Alessandro Petacchi ha vinto in volata la seconda tappa del 92° Giro d'Italia di ciclismo, la Jesolo-Trieste, lunga 156 km. Al secondo posto Mark Cavendish, che ha conservato la maglia rosa conquistata ieri cn la vittoria della sua squadra, il team Columbia, nella cronometro a squadre di Venezia. Alle spalle dei due nello sprint sul lungomare di Trieste si è piazzato il britannico Ben Swift, che ha preceduto a sua volta l'australiano Allan Davis e lo statunitense Tyler Farrar.
A 35 anni, e di ritorno al Giro dopo la squalifica per salbutamolo che ancora non ha digerito, Alessandro Petacchi si riscopre lo sprinter più veloce del gruppo. Se qualcuno aveva già incoronato Mark Cavendish sul trono delle ruote veloci, si è dovuto ricredere sul traguardo di Trieste, dove Ale-Jet ha compiuto l'ennesimo capolavoro della sua lunga e prolifica carriera. Il ligure della Lpr-Farnese, nel giorno in cui il suo Alessandro jr compie un anno, ha lasciato sfogare i pruriti di tre attaccanti di classe come il belga Philippe Gilbert, Enrico Gasparotto e Filippo Pozzato, usciti allo scoperto sull'ultimo passaggio sullo strappetto di giornata (il Montebello), si è messo a marcare ad uomo Cavendish e lo ha anticipato con uno sprint lungo e potente. Nulla da fare per il 23enne inglese della Columbia, che mantiene la maglia rosa: i due rivali si stringono la mano e si danno appuntamento a domani, in località Valdobbiadene, dove è posto un altro traguardo per velocisti prima dell'arrivo in quota di San Martino di Castrozza. «Erano tre giorni che pensavo a come batterlo - le parole a caldo di Petacchi, in maglia ciclamino - e ci sono riuscito. Volevo vedere che velocità avesse in queste volate, ho scoperto che è battibile».
La domenica in rosa è caratterizzata anche dalla lunga fuga di Leonardo Scarselli (Isd), poi ultimo a oltre dieci minuti, dalla brutta caduta con ritiro del tedesco Matthias Russ (Milram) e da una frenata brusca nel finale del plotone, che ha costretto gente come Ivan Basso e Levi Leipheimer a perdere, in una giornata all'apparenza semplice, 13». Nulla di grave, ovviamente, come va ripetendo Roberto Amadio, team manager della Liquigas che non lesina una piccola critica al 'suo' Basso: «Purtroppo ha paura in mezzo al gruppo e in qualche occasione si lascia sfilare. Tredici secondi persi sono una scocciatura ma non saranno determinanti per la vittoria finale«. Altra curiosità: l'allungo verso il Gpm di terza categoria che assegnava la prima maglia verde lanciato dai diretti interessati con un giro d'anticipo (casacca poi allo spagnolo Garcia Da Pena). Domani Petacchi ha la chance per bissare immediatamente il successo parziale di Trieste, ma occhio ad Oscar Gatto, oggi sesto ma in grado, sulle strade di casa, di mettere a segno la graffiata giusta, e all'emergente americano Tyler Farrar, così ansioso di recuperare posizioni in classifica da buttarsi con ardore anche sulla linea del traguardo volante.