuito di Milano»
Per protestare contro i rischi del circuito cittadino di Milano, i ciclisti impegnati dnelle nona tappa del Giro d'Italia hanno inscenato una clamorosa protesta: con in testa la maglia rosa Danilo Di Luca, hanno prima tenuto un'andatura ridotta e poi si sono fermati in blocco sulla linea del traguardo all'inizio del sestultimo giro.
Il gesto dei ciclisti mira a sensibilizzare gli organizzatori circa le misure di sicurezza in gara. «Chiediamo scusa al pubblico - ha detto a nome del plotone Di Luca - ma oggi non ce la sentiamo di rischiare, perchè il circuito è troppo pericoloso. Continuiamo la tappa, ma non ce la sentiamo di spingere a tutta».
Già in mattinata però la direzione della corsa aveva deciso di sterilizzare la tappa a cronometro per le vie di Milano, non valida perciò ai fini della classifica generale e per l'assegnazione degli abbuoni ai primi tre classificati.
«La tappa odierna – ha fatto sapere la direzione di corsa - è considerata come un omaggio alla città di Milano, che ha dato i natali al Giro d'Italia nel lontano 1909».
Dopo una breve interruzione i ciclisti hanno ripreso la tappa ad andatura turistica.
Ieri, nel corso dell'ottava tappa, lo spagnolo Pedro Horrillo Munoz è precipitato in una scarpata sopravvivendo ad un volo di circa 60 metri.